predomino nel deserto. 
Una volta conquistato il Sahara, la Francia cercò di consolidare il suo potere attraverso una politica 
coloniale che venne affidata a comandanti di prestigio come il generale Laperrine.
L’indipendenza  concessa  negli  anni  sessanta  non  migliorò  la  condizione  delle  popolazioni,  al 
contrario essi passarono sotto un dominio più severo e repressivo, che insieme alle ripetute siccità, 
mise a dura prova la sopravvivenza degli uomini blu.
Le politiche di marginalizzazione e sedentarizzazione forzata, attuate dai nuovi governi, portarono 
allo scoppio delle rivolte che imperversarono in Niger e Mali negli anni novanta.
Oggi,  dopo una  serie  di  accordi  firmati  dai  governi  e  i  ribelli,  si  è  giunti  ad  una  “apparente” 
pacificazione,  ma la  situazione rimane difficile;  per  questo  molte  associazioni  non governative 
stanno operando per aiutare questa popolazione,  che vive in condizioni non certo favorevoli,  a 
svilupparsi sempre nel rispetto e nella tutela della loro unicità culturale.
Con questa tesi vorrei provare a rispondere principalmente a tre quesiti.
1) È possibile parlare di una nazione tuareg? Le ambizioni e le richieste formulate dai tuareg in 
particolare negli  anni novanta a proposito, sono legittime e hanno delle basi storiche? .
2) Per quale motivo i tuareg sono rimasti esclusi dai posti decisionali e ai margini della società?.
3) Perché gli aiuti dati in favore di queste popolazioni vengono dirottati dai governi e non arrivano 
al destinatario? C’è forse in questo un desiderio di rivincita dei nuovi governanti nei confronti di 
una minoranza che un tempo era la padrona del deserto e i “neri “ erano i suoi schiavi?. 
Scrivere la storia dei tuareg non è stato semplice, perché questo popolo ha una cultura orale, che si 
trasmette di generazione in generazione,  e la loro storia è stata scritta da altri, in particolare dai 
francesi.
Le ricerche sono state effettuate anche a Parigi presso la Biblioteca Mitterand e a Londra presso la 
S.O.A.S ( School of  Oriental and African Studies).
7
CAPITOLO 1
La società tuareg:  storia e organizzazione sociale
      1.1 Le confederazioni tuareg
Figura 1: le confederazioni Kel Tamacheq precoloniali.
  
Il termine Tuareg deriva dalla parola araba Twāreg, plurale di Targi, tratto da Targa, nome della 
provincia libica del Fezzan, dove si pensava fossero stanziati i primi Berberi giunti in Africa del 
Nord. Il vocabolo berbero twāreg è stato reso per convenzione in francese con touareg  e in inglese 
con tuareg e viene utilizzato in modo invariabile per rendere sia il singolare che il plurale o 
8
concordato al plurale aggiungendo una esse e al femminile con touaregue(s)1.
Tuareg è un termine dispregiativo, coniato dagli arabi e significa “abbandonati da Dio”.
I leggendari uomini del Sahara preferiscono chiamarsi Imohag, che significa uomini liberi. 
Le denominazioni endogene si riferiscono alla lingua e/o alle regioni di provenienza, quindi Kel 
Tamahaq o Kel Ahaggar, in Algeria; Kel Tamasheq in Mali; Kel Aïr o Kel Tamajaq in Niger; “quelli 
della lingua tamahaq/tamasheq/tamajaq2”. 
La realizzazione fonetica del termine, infatti, cambia per i locutori, secondo le regioni: se Tamajaq è 
in uso presso le popolazioni Tuareg del Niger, in Mali diventa Tamasheq e in Algeria Tamahaq3 .
I tuareg sono conosciuti in occidente come “uomini blu” dal velo blu indaco che indossano, che 
colora di blu la loro pelle. 
Sono un popolo nomade,  vengono descritti come alti, fieri e taciturni, con un fisico secco, 
muscoloso e sono ospitali verso lo straniero. 
Oggi i tuareg sono divisi in cinque grandi gruppi ripartiti in cinque paesi dell’area sahariana, nel sud 
del Maghreb, in Algeria, Libia, nel Sahel del  Niger, Mali, Burkina Faso.
Sono organizzati in confederazioni, ciascuna comprende circa cento tribù più o meno assoggettate 
ad uno stesso capo. 
In rapporto all’immensità del loro paese, i tuareg non sono un popolo prolifico, circa 1.000.000 di 
persone, di cui 800.000 in Mali e Niger e 20.000 nella regione dell’Hoggar.
Da est  a ovest si possono suddividere in questo modo:
- I  KEL AJJER, che prendono il nome dal massiccio montuoso del Tassili degli Ajjer, sono ripartiti 
tra Libia e Algeria.
- I KEL AHAGGAR, IHAGGAREN, o tuareg dell’Hoggar,  sono strettamente algerini e gravitano 
attorno al massiccio dell’Hoggar. L’Hoggar è una regione montagnosa, un massiccio le cui estremità 
sono costituite dalle città di Gadames, Timbuctù e Agades. In un territorio di circa un milione di 
chilometri quadrati, percorso da sei piste carovaniere, vivono duecentomila tuareg nomadi, il solo 
popolo autoctono del Sahara centrale.
- I KEL AIR, il cui territorio è il massiccio dell’Air e le pianure saharo-saheliane a sud di esso. Essi 
sono nigerini con espansione in Nigeria e anche in Ciad. Tra i tuareg, questi sono i più strettamente 
incrociati e la principale divisione interna è tra Kel Ewi, che si trovano nella zona del massiccio e i 
1
 Encyclopedie de l’islam, Leiden Brill, 2002, tomo X, voce Tawarik, p. 408.
2
 D. Gersi,  La dernière grande aventure des touaregs, Editions Lafont, Paris, 1972, p. 236.
3
 M.  Aghal i -Zakara,  Elements  de  morphosintaxe  touaregue ,  Centre  de  Recherches 
Berbères/GETIC,  Parigi ,  1996.
9
Kel Gress, che stanno a sud di Agadez , nella zona pianeggiante.
- Gli IULLIMMIDEN o Oullimmiden, stabilitesi da Bamba a Menaka, con due ramificazioni,una 
nell’Azawak nigeriano(dipartimento di Tahoua e di Niamey) e l’altro, a Terà (Niger), sulla riva 
destra del fiume Niger e nell’Oudalan (nel Burkina Faso).
Da essi si sono distaccati i Kel Dinnik e i Kel Adrar, i primi nomadizzavano nella zona a est del 
massiccio, fino a Tahoua. Gli altri, conosciuti come Kel Ifoghas, stanziano nella zona del massiccio 
conosciuto come Adrar degli Ifoghas.
Inoltre vi sono a nord dell’Algeria e a sud del Mali i Kel Tamajaq, la cui espansione è stata 
contenuta da altri nomadi del Sahara come i kunte, marocchini e altri.
- I TENGUEREGUIF stabilitisi nella zona di Timbuctù, noti anche come tuareg sudanesi o del sud4.
I  principali luoghi di incontro sono In-Salah e Aoulef nel Tademat; Eker, Silet, Ideles, Tamanrasset 
in Hoggar; Polignac Djanet e Ghat nel Tassili; Iferrouane e Agades nell’Air, Tahoua nel Sahara del 
Niger5.
Le cinque confederazioni non erano unite da alcun legame politico stabile, anche se erano frequenti 
le intese militari se si dovevano difendere da un nemico comune o dall’attacco di altre tribù.
Solo in concomitanza dell’arrivo dei francesi si ebbero alleanze tra intere confederazioni, ma non si 
giunse a un’unificazione dell’insieme Tuareg, infatti il loro temperamento anarchico ha fatto si che 
essi non abbiano mai costituito una sola nazione, nonostante si attribuiscano una stessa origine.
La società tuareg ha una struttura complessa e  stratificata, che ricorda la società feudale.
Essa comprende:
-  L’amenokal,  scelto  all’interno  della  tribù  dominante,  fra  gli  aventi  diritto  alla  successione6 , 
rappresenta  il  capo  politico  della  confederazione.  Egli  è  il  detentore  dell’ettebel, che  significa 
confederazione7,  simboleggiante  il  comando  e  la  sovranità  sulla  totalità  dei  suoi  dipendenti. 
L’amenokal nella lingua tuareg significa possessore del paese. Egli é il sovrano assoluto, il titolo è 
ereditario e alla sua morte passa al fratello, altrimenti in mancanza del fratello passa a un cugino, al 
4
 A.Gaudio,Uomini blu,il dramma dei tuareg tra storia e futuro, Edizioni cultura della pace, Firenze, 1993, p. 37.
5
 A. Gaudio, Les civilisations du Sahara, Marabut Universite’,Belgio, 1967, p. 63.
6
 I l  d i r i t to  d’accesso  al  comando  sembra  t rasmet ters i  per  via  matr i l ineare,  nonostante  le 
incongruenze  regis t rate  da  autori  come  J .  Nicolaisen  (1962)  o  H.  Lhote.  (1955),  che 
regis t rano  casi  di  aménokal  aff i l ia t i  per  via  pat r i l ineare.  
7
 Il  termine,  di  origine araba  (da  tobol,tamburo),indica  sia  il  tamburo del  comando,unica  insegna  del  capo del 
gruppo,sia il titolo del capo stesso, nonché il gruppo sotto il suo comando. Il tamburo del comando,come segno di 
potere,è  d’uso  comune  nel  mondo  arabo.attualmente  lo  si  trova  in  uso  presso  molte  popolazioni 
africane,probabilmente  in  seguito alla  diffusione dell’islam.  Si  veda H.Lhote  ,  Les  touaregs de  Hoggar,  Payot, 
Parigi, 1955, p.191.
10
terzo grado invece passa al figlio primogenito della sorella primogenita8. Nell’Hoggar questo titolo 
è conferito al  capo supremo regnante su un insieme di tribù nobili  e vassalle;  mentre nel Mali 
talvolta è riferito a semplici capi di accampamenti.
L’amenokal è  eletto  attraverso  complicate  e  severe  regole  di  successione  e  in  virtù  delle  sue 
personali doti, da un’assemblea comprendente tutti gli esponenti nobili, o una loro rappresentanza, e 
dai capi delle tribù vassalle. In seguito all’elezione riceve l’omaggio delle tribù subordinate, che 
consiste in pelli, sale, cereali, burro e cammelli.
Le carovane che attraversano il suo territorio devono pagare all’amenokal un tributo, e anche le 
famiglie nobili devono offrire dei tributi al sovrano. Una volta eletto può essere sollevato dalla 
carica sia dai nobili, sia per richiesta dei tributari9 . 
L’effettivo potere esercitato dall’amenokal è di difficile definizione, è possibile che la reale portata 
delle sue funzioni, nominalmente deboli, potesse essere ampliata dal prestigio personale di colui che 
occupava la carica. 
Come tutti gli altri nobili l’amenokal possiede degli scudieri che devono portare la sua lunga lancia 
e il suo scudo rettangolare.Questi non garantiscono una vita sicura al loro amenokal e neanche un 
trono sicuro; infatti se dimostra di avere poco coraggio ed è incapace di governare può essere 
deposto e sostituito da un capo più popolare.
L’ amenokal vive in mezzo a intrighi di corte e deve fare sempre attenzione se vuole salvaguardare 
il suo trono.
I suoi ordini non sono diretti ma passano attraverso gli amghar, capi tribù che spesso non rispettano 
i suoi interessi10.
L’amenokal è comandante nella guerra, mentre nei periodi di pace arbitra i conflitti tra tribù, quando 
si tratta di terre da pascolare o animali rubati.
Essenzialmente,  la  sua  autorità  sembra  esercitarsi  in  tre  diversi  ambiti:  egli  può  decidere  ed 
organizzare razzie, guidare i suoi nelle lotte contro gli altri gruppi, ma per tutte le questioni più 
importanti (dichiarazioni di guerra ad altri gruppi), deve consultarsi con alcuni rappresentanti delle 
tribù ad esso sottoposte;
Per quanto riguarda il territorio, sembra fosse l’amenokal stesso a decidere dell’attribuzione delle 
porzioni territoriali (essenzialmente pascoli, ma anche aree di caccia o da cui è possibile ricavare 
una qualche altra risorsa, come semi o bacche) alle diverse tribù che compongono l’Ettebel, e a 
risolvere conflitti e litigi che da essa potevano derivare. Inoltre egli può decidere della tutela di aree 
8
 Jeremy Keenan , The Tuareg “people of Ahaggar”, A. Lane   London, 1977, p.63.
9
  H.  Lhote,  op. cit., p.189.
10
 H.Lhote, op.cit., p. 189.
11
eccessivamente  sfruttate  oppure  in  cui  la  pioggia  aveva  fatto  crescere  il  manto  erboso,  per 
proteggere  i  germogli.  In  caso  di  mancato  rispetto  delle  sue  disposizioni,  poteva  esigere  il 
pagamento di un’ammenda1 1 . 
Infine percepisce tasse e tributi annuali  dai suoi tributari  (tiwsé);  una percentuale dei bottini  di 
razzie  e  guerre,  il  tributo  annuale  degli  imghad  della  sua  tribù,  pretendendo,  in  alcune 
confederazioni, una parte della taggalt (prezzo della sposa) per ogni matrimonio, oppure una parte 
dell’eredità alla morte di ogni tributario; impone dazi sul passaggio di carovane sul suo territorio. I 
beni così raccolti sono generalmente ridistribuiti fra i nobili e gli individui sprovvisti di mezzi di 
sussistenza (sottoforma d’elemosine “pie”, prestiti e doni) all’interno del suo Ettebel.
La tenda dell’Amenokal, è formata da una decina di paletti di due metri di altezza, l’interno spazioso 
occupa circa una trentina di metri; vi sono selle, mortai per pestare miglio e datteri, tappeti, corna di 
montone dove è conservato il burro, e un grosso tamburo, il  tobol  che è il simbolo della dignità 
regale,  che  viene  suonato  solo  in  determinate  circostanze:  quando inizia  una  guerra  o  si  deve 
firmare  un trattato  di  pace  oppure  quando il  re  amministra  la  giustizia.  Il  tobol ha  una forma 
semisferica, viene scavato in un tronco d’albero e ricoperto di pelle di bue; da esso prende il nome 
l’amenokal e la sua tribù12. 
Essere privato del tobol è il più grande oltraggio che un capo possa subire e costituisce un’offesa al 
suo prestigio, in particolare quando viene sottratto da un nemico.
Il  primo amenokal di  cui si  abbia conoscenza storica precisa,  fu Goma, amenokal dell’Hoggar, 
morto nel 1650, le cui origini risalirebbero alla leggenda di Tin Hinan. Dopo Goma si susseguirono 
11 amenokal fino ad arrivare a Bey Ag Akhamouk, che ha regnato dal 1950 fino alla sua morte 
avvenuta nel 1977. Egli è stato vicepresidente del parlamento algerino fino alla soppressione del 
parlamento nel 1965. Egli fu comunque considerato amenokal fino al 1969, poi si ritirò ad Abalessa 
nel suo accampamento dove era considerato il capo spirituale dei tuareg. Alla sua morte la figura 
dell’amenokal fu cancellata13.
 - L’Amghar n tawshit (l’anziano della tribù) è il capo tribù eletto da un’assemblea  composta dai 
membri della tribù stessa. L’ amghar  fa da intermediario tra l’amenokal e la tribù, regolando le 
dispute non gravi, facendo da esattore e stabilendo le zone di pascolo.
 In alcuni ettebel la sua elezione deve essere accettata dall’amenokal, almeno nel caso dell’elezione 
del capo di tribù particolarmente importanti, mentre in altri, la vita politica interna alla tribù gode di 
un’ampia autonomia nei confronti del potere dell’amenokal o, in generale, dei nobili.
11
 A.  Rybiński ,  “Pastoral  Nomads  and  Conservat ion  of  the  Natural  Environment .  Elements  of  
Ecological  Consciousness  among the Tuaregs”,  in  Hemisphèresn.  5 ,1988,  pp.  45-61.
12
 A. Bourgeot, Les sociétés touaregues, nomadisme, identité.resistances, Karthala, Paris, 1995, p. 344.
13
 A.Gaudio, Uomini Blu…op. cit., p. 121. 
12
Se Casajus  (1987) parla  di  una carica nata essenzialmente con il  colonialismo, e connessa alla 
raccolta delle imposte14, H. Lhote (1955) attribuisce all’amghar altri poteri. Innanzi tutto un ruolo di 
mediatore tra l’amenokal e la gente del suo gruppo: trasmissione degli ordini, raccolta del tributo 
annuale, ecc. Inoltre egli deciderebbe delle porzioni di pascolo da attribuire ad ogni accampamento, 
regolando i conflitti tra gli allevatori ed imponendo la difesa di aree fragili.
- Gli  Imajeghan, chiamati anche ihaggaran o imouhar nell’Hoggar, formano il gruppo dominante 
dell’Ettebel. Essi sono per la maggior parte bianchi; aristocratici e galanti con le donne.  Detengono 
il potere politico, infatti è al loro interno che viene individuato il lignaggio (i Kel ettebel, “quelli del 
tamburo”), possessore del diritto d’accesso all’amenokalato, ossia alla direzione dell’Ettebel15.
Gli imajeghan sono per lo più guerrieri, possiedono  un cospicuo numero di cammelli, nonché orti 
presso le oasi, di cui non si occupano quasi mai direttamente. La principale attività degli imajeghan, 
da cui deriva la preminenza politica, consiste essenzialmente nelle guerre e nelle razzie. Per essi 
dedicarsi ad attività che non siano la guerra o il saccheggio sarebbe come perdere la propria dignità, 
infatti disprezzano il lavoro manuale e questo ha portato al loro progressivo impoverimento.
La maggior parte delle attività di sostentamento viene svolta dagli schiavi neri, gli iklan, acquistati 
dai mercanti arabi o catturati nel corso delle razzie dirette contro i villagi delle tribù sedentarie o 
contro tribù appartenenti ad altri Ettebel. 
I saccheggi contro le tribù vicine consistono nel furto di bestiame, schiavi e altri oggetti di valore. 
Questa pratica è assai diffusa, in particolare nella stagione secca, quando lo stato dei pascoli obbliga 
la dispersione delle tende ed è considerata un’istituzione con  proprie leggi e principi.
Le guerre sono più rare e spesso nascono da contestazioni riguardo all’uso dei pascoli, da rivalità 
commerciali, politiche o da questioni di predominio, tra tribù nobili.
Gli  imajeghan  godono della supremazia politica proprio perché hanno la preminenza nell’attività 
guerriera; sono gli unici in possesso delle cavalcature, i soli capaci di condurre gli assalti contro 
altri  accampamenti  e  infine  sono  gli  unici  ad  assicurare  protezione  dall’attacco  di  altre  tribù 
guerriere .
- Gli  imghad  sono essenzialmente pastori. Essi non sono autorizzati a possedere delle capre, ma 
posseggono dei cammelli, anche se questo divieto, che ad esempio si segue presso i Kel Ahaggar, 
non riguarda tutte le confederazioni. 
La loro posizione sociale fu molto discussa, secondo Duveyrier, possono essere considerati dei servi 
in  quanto  sono  soggetti  a  servitù  e  fanno  parte  dell’eredità  degli  imajeghan,  che  in  cambio 
14
 D. Casajus, La tente dans la solitude. La societé et les morts chez les touaregs kel Ferwan, Cambridge University 
Press, Edition de la Maison des sciences de l’Homme, Paris, 1987, p. 59.
15
 A. Deschamps, Rivolte touaregue , Du cessez le feu provissoire a la  << paix definitive>>, Hamarttan, Paris, 2000, 
p.     139.
13
assicurano loro protezione; secondo Padre de Foucauld, invece il termine imghad possiederebbe la 
stessa radice del verbo meghed, il cui significato è “essere vassallo, plebeo”, infatti l’imghad non è 
un vero e proprio servo, ma nella scala sociale si può collocare tra il servo e il vassallo, più vicino a 
quest’ultimo16.
Sono  organizzati,  dal  punto  di  vista  politico,  in  tribù  di  cui  eleggono  il  capo,  secondo  regole 
matriarcali17. 
Le tribù nobili non interferiscono nell’amministrazione degli affari interni e spesso alcuni imghad si 
riuniscono con gli imajeghan per eleggere l’amenokal. Gli imghad possono possedere degli schiavi, 
iklan.
Gli ineslimen rappresentano la classe religiosa e hanno il compito di insegnare il corano ai bambini, 
ma ignorano, generalmente, l’arabo.
La loro importanza varia a seconda della confederazione d’appartenenza; in alcune confederazioni 
non formano una classe vera e propria e sono considerati allo stesso livello degli imajeghan e i 
matrimoni tra i due gruppi vengono accettati.
- Gli enaden formano la classe degli artigiani, lavorano il metallo, il cuoio e il legno. Essi si trovano 
nel gradino più basso tra gli uomini liberi e sono disprezzati perché lavorano manualmente e non 
hanno  principi  morali.Vengono  mantenuti  dal  signore  per  cui  lavorano  ed  esercitano  spesso  il 
mestiere di barbieri e chirurghi comprese le estrazioni dentarie18. Sono temuti per i loro supposti 
poteri magici, in quanto posseggono talismani potenti e per lavorare i metalli utilizzano il fuoco19. 
Spesso  vivono presso gli  accampamenti  degli  imajeghan o degli  imghad,  senza  costituire  tribù 
distinte. In genere i loro accampamenti non sono costituiti da più di due famiglie o se sono integrati 
con altre categorie sociali, vivono un po’ ai margini. Essi parlano un dialetto diverso dagli altri 
tuareg, il tenet, che non è comprensibile agli altri gruppi e si dice che  discendano da popolazioni 
nere esterne al mondo tuareg.
- Gli  iklan sono gli schiavi, catturati durante le razzie o comprati dai mercanti arabi di Timbuctù. 
Essi  potevano  essere  di  proprietà  di  ciascuna  delle  altre  caste20.  Si  occupano  delle  attività 
domestiche nell’accampamento, della manutenzione e foratura dei pozzi, della cura degli orti, della 
custodia del gregge e i loro bambini crescono insieme ai figli del padrone. Possono essere assimilati 
a un bene patrimoniale e quindi far parte della taggalt, il prezzo della sposa pagato al momento del 
16
 Padre de Foucauld, Dictionnaire abregé Tuareg-Francais, Imprimerie Nazionale, Paris, 1920, tomo II, p. 163.
17
 Secondo  E.Bernus  il  capo  tribù  non  è  una  figura  tradizionale,  ma  la  sua  istituzione  la  avrebbero  ereditata 
dall’amministrazione coloniale francese,che aveva istituito una figura che faceva da mediatore per la riscossione 
delle  imposte.  E.Bernus,Touaregs  Nigeriens,  Unitè  culturelle  et  diversitè  regionale  d’un  peuple  pasteur, 
L’Harmattan, vol.1, Paris, p. 77.
18
 H.Lhote,op.cit., p. 207.
19
 H.Lhote,op.cit., p. 208.
20
 Enciclopedie de l’islam, op. cit., p.406.
14
matrimonio o rappresentare l’alkhabus, un lascito patrimoniale che un fratello ancora in vita dà alla 
sorella.
Lo schiavo è  considerato  fondamentale  per  la  produzione,  anche perché  svolge  lavori  manuali 
considerati poco dignitosi dagli imajeghan. L’iklan appartiene alla tribù del suo proprietario ed è 
estraneo alla vita politica.
- Gli harratini sono i coltivatori sedentari di etnia nera, provenienti dal Touat e dal Tidikelt. Le terre 
di  proprietà  dei  tuareg  vengono  fatte  coltivare  dagli  iklan,  ma  soprattutto,  a  mezzadria,  dagli 
harratini  e  dagli  iborelliten,  iklan  liberati.  Ai  mezzadri  i  proprietari  tuareg  forniscono  sementi, 
acqua, attrezzi, trattenendosi i quattro quinti del raccolto.
I tuareg che vivono nell’Hoggar, nel Tassili e dell’Air conservano il loro modo di vivere antico, 
ricco di tradizioni millenarie.
Secondo il pensiero tuareg, “nessun essere, nessun oggetto, saprebbe esistere senza la protezione di 
un rifugio”21, per un nomade la tenda rappresenta quindi il cuore dello spazio abitato, in opposizione 
al ténéré, il deserto sterile, che non permette la vita né degli uomini, né dei loro animali, e all’essuf, 
lo spazio selvaggio abitato da spiriti malevoli.
Le tende (ehan) possono avere una forma diversa secondo l’area di  costruzione:  generalmente 
tondeggianti,  sono  costruite  dalle  donne  montando  una  sorta  d’intelaiatura  di  pali  e  supporti 
verticali  o  ad  archetti,  ricoperte  da  un  velario  di  30-40  pelli  di  capra  cucite  fra  di  loro  ed 
impermeabilizzate e rese resistenti al sole grazie a burro ed ocra rossa. 
Tra gli accampamenti non esistono frontiere nette, solo dal colore delle tende si possono distinguere 
i due gruppi; quelli dell’est hanno le tende giallo, bruno e bianche e quelli dell’ovest delle tende 
nere e rosse.
La tenda è piantata in modo che si possa dormire con la testa verso l’est in direzione della mecca; è 
composta da una sola famiglia e ognuno dei coniugi ha una parte per sè, la parte a nord è dell’uomo, 
mentre quella a sud è della donna22. L’uomo sistema nel suo angolo la sella del cammello, le armi e 
lo zaino delle selle, mentre la donna appende ai picchetti il suo sacco, che contiene i vestiti e gli 
effetti personali e un sacco contenente i viveri di riserva e le stoviglie di cucina di cui lei è 
responsabile.
Solo l’amenokal possiede un letto, mentre gli altri dormono su una o due pelli di montone cucite 
insieme.
Davanti a ogni tenda si trova un focolare composto di solito da tre pietre che non serve per cucinare 
ma per riscaldare. Quando il sole tramonta si riuniscono intorno al fuoco e gli anziani raccoltano 
2 1
22
 Enciclopedie de l’islam, op. cit., p.407.
15
delle storie ai più giovani, bevendo del thè23 .
L’accampamento è poi completato dalla costruzione di recinti per gli animali fabbricati utilizzando i 
rami di acacia: di forma tondeggiante possono essere suddivisi in due parti per consentire il ricovero 
separato di animali adulti e capi non ancora svezzati.  Quando l’accampamento si deve spostare 
spetta alla donna organizzare i bagagli e il loro trasporto. Solo i nobili viaggiano sui cammelli. 
Durante gli spostamenti i tuareg non portano tutto con loro, ma ognuno porta un sacco sufficiente 
per sopravvivere qualche settimana, il resto viene nascosto sulle roccie delle montagne in luoghi 
difficilmente accessibili, conosciuti solo dai componenti della tribù.
Per quanto concerne l’alimentazione, la carne ha un ruolo importante, anche se viene mangiata in 
occasioni particolari, mentre il cous-cous viene preparato solo  per le feste, poiché nel quotidiano si 
nutrono del latte e dei suoi derivati, di miglio; anche i datteri sono importanti nell’alimentazione 
tuareg, invece il latte intero è un lusso riservato alle madri che allattano e ai malati.
I tuareg sono degli allevatori ed il cammello è sicuramente di estrema importanza, è il loro aiuto 
quotidiano, serve da stallone, è un segno di ricchezza, perché fornisce dai 3 ai 5 litri di latte al 
giorno, da dote alla donna nobile. Vi è poi il cammello mehari, cammello veloce dal pelo chiaro, 
che fu usato anche dai colonizzatori.
Esso ha progressivamente sostituito il cavallo, la cui esistenza era resa difficile dal clima. 
Il tuareg passa la gran parte della sua vita nel deserto, e il cammello gli permette di spostarsi con 
grande facilità; dal cammello bruno prende il latte, la lana e  medicamenti, in quanto l’urina viene 
usata come disinfettante, inoltre il cammello nero sopporta un carico fino a 250  chili.
Un’altra caratteristica fondamentale dell’economia tuareg era il commercio carovaniero, attraverso 
il  quale venivano trasportati  verso il  sud sale,  piante  medicinali  e  pelli  per  ricevere in cambio 
miglio,  sorgo  e  vestiti.  Le  carovane,  già  nel  Medioevo,  contribuivano  notevolmente 
all’ampliamento  della  sfera  d’influenza  dei   diversi  gruppi  tuareg.  I  tuareg,  offrivano  ai 
commercianti  una  certa  sicurezza  durante  gli  spostamenti  e,  facendo  da  guida  alle  carovane 
attraverso  il  loro  territorio,  avevano  in  cambio  il  pagamento  di  una  tassa  che  costituiva  un 
supplemento all’economia pastorale. Spesso il passaggio di una carovana straniera nel territorio di 
un Ettebel rappresentava l’occasione per riaffermare il controllo degli imajeghan sul territorio. Per 
mantenere  l’importante  traffico,  essi  avevano  installato  nella  regione  sudanese  un’infrastruttura 
commerciale, collegata dall’altra parte del Sahara, alle oasi di Ghat e Gadames24. 
23
 H.Lhote, op.cit., p. 257.
24
 D. Casajus, op. cit., p. 62.
16