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Perché le alleanze finiscono?

Perché le alleanze finiscono? 

Supponendo che l’appartenenza all’alleanza abbia dei costi, è naturale supporre che l’adesione venga meno quando i costi sono superiori dei benefici che derivano dall’alleanza. Questo si verifica principalmente nelle seguenti circostanze: 
1. cambia la percezione della minaccia = l’alleanza può dissolversi quando cambia drasticamente tale percezione. Questo cambiamento può avvenire per vari motivi: 
− si verifica un cambiamento nell’equilibrio di potenza ⇒ l’alleanza può dissolversi se lo Stato che rappresentava una minaccia si indebolisce – questo spiega perché, di solito, le alleanze di guerra si dissolvono una volta sconfitto l’avversario (cosa che ci si aspettava succedesse anche alla NATO). Similmente, l’alleanza può dissolversi quando uno dei suoi membri diventa tanto forte da diventare esso stesso una minaccia; 
− i membri dell’alleanza cambiano le loro credenze circa le intenzioni degli altri Stati ⇒ se i membri dell’alleanza si convincono che gli avversari non sono più tanto bellicosi o che un membro stesso dell’alleanza è più aggressivo di prima, allora l’alleanza ha meno possibilità di sopravvivere; 
− anche quando la minaccia originale è ancora presente, un’alleanza può rompersi se i suoi membri acquisiscono altri mezzi per proteggere i loro interessi. Durante la Guerra Fredda, questa logica portò molti a pensare che l’avvento delle armi nucleari avrebbe reso le alleanze obsolete, dato che gli Stati con un grosso deterrente nucleare non hanno alcun bisogno di alleati né possono estendere il loro deterrente ai partner. 
2. diminuisce la credibilità = poiché un’alleanza si forma soprattutto per aumentare la sicurezza dei suoi membri, qualunque cosa metta in dubbio tale capacità spinge i membri a rivalutare la loro posizione ⇒ anche se la minaccia persiste, un’alleanza può sciogliersi se i membri ritengono che essa non sia più sufficiente a garantire la loro sicurezza. Durante la Guerra Fredda sono ricorrenti le preoccupazioni, da parte dei leader americani, che un singolo cedimento potesse mettere in discussione tutta la credibilità della posizione americana agli occhi degli alleati. 
I dubbi circa l’efficacia di un’alleanza possono emergere per 2 motivi: 
− i membri si convincono di essere privi delle capacità materiali per sconfiggere i loro avversari ⇒ gli Stati più deboli sono più inclini a comportarsi in questo modo, soprattutto in guerra, quando le probabilità di trovarsi dalla parte del perdente sono molto più alte; 
− i membri mettono in discussione la validità dell’alleanza perché cominciano a dubitare dell’impegno effettivo dei loro partner ⇒ più che le capacità, si mette in discussione la volontà degli alleati. Questa problematica sorgerà soprattutto quando gli alleati sono geograficamente separati, dato che una minaccia ad uno può non corrispondere alla minaccia ad un altro. Ancora una volta, sarà il membro più piccolo a temere l’abbandono in caso di attacco. 
3. politica domestica = un approccio alternativo si concentra sui processi politici interni all’alleanza, e soprattutto all’interno dei membri dell’alleanza. Le ipotesi che ne derivano possono essere raggruppate in 4 gruppi: 
i. trend demografico e sociale: se i membri di un’alleanza sono tra loro legati da un qualche legame internazionale tra le loro società, allora qualunque cambiamento nella composizione interna di queste società ridurrà questa forza unificatrice. Allo stesso modo, i legami storici tenderanno a diminuire nel corso del tempo, come dimostrato dal Commonwealth inglese. 
ii. competizione interna: un’alleanza può essere messa in pericolo se un gruppo influente decide che può migliorare la propria posizione attaccando l’alleanza stessa. Questa situazione si verifica soprattutto quando questo gruppo ritiene che l’alleanza favorisca più alcune parti di altre. È quanto si è verificato, ad esempio, quando il Presidente francese De Gaulle rinforzò la sua posizione nella politica francese ritirando la Francia dal Comando militare integrato della NATO nel 1967. 
iii. cambiamento di regime: se la composizione del governo di un paese cambia, è molto probabile che cambino anche gli allineamenti internazionali del paese stesso. Questo non solo perché i nuovi leader cercheranno di rompere con la linea politica dei loro predecessori, ma anche perché non si sentiranno particolarmente obbligati ad onorare gli obblighi presi in passato. 
iv. divisioni ideologiche: sebbene la presenza di una grave minaccia esterna porti gli Stati a sorvolare sulle loro diversità ideologiche, ciononostante le differenze di valori e obiettivi agiranno contro l’alleanza una volta venuta meno tale minaccia. 

Ovviamente, la forza di queste tendenze varierà di caso in caso. Walt, comunque, fa notare che le alleanze tenderanno ad essere meno stabili in un mondo multipolare, dove le grandi potenze hanno di fronte più alternative e più ridistribuzioni di potenza. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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