Lettera di presentazione
Simone Cosimi
Sparisce e riappare continuamente, riemergendo dalle montagne di dischi, libri, quotidiani, fumetti e, soprattutto, artefatti audiovisivi di vario genere e diametro che ne infestano l’abitazione – condivisa con i genitori, vista la classe: 1983. Nonostante ciò – cioè i ventidue anni - è attanagliato da un fermento proto-dionisiaco, quasi orgiastico, verso tutto ciò che possa garantirgli una presenza tempestiva ed aggiornata sull’attualità e la cultura. Stare sull’hic et nunc. Sempre. Altrimenti ne soffre. Recensisce dischi e live, oltre a mettere in piedi interviste, per il portale musicale www.rockit.it (e per la sua deriva cartacea bimestrale, RockitMag) da sempre tutore delle realtà emergenti e semisconosciute del panorama nostrano, rigorosamente indie. Il motto: tutta roba italiana. Ha scritto su ogni tipo di giornale locale, dal quotidiano al settimanale al mensile (dannoso citarne i nomi) raccontando fatti e fattacci della sua cittadona della cintura romana, Monterotondo, sotto assedio culturale – anzi:ormai vinta – dallo strabordante Veltroni-effect. Ha pure fatto chiudere una pompa di benzina abusiva e la sua anima verde ne gioisce. Questo perché vuole fare del giornalista il suo mestiere: s’è iscritto all’Albo, ma continuano a pagarlo col contagocce. Scrive bene, perché è pigro e non potrebbe mai fare lo scrittore: così fa il giornalista in nuce. Il suo ego è a dir poco smisurato, ma sempre secondo un lavoro di competenza: se non sa, tace. O sfrutta, da buon bricoleur, le conoscenze acquisite e le doti che gli permettono spesso di arrivare prima. Non lo dice lui, lo dicono gli altri. Ma più spesso approfondisce e ripara, anche eccessivamente. E’ convinto che fare tv significhi incastonare programmi fra uno spot e l’altro – e agli effetti collaterali della pubblicità dedica la tesi di laurea in Comunicazione nella società della globalizzazione, a Lettere e filosofia. Non può ritagliare passioni ed attitudini: il suo obiettivo è il “tutto”, il campo sociale nella sua interezza. Però ben fatto. Anche se la filosofia e la semiotica gli fanno spendere intere nottate e friggere le lenti a contatto. Si innamora delle ragazze in metropolitana e con un padre ex-contrabbassista ascolta Ron Carter e Jaco Pastorius da quando aveva un anno (periodo in cui approcciava ai paleocomputer Amiga 500). Il tempo, su di lui, non ha l’usuale e generale effetto-terapeutico: fra un giorno o fra un anno, è come se fosse tutto domattina, dietro la porta. Sa che ce la farà. Ci crede. Lotta e suda. Finora gli è andato sempre tutto liscio, perché è un perfezionista. Forse anche un po' malato. E continuerà ad esserlo. Nonostante epiteti la nostra società quale preda della mediocritas. Ma confida nell’uomo. Di solito (almeno).

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Gli effetti collaterali della pubblicità - Analisi semiotica a partire dallo spot The Sculptor-Peugeot206

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