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Codici biplanari e loro classificazione semantica


I codici biplanari sono quelli destinati a vere forme di comunicazione. Un codice è un insieme di segni, noti o no, prevedibili o no, in cui possiamo distinguere: due piani, il piano dei significanti, detto anche da Hjelmslev, “piano dell’espressione”, e il piano dei significati, detto “piano del contenuto”; e due ordini di rapporti, quelli “interni” o “formali” propri del codice con le sue parti ovvero dei segni con gli altri segni, ed “esterni” o “materiali”, propri del codice e dei segni con le realizzazioni semiotiche particolari e i particolari utenti. Da tutto ciò deriviamo che i codici di questo tipo presentano: una dimensione pragmatica; una dimensione sintattica; una dimensione semantica; una dimensione segnaletica. Valutare la dimesione semantica implica arrivare a trovare le differenze profonde che non consentono alle lingue di poter essere considerate alla stessa stregua dei calcoli.
I tratti valutati nella classificazione sono i seguenti: a) globalità; b) articolatezza; c) infinitezza del numero dei segni; d) presenza di sinonimie; e) sinonimie non calcolabili a causa della creatività.

Tratto da SEMIOTICA E COMUNICAZIONE di Niccolò Gramigni
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