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Caratteristiche della lesione come squilibrio contrattuale

Si parla di lesione facendo riferimento ad un istituto che ha una tradizione antichissima e che ha un'applicazione ancora attuale. La lesione è lo squilibrio contrattuale, tanto che nel nostro ordinamento si dice che un contratto concluso in stato di bisogno è rescindibile solo nel caso di lesione ultradimidium, cioè un soggetto che per necessità di tipo economico conclude un contrtto in cui si assoggetta a delle condizioni per lui particolarmente sfavorevoli può rescindere questo contratto se il valore ridotto in contratto (p.e. Il prezzo che lui riceve dalla vendita di un bene) è inferiore alla metà del prezzo corrente del bene venduto (lesione ultradimidium).
Quindi il termine “lesione” fa riferimento ad uno squilibrio contrattuale.
Esiste tutta una linea di pensiero, che ha le proprie radici in Aristotele, che sostiene la necessità di reagire contro la lesione, ovvero che sostiene la necessità di correttivi per via solamente dello squilibrio contrattuale: basta uno squilibrio, anche se il soggetto se l'è accollato coscientemente e senza alcuna costrizione, per dar luogo all'invalidità del contratto.
E' un correttivo che si ricollega all'idea del giusto prezzo, che ha avuto tra l'altro una serie di sostenitori, soprattutto nel diritto canonico.
Ma come si fa a stabilire il giusto prezzo di un bene? Il prezzo che un  soggetto è disponibile a pagare può cambiare, anche se il soggetto non è influenzato dagli stessi fattori: un collezionista di libri antichi è disponibile a pagare, qualora avesse l'occasione, anche 200.000 euro per uno dei tre esemplari attualmente esistenti al mondo del libro delle ore stampato come secondo libro da Gutenberg.
Quindi in realtà il giusto prezzo non esiste, perché dipende da tutta una serie di fattori che possno farlo variare.
In Francia ci fu e c'è tuttora un dibattito che vede protagonisti soggetti che affermano che al di là del fatto che vi sia una costrizione, un approfittamento o un abuso il contratto è invalido allorché sia oggettivamente squilibrato, ed intendono intervenire in questo caso.
Quindi la corte di cassazione dice che il contratto squilibrato è annullabile allorché sia il frutto di una pressione economica della parte più forte che sfrutta la propria potenza per imporre alla controparte delle condizioni capestro.
Si capisce che l'annullabilità del contratto non è legata semplicemente allo squilibrio oggettivo, la costrizione economica non si collega alla lesione, non comporta l'invalidità solo perché il contratto è squilibrato, ma comporta annullabilità qualora la parte più forte abusi della propria forza per imporre all'altra una condizione contrattuale squilibrata.

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