Confronto delle prestazioni di impianti ad energia rinnovabile di piccola potenza

Nel primo capitolo di questa dissertazione si è parlato di come le strategie attuate dalla politica linguistica europea contengano una forte componente di matrice economica, tanto che il Quadro strategico per il multilinguismo dichiara espressamente la direzione intrapresa dall'Unione Europea verso la creazione di una “economia multilingue”, collegando gli ambiti del percorso linguistico a concetti quali la competitività delle aziende. Sotto questo profilo, l'apprendimento permanente riveste un ruolo chiave nel consentire alle persone di adattarsi al cambiamento, di integrarsi nel mercato del lavoro, il quale si sposta sempre più verso la valorizzazione delle competenze linguistiche. È stato dimostrato che le imprese europee, soprattutto le piccole e medie imprese (PMI), si lasciano sfuggire tantissime opportunità commerciali a causa della mancanza di personale con sufficienti competenze linguistiche: in particolare è stato calcolato che l'11% delle piccole e medie imprese europee esportatrici (circa 945.000 società) perda contratti a causa delle barriere linguistiche. Ecco perché un maggiore investimento nelle competenze linguistiche del personale da parte di un'azienda, magari avvalendosi di persone di madrelingua straniera, oppure di persone che dispongono di certificazioni che dimostrino l'autenticità delle loro competenze (e qui si dimostra quanto abbia contribuito l'introduzione dei livelli di riferimento del Quadro comune europeo), o assumendo traduttori e interpreti, comporterebbe si un consistente aumento delle spese aziendali ma anche un incremento del volume di affari, in quanto «il mondo degli affari tende spesso a utilizzare una sola lingua per comunicare, ma i consumatori, monolingui o multilingui che siano, preferiscono che gli si parli nella loro lingua, e per quanto i mercati siano diventati internazionali, per conquistare nuovi clienti le imprese devono puntare soprattutto sulle realtà locali».