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Mercati Regolamentati


Il TUF disciplina i mercati sia regolamentati che non regolamentati a cui si uniscono gli internalizzatori sistematici.
Insieme danno origine alle sedi di negoziazione.

La filosofia della regolazione prende atto del fatto che gli operatori tendono ad organizzare autonomamente i mercati, si diminuiscono i costi di transazione.

Il legislatore può avere 2 tipi di approcci:
• il primo prevede di lasciar fare gli operatori, è un approccio più liberista tipico in paesi come gli USA,
• l’altro approccio tipico dell’Europa continentale è di tipo pubblicistico, questo tipo di attività è di competenza dello Stato che deve gestire e organizzare i mercati.

In Italia più o meno l’approccio è stato sempre quello pubblicistico. Questo modello però è stato abbandonato con le direttive Eurosim che prevede il principio di mutuo riconoscimento sia degli intermediari e degli operatori sia dei mercati regolamentati. C’è un elenco in cui sono iscritti tutti i mercati regolamentati riconosciuti a livello europeo. Un’impresa di investimento di un paese europeo può eseguire operazioni a parità di condizioni in qualsiasi di questi mercati iscritti nell’elenco.

Questo ha la conseguenza di creare concorrenza tra i mercati regolamentati, in un contesto di concorrenza un sistema pubblico sarebbe poco efficiente. Si parla quindi di mercato-impresa, ossia l’attività di gestione dei mercati è un’attività di impresa che può essere gestita da imprenditori tramite delle società per azioni.

Nel TUF vi sono norme che sono comuni a tutte le sedi di negoziazione (quindi che valgono per i sistemi multilaterali, per gli internalizzatori sistematici e per i mercati regolamentati). Poi vi sono anche delle discipline specifiche per ogni tipo di sede di negoziazione.

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