Il concetto di rappresentanza in Italia

Può accadere che a manifestare la volontà contrattuale sia un altro soggetto rispetto a quello sul quale ricadono gli effetti del contratto concluso. Anche in Italia si conosce un sistema simile: la rappresentanza. Il rappresentante è quel soggetto che manifesta una volontà contrattuale e conclude un contratto i cui effetti sono in capo ad un soggetto diverso, il rappresentato.
L'ordinamento italiano conosce la rappresentanza volontaria, ovvero il potere di rappresentanza conferito volontariamente con la procura (atto unilaterale con cui un soggetto dà ad un altro il potere di rappresentarlo, cioè di manifestare in sua vece una volontà contrattuale che poi lo impegnerà). Esistono anche casi, in Italia, in cui il potere di rappresentanza è conferito per legge: un articolo del codice civile stabilisce che i genitori hanno la rappresentanza dei figli minori, altrove impone il rappresentante legale della società (un soggetto che parli a nome della società).
In Inghilterra un soggetto può vedersi conferita la facoltà di spendere il nome altrui, di concludere un contratto i cui effetti sono in capo ad un soggetto diverso da colui che quella volontà ha manifestato. Gli inglesi definiscono agent colui che sostituisce un altro soggetto, il principal, concludendo in nome e per conto di costui un contratto. Per effetto dell'intervento dell'agent, il contratto produce direttamente effetti in capo al principal.
L'istituto dell'agency fa entrare in gioco tre diversi rapporti: un rapporto tra principal ed agent, uno tra principal ed altro contraente, uno tra agent e altro contraente.
Il rapporto tra principal ed agent è quello primario, che dà avvio all'intera vicenda. Pertanto, conviene partire dall'analisi di questo rapporto.
L'agent si qulifica come tale allorché gli venga conferito il power of attorney, che è il nome che prende in Inghilterra l'istituto equivalente alla procura italiana. Con il power of attorney il soggetto diventa agent, acquisisce il potere di rappresentanza.