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La R&S italiana nel contesto internazionale


È concentrato sia nel tempo (dalla seconda Guerra mondiale in poi) che nello spazio (Nord America, Europa e Giappone (la Triade) rappresentano l’85% della spesa mondiale in R&S). Tuttavia l’Europa è in ritardo rispetto agli altri due.
L’Italia investe in R&S una cifra (13.572 milioni di euro nel 2001) del tutto sottodimensionata rispetto al suo profilo demografico ed economico (7% della spesa europea, con Germania 30%, Francia 29% e UK 17%).
Per riflettere la capacità di un Paese di investire nel proprio futuro si utilizza l’indicatore “intensità di R&S”: rapporto tra spesa per R&S e Pil; è tuttavia un indice soggetto ai limiti posti dalla difficoltà di calcolo delle due grandezze. Si nota una relazione di proporzionalità: più è alto il reddito, maggiore è la quota di spesa totale in R&S sostenuta dalle imprese (per spesa totale in R&S si intende infatti la somma della spesa di imprese, università e istituzioni di educazione superiore, organismi pubblici e istituzioni senza scopo di lucro), e viceversa.

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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