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Le BR da Reggio Emilia. Il sequestro Moro sulla stampa locale

Il gruppo dell’appartamento: dal collettivo di Reggio Emilia alle BR

Una delle diverse realtà che hanno contribuito alla nascita delle Brigate Rosse è quella costituita da alcuni giovani di Reggio Emilia e provincia; giovani che venivano spesso dal Pci o dalla Fgci, che in seguito abbandonarono il partito o ne furono radiati, e scelsero infine la strada della lotta armata.
Il contributo al fenomeno brigatista dato da Reggio Emilia in termini numerici è senz'altro inferiore rispetto ad altre realtà come Milano, Genova o Torino, ma non è assolutamente trascurabile per almeno due motivi: in primo luogo alcuni di loro avranno posizioni dirigenziali all'interno dell'organizzazione; inoltre, come anticipato, proprio in provincia di Reggio Emilia si tenne uno dei convegni fondativi dell'organizzazione terroristica.
I giovani reggiani che parteciparono a quell'esperienza venivano da un collettivo nato nel '69 in pieno centro a Reggio Emilia, il gruppo dell'appartamento.
«L'appartamento era suddiviso in tre stanze», racconta Otello Montanari, «uno spazio per la discussione, la rivoluzione, il dibattito politico; un altro in cui si tenevano i rapporti con i partigiani e infine l'ultimo, con una grande lavagna, dove si indicava anche come utilizzare le armi» (P. Pergolizzi, “L'appartamento”).

L'ex deputato del Pci ricorda così l'appartamento in via Emilia San Pietro 25 dove Alberto Franceschini, Prospero Gallinari e altri si trovavano, a partire dall'estate del '69, per discutere di politica.
L'appartamento, almeno nella sua prima fase iniziale, diventa un luogo di ritrovo, un punto d'incontro per tutte le voci del dissenso, uno spazio aperto anche per elementi provenienti dalla sinistra extraparlamentare e dal movimento studentesco. Secondo Otello Montanari, commissario dei Gap durante la Resistenza, deputato del Pci nel '58 e assessore al Comune di Reggio, l'appartamento vede due momenti ben estremistiche di Reggio Emilia, compresi anarchici, gruppi cattolici, operai e studenti, che trovano in esso un luogo dove condurre discussioni senza il controllo e le pressioni dei partiti politici; in un secondo momento, per volere in particolare di Franceschini, s'iniziarono a organizzare incontri con alcune formazioni politiche come Potere Operaio, Lotta Continua e infine con il Collettivo politico metropolitano di Milano, con il quale si arriverà, in seguito ad un'affiliazione.
[...]
L'appartamento ebbe quindi una funzione, almeno in un primo momento, di valvola di sfogo, un luogo dove poter discutere di politica senza l'onnipresenza del Pci reggiano.
La svolta avvenne solamente in un secondo momento, come raccontato da Paroli: «E' alla fine del '69 che noi abbiamo preso contatto con Curcio che da Trento si è trasferito a milano. Lì lavorava con i Cub della Pirelli, abbiamo avuto occasione di incontrarlo tramite un nostro conoscente che faceva l'università a Trento. Loro stavano lavorando a Sinistra proletaria, il soggetto politico a cui noi, poi, abbiamo aderito. Era un momento di grande fermento quello. A Reggio, a noi nell'appartamento, c'era un periodo che ci facevano tutti "il filo"» (P. Pergolizzi, “L'appartamento”).
Da quest'esperienza reggiana, che si andrà a fondere con quella di Sinistra proletaria - organizzazione che aveva a sua volta avuto un importante momento nel convegno di Chiavari nel novembre del '69 al quale però i reggiani non avevano partecipato - si arriverà al citato convegno di Costaferrata.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le BR da Reggio Emilia. Il sequestro Moro sulla stampa locale

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Formicola
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Scienze della Comunicazione e dell'Economia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Andrea Rapini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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