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Rapporti con la Chiesa in Polonia durante il comunismo

Rapporti con la Chiesa

La crisi più grande avvenne in seguito all’invio di una lettera ai colleghi tedeschi da parte dei padri consolari polacchi. I rapporti con la Germania erano visti con sospetto dal governo, che approfittò dell’occasione per contrapporre al primate l’arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, di cui se non altro si riconosceva il grande attaccamento alla nazione polacca.
Nel ’64 Breznev sostituì Chruscev, dimissionario per motivi di salute. La fine di Chruscev segnò la fine della destalinizzazione e l’avvio di un rinnovato conservatorismo politico. Verso la fine degli anni ’60 Gomulka non era più in grado di governare le forze che egli stesso aveva messo in moto e si arroccò in una strenua difesa dell’autorità del partito. Represse le manifestazioni di liberalizzazione interna. Nel 1970 delle manifestazioni di protesta accolsero il varo di una rigida politica anti inflazionistica: il governo reagì duramente e intervenne l’esercito. Gomulka sembrò capace di frenare la situazione. Il ruolo che era appartenuto a Gomulka lo ebbe questa volta Gierek. Il partito stabilì di costringere Gomulka alle dimissioni e di ricoverarlo in ospedale. Il 20 dicembre 1970 segnò la fine dell’era Gomulka e l’inizio del governo di Gierek.

Tratto da LA POLONIA di Giulia Dakli
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