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Le variabili esaminate in una ricerca


Le variazioni misurate di una variabile vengono classificate entro categorie, costituite da etichette verbali, numeri e valori, mutualmente escludentisi ed esaustive.
Variabile continuo: assume qualsiasi valore di una serie numerica compresa tra due punteggi (es. altezza). Variabile discreta: assume solo alcuni valori compresi tra due punteggi definiti (genere sessuale).

Scala nominale (categorica): meno precisa, dato che permettono di individuare le variazioni di una variabile ma non di misurare specifiche qualità o attributi; i valori assegnati designano le classi e le differenze tra le categorie ma sono privi di significato.
Scala ordinale: possiamo ordinare lungo una singola dimensione le variazioni di un fenomeno; i valori attribuiti alle variazioni ci permettono di classificare gerarchicamente gli oggetti. Se due soggetti hanno lo stesso valore hanno la stessa quantità di attributo ma non sappiamo in che misura ciascun soggetto possiede l’attributo; non sappiamo quanto sia la distanza tra X e Y e non sappiamo se sia uguale a quella tra Y e Z.
Scala ad intervallo: le variabili, ordinabili lungo un continuum, possono essere misurate a livello di scale a intervallo, con n intervalli (3<n<7). Non esiste uno zero assoluto ma solo arbitrario. Le differenze tra i valori della scala corrispondono a differenze di uguale entità tra gli attributi misurati (uguaglianza degli intervalli). Operazioni di somma e statistica.
Scala a rapporto: livello di misurazione più preciso e rigoroso. La scala possiede uno zero assoluto: è possibile non possedere l’attributo. È possibile effettuare anche le operazioni di moltiplicazione e divisione.

Tratto da TECNICHE DELL'INTERVISTA E DEL QUESTIONARIO di Alessio Bellato
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