5 
considerarne uno in particolare e, quindi, ho scelto di parlare di 
contraccezione. Si tratta di un aspetto fondamentale per una società 
che vive la sessualità in modo sempre più libero e disinibito, senza 
tener conto delle conseguenze che potrebbero derivare da un rapporto 
non protetto, come la possibilità di una gravidanza indesiderata, o 
ancor peggio di una malattia a trasmissione sessuale. Gli adolescenti 
costituiscono la categoria più a rischio, poiché spesso si affidano a 
informazioni tratte da siti internet e riviste, oppure ai falsi miti 
trasmessi da amici e coetanei; di questo però se ne parlerà 
nell’introduzione alla parte terza. 
L’obiettivo di questa prima parte introduttiva è quello di presentare 
brevemente il motivo per cui si è deciso di strutturare il lavoro di tesi 
in un certo modo. Come si può evincere dall’indice, è possibile 
distinguere tre parti differenti. 
In una prima parte, intitolata “la contraccezione” si è voluto fare un 
piccolo excursus generale sul tema considerato, andando a sviscerare, 
sia pure in modo abbastanza riassuntivo, le questioni più importanti 
riguardanti le pratiche contraccettive. Quindi, dopo una presentazione 
generale dei principali metodi contraccettivi e del loro meccanismo 
d’azione, si considera la contraccezione in modo più ampio, parlando 
della possibilità di talune metodiche di svolgere un doppio ruolo: 
prevenzione di gravidanze indesiderate e protezione dalle malattie a 
trasmissione sessuale. Successivamente si considera la contraccezione 
d’emergenza, una possibilità molto importante concessa alle donne, 
ma non per questo degna di sostituire l’utilizzo abituale di un normale 
 6 
metodo contraccettivo. Infine si parla di aborto e contraccezione, al 
fine di sottolineare la differenza esistente tra i due concetti. 
Nella seconda parte viene presentata l’ostetrica in quanto figura 
professionale autonoma e dotata di conoscenze e competenze, tali da 
permetterle di poter eseguire consulenze con estrema professionalità; 
l’ostetrica, infatti  segue le donne e soprattutto le giovani donne anche 
nel loro percorso di crescita e maturazione sessuale, e, quindi, non 
soltanto in un periodo limitato nel tempo, come può essere quello 
della gravidanza. 
Infine, nella parte terza, si espone il progetto eseguito per il lavoro di 
tesi. Si tratta di una parte correlata con la tematica della 
contraccezione, ma strutturata in modo da apparire quasi indipendente. 
In effetti è presente una nuova introduzione, in cui sono spiegati i 
motivi della scelta dell’argomento di tesi e del progetto effettuato. Nel 
cuore della parte terza sono evidenziati i risultati della ricerca e si 
chiude il lavoro con una breve discussione conclusiva. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 7 
PARTE PRIMA 
 
 
 
CAPITOLO 1: 
Definizione e Cenni storici 
 
 
Il termine “contraccezione” indica una serie di modalità temporanee 
che possono essere attuate al fine di ridurre o eliminare le possibilità 
di concepimento in situazioni o momenti non ritenuti opportuni dalla 
coppia. È necessario distinguerla dalla sterilizzazione, poiché, in 
questo caso, si tratterebbe di una modalità permanente e quindi 
irreversibile. 
In realtà il controllo delle nascite non è un’invenzione moderna, 
poiché sin dall’antichità, in tutte le società, una gravidanza 
indesiderata ha sempre rappresentato un problema. Ovviamente non si 
era a conoscenza delle metodiche moderne, poiché solo nell’ultimo 
secolo la contraccezione è diventata branca ufficiale della medicina; in 
compenso venivano usate tecniche più rudimentali illustrate in antichi 
documenti. Nel papiro di Kahun (Egitto 1850 a.C) viene descritto 
l’uso di pessari vaginali a base di escrementi di coccodrillo e miele, 
mentre nel papiro di Ebers (1550 a.C) si fa riferimento a tamponi 
vaginali  fatti di garze imbevute in un composto di punte d’acacia e 
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miele1. A Roma, nel III sec. d.C venivano utilizzati tappi di lana 
inzuppati di olio acido, miele, colla di cedro, melograno e polpa di 
fico2. Le donne arabe utilizzavano pessari a base di sterco di elefante, 
mentre nella cultura cinese si ritrovano ricette antifecondative e 
abortive; tra gli Ebrei era usato un infuso di radici che si diceva 
rendesse sterili le donne. Nell' antichità erano anche diffusi spugne ed 
esercizi fisici per espellere lo sperma dopo il coito3. Per lo sviluppo 
della contraccezione un posto di rilievo spetta ai cammellieri 
transahariani, i quali usavano inserire dei sassi nel canale vaginale 
delle cammelle per evitarne il concepimento durante le lunghe 
traversate; d’altro canto queste antiche esperienze vennero 
perfezionate anche dall’astuzia delle prostitute che usavano introdurre 
in vagina prima del rapporto spugne imbevute di aceto o succo di 
limone. Come si può facilmente notare tutti i metodi da sempre 
utilizzati ricordano i moderni spermicidi e il diaframma, ma nessuno 
fa riferimento a metodi naturali, data la scarsa conoscenza dei processi 
fisiologici della fecondazione. Solo in India sembra che pochi “eletti” 
abbiano avuto una conoscenza più approfondita dei processi 
biochimici dell’uomo e della donna. Il Kama-Sutra e il Tantra 
(tecniche segrete per un elevazione intellettuale e spirituale) spiegano 
dettagliatamente tecniche di coitus reservatus, in cui l’uomo prolunga 
il coito il più possibile senza raggiungere l’eiaculazione4. Quasi tutti i 
mezzi escogitati nell’antichità  furono istintivamente diretti sulla 
                                                 
1
  Storia della contraccezione : www.babycomp.it 
2
 G. Pescetto, L. De Cecco, D. Pecorari, N. Ragni:  Ginecologia e Ostetricia , cap. 13 
3
 Dott. Filiberto Di Prospero:  La storia della contraccezione”; www.salutedidonna.it 
4
  Storia della contraccezione : www.babycomp.it 
 9 
donna; ciò nonostante in alcune civiltà venivano utilizzati anche 
dall’uomo strani preservativi: ad esempio in Giappone si utilizzavano 
preservativi fatti di un sottile strato di tartaruga, di osso o di cuoio noti 
come Kyotai (sacchetto per il pene). Inoltre in alcune tribù si 
interveniva addirittura con mutilazioni dei genitali; nei ragazzi più 
deboli, meno combattivi o più malvagi, in età puberale veniva 
praticata un’ incisione di lunghezza variabile tra il glande e lo scroto, 
in modo da creare un’ipospadia artificiale che veniva mantenuta 
beante mediante l’introduzione di piccoli frammenti di corteccia 
d’albero: ed è da questa stomia che veniva fuori il liquido seminale al 
momento dell’eiaculazione, in modo da evitare la fecondazione e 
quindi assicurare alla tribù solo la procreazione degli individui più 
validi e valorosi.5 
Con l'avvento del cristianesimo, nei paesi occidentali si assiste al 
diffondersi di una dottrina rigidamente ostile ad ogni pratica 
contraccettiva, al punto da considerare "lecito" anche nell'ambito 
matrimoniale solo quel rapporto teso alla procreazione. Questa 
concezione assolutamente restrittiva, che poneva ogni pratica 
contraccettiva al pari della fornicazione, resisterà fino alla fine del 
Medioevo. Ciò nonostante continueranno a diffondersi in Europa 
pratiche empiriche di ogni tipo ed è questa l'epoca in cui la ricerca 
scientifica si dedica al problema. Beard nel 1897 e Prenant nel 1898 
osservarono come durante la gravidanza l'ovulazione fosse soppressa, 
ma bisognerà arrivare alla fine dell'Ottocento per veder nascere il 
                                                 
5
 “Contraccezione, una storia”: Donna e Donna: il giornale delle ostetriche 
 10 
Movimento per la Legalizzazione dell’Anticoncezione di Margaret 
Sanger, che si affermerà in Inghilterra e negli USA dopo il 1920. 
Inoltre, nello stesso periodo, il giapponese Ogino e, due anni più tardi, 
l'austriaco Knaus, capirono che solo un preciso periodo del ciclo della 
donna è fertile, e questa scoperta ha costituito la base per tutti i metodi 
naturali; più tardi si è giunti anche all'osservazione della temperatura 
corporea che offriva risultati più attendibili per la determinazione e la 
distinzione del periodo “non fertile” da quello fertile e poter quindi 
utilizzare i dati per la contraccezione e la procreazione6. Per quanto 
riguarda le metodiche ormonali, dopo che Hermann e Stein 
dimostrarono nei ratti che estratti ovarici potevano inibire 
l'ovulazione, Haberlandt nel 1924 suggerì l'impiego degli ormoni 
ovarici per il controllo della fertilità. Ma dovettero passare ancora 
molti anni, caratterizzati da  esperimenti negli animali e da grandi 
progressi in ambito farmacologico, prima che Gregory Pincus, nel 
1956, dimostrasse la possibilità di una contraccezione nella donna, 
basata sulla somministrazione orale di ormoni (quella che diventerà la 
moderna pillola anticoncezionale)7. 
 
 
 
 
 
                                                 
6
  Storia della contraccezione : www.babycomp.it 
7
 Dott. Filiberto Di Prospero:  La storia della contraccezione”; www.salutedidonna.it 
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CAPITOLO 2: 
Metodi Contraccettivi 
 
 
In questo paragrafo saranno considerati singolarmente i metodi 
contraccettivi prevalentemente utilizzati oggi per la regolazione ed il 
controllo delle nascite; si tratta di metodiche che appartengono a varie 
categorie ed agiscono prevenendo l’instaurarsi di una gravidanza in 
diversi modi. Per poter capire meglio le modalità d’azione dei vari 
metodi anticoncezionali è necessario ricordare i principali meccanismi 
della fecondazione.  
Il fisiologico svolgimento dei meccanismi riproduttivi della donna si 
estrinseca mediante 
un regolare ciclo 
ovulatorio e 
mestruale. A partire 
dalla pubertà e fino 
alla menopausa, 
l’ovaio femminile, 
sotto l’influsso degli 
ormoni ipofisari 
FSH (ormone follicolo stimolante) ed LH (ormone luteinizzante), 
lascia crescere un certo numero di follicoli, contenenti una cellula 
uovo. All’incirca ogni mese uno dei follicoli predomina sugli altri, 
sulla base di fattori ormonali che permettono l’instaurarsi di un clima