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Modelli strumentali


Le teorie utilitariste, dominanti in economia, hanno influenzato anche la sociologia. Il soggetto dell'azione è pensato come un individuo attivo, che persegue in maniera consapevole i propri scopi, calcolando il rapporto costi-benefici di ogni azione. Le norme sono l'effetto di queste scelte e, la cultura rappresenta la combinazione di tante scelte individuali. Sono molti i sociologi che si sono proposti di spiegare l'emergere di norme e valori sociali con la teoria strumentale. Secondo questa, le norme emergono per soddisfare esigenze con lo scopo di attenuare aspetti negativi o di promuovere effetti benefici per l'attore sociale. Se l'attore sociale aderisce a una norma o a un valore lo fa perché ne trae un vantaggio, quindi, seguendo il proprio interesse. Le norme sociali sono intese come beni pubblici di secondo grado che hanno maggiore probabilità di emergere quando sono strumentali al raggiungimento dei fini del gruppo. In questa prospettiva una norma emerge quando la sua efficacia percepita dagli individui è alta. Anche alla pratica tradizionale della fasciatura dei piedi delle donne in Cina e a quella della mutilazione genitale diffusa in molte parti dell'Africa viene data una spiegazione di questo tipo.
Questa teoria può avere diverse versioni, tutte di tipo "riduzionista", intese, cioè, a ridurre le norme alla razionalità. Secondo Elster vi sono tre versioni dell'utilitarismo: 1. Secondo la prima le norme sono una razionalizzazione del proprio interesse; 2. La seconda sostiene che le persone seguono le norme per paura di ricevere una sanzione se non lo fanno; 3. Si aderisce a norme sociali per il fatto che hanno spesso conseguenze benefiche.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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