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La valutazione della ricerca


E’ il processo oggettivo mirato all’analisi critica della rilevanza, dell’efficienza e dell’efficacia di politiche, programmi, progetti, operatori e istituzioni, gruppi di ricerca e singoli ricercatori, nel perseguire gli obiettivi prefissati; si svolge mediante attività coordinate di carattere comparativo.
Vi sono due tipologie di valutazione: interna (al sistema scientifico), valutazione di merito della qualità della ricerca (da promuovere o svolta) ed è basata sul giudizio espresso dai pari dell’istituzione di appartenenza; esterna, giudizio sugli effetti socio-economici della ricerca in termini di efficienza, efficacia, impatto.
Vi sono poi la valutazione ex ante (progettazione dell’intervento, definizione dei suoi obiettivi e come debbano essere perseguiti), intermedia (verifica dei progressi nel corso delle attività), ex post (misurazione di risultati ed effetti dell’intervento).
La valutazione dev’essere bel progettata ed eseguita. Il problema sta nel fatto che i soggetti che vengono valutati sono la fonte primaria delle informazioni necessarie per un’adeguata valutazione. Regno Unito, Olanda, Germania e Francia hanno accumulato esperienza a riguardo negli ultimi tre decenni, con iniziative promosse dai governi, dagli enti pubblici di ricerca e dalle università. A livello di Unione Europea c’è un certo grado di standardizzazione delle metodologie di valutazione, con un grado elevato di soddisfazione (anche se non mancano critiche da chi è valutato, chi svolge la valutazione e chi la richiede).

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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