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Spettacolo e potere. Teatro nelle corti italiane del XV secolo


Il teatro recitato compare nelle corti italiane tra la fine del secolo XV e l’ inizio del secolo successivo, con lo scopo di allietare un ristretto numero di spettatori ma soprattutto all’interno di un evento totalmente finanziato da un principe, con il compito manifesto di esaltare la magnificenza del committente. Ogni spettacolo ha il preciso intento di indurre lo spettatore invitato a testimoniare e divulgare la fama dell’evento.
Tra 500 e 600 la commedia si arrichisce sempre più spesso di intermezzi accompagnati dalla musica. L’imponente richiesta degli “effetti speciali” richiama presso le corti uno stuolo di tecnici di grandissimo livello.
Gli spettacoli fiorentini documentati presso la corte dei medici, possono essere assunti quale archetipo per tutte le successive rappresentazioni di corte europee. Presso la corte fiorentina troviamo all’inizio del 600 una sorte di agente teatrale ante-litteram, un po’ l’impresario e insieme curatore responsabile, nonché arbitro delle contese all’interno della compagnia. (Don Giovanni dei Medici).
Alla fine del sec. XVI lo spettacolo si evolve e sviluppa differenziandosi per tipologie e moduli organizzativo produttivi.

Tratto da POLITICA DELLO SPETTACOLO di Laura Righi
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