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Ritardo mentale


Non è una patologia a sé stante, ma è una categoria psicopatologica concomitante ad altri disturbi di tipo genetico, ambientale o di eziologia sconosciuta; ha un esordio precoce(entro i  18 anni) ed è caratterizzato da deficit cognitivo e deficit del funzionamento nelle autonomie; il confine tra normale e patologico non è un indice standard,a ma è un cutoff arbitrario deciso in base al contesto socioculturale.
E’ nei primi anni del Novecento che si definiscono meglio i confini del RM introducendo il concetto di QI grazie all’introduzione dei primi test cognitivi ( Binet nel 1905) e grazie all’identificazione di fattori eziologici di base(le scoperte di Mendel e la nascita della genetica).
Sin dagli albori, l’intelligenza è stata definita come un’abilità cognitiva, quantificabile tramite il QI o come un’abilità pratica che permette di risolvere i problemi e dunque di adattarci al mondo; queste due diverse accezioni sono accolte dall’ICD-10, infatti attualmente è diagnosticato il RM quando si ha la compromissione di entrambe queste competenze: quando il ritardo è grave sia il QI e sia le funzioni adattive sono compromesse; quando invece il ritardo è lieve le funzioni adattive possono essere integre o parzialmente compromesse.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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