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subcultura dell�omert� tipica della societ� precapitalistica
svilupp� una nuova etica per cui l�onore coincideva con la
ricchezza. L�accumulazione di capitali divenne uno scopo di
vita. Il tutto per� senza rinunciare all�uso illegale e privato della
violenza. Ne deriv� una nuova figura di mafioso a met� tra un
abile e spregiudicato imprenditore, capace di riprodurre i suoi
capitali in vari settori e in particolare nell�edilizia, e uno spietato
killer che rimuove con la minaccia e la violenza ogni ostacolo si
pone di fronte al processo di arricchimento.
La sua posizione � stata rafforzata anche dall�appoggio
fornitogli dal politico che si � avvalso, e ancora oggi si avvale,
della sua forza di intimidazione per conquistare voti in
campagna elettorale.
1
Sar� proprio questo scambio politico-mafioso il filo conduttore
di questo mio lavoro.
1
Una certa reciprocit� di favori, P.Pezzino, Milano, 1990, p.102
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CAPITOLO I
LA MERCE VOTO
La scheda elettorale � diventata merce da utilizzare. A votare
siamo in tanti . Uomini, donne, a partire dai 18 anni. I tempi
sono cambiati. Crollate le ideologie, i consensi politici,
soprattutto a Napoli, sono il frutto di calcoli e convenienze.
Sono votati coloro che offrono di pi�: posti di lavoro, appalti,
favori, denaro, o anche, e addirittura, un abbonamento a
spettacoli teatrali per ogni nucleo familiare che assicuri un certo
numero di voti ad un candidato alle elezioni.
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E� il trionfo di quello che viene definito il �voto di scambio�.
Proprio alle elezioni del 1992, politiche e comunali, si scopre
che fare scommesse di lavoro o assicurare posti di lavoro �
reato.
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Cass.penale sez.IV, 3 giugno 1997 n.5192 Riv.209307
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Lo scoprono i magistrati delle Procure che hanno competenza
sui reati pretorili. Un decreto del 1957 punisce chi si fa votare in
cambio di favori o denaro. Finiscono sotto inchiesta il
parlamentare socialista Carlo D�amato, gli assessori comunali
Augusto Alteri (Dc), Enzo Molisso (Pri) e Gennaro Salvatore
(socialista), i parlamentari Alfredo Vito (Dc), Giulio Di Donato
(Psi), Franco De Lorenzo (Pli).
Centinaia di lettere di raccomandazione, la creazione di
cooperative con nomi di persone segnalate da assumere:
sarebbero queste le prove di un voto scambio.
Contemporaneamente una colossale inchiesta, tutta milanese,
ha scoperto a centinaia di chilometri di distanza, miliardi di
tangenti versate da grosse imprese a politici piccoli e grandi.
Sembra cos� quasi logico, che anche in quella corte dei
miracoli, che affolla la piazza dove affacciano gli uffici della
giunta comunale napoletana si viva l�esperienza del voto di
scambio.
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Controllare quella piazza � importante. Poterla strumentalizzare
anche. Ci� che interessa sono i voti. I clan riescono ad
assicurarne centinaia e centinaia. Ma � anche la vecchia
cultura del favore, dell�amico, dell�amico dell�amico. E lo
scambio del voto, con l�aumento del numero degli elettori, � la
merce di maggior pregio in mano ai clan del potere camorrista,
lo strumento principale per dialogare con i politici.
3
3
Potere camorrista, Gigi di Fiore, Alfredo Guida editore
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POLITICA E CAMORRA
Gli esempi offerti dai vicer� spagnoli non sono dei pi� edificanti.
Quattro secoli dopo il panorama non cambia: tangenti, inchieste
su episodi di corruzione. Marted� 20 novembre 1990 il
Procuratore della Repubblica di Napoli, Vittorio Sbordone,
dinanzi al Csm denuncia: ��si parla spesso di infiltrazioni
camorristiche nella Pubblica Amministrazione, ma si ignora la
cultura in cui prosperano queste interferenze illecite. Nell�elenco
della Questura di Napoli, sugli eletti alle ultime amministrative,
vi sono decine di persone con precedenti penali
contravvenendo all�art.15 l.55/90 (sostituito nei primi quattro
commi dall�art.1 l.18 Gennaio 1992 n.16) il quale vieta di
presentarsi candidati alle elezioni regionali, provinciali,
comunali e circoscrizionali e comunque, di ricoprire le cariche di
presidente della giunta regionale, assessore e consigliere
regionale, presidente della giunta provinciale, sindaco,
assessore e consigliere provinciale e comunale, presidente e
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componente del consiglio circoscrizionale, presidente e
componente del consiglio di amministrazione dei consorzi. E�
prevista tale preclusione anche per coloro i quali abbiano
riportato una condanna anche non definitiva, oltre che per reati
in materia di stupefacenti e armi, per il delitto previsto dal
416bis.
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E� quasi scontato che in tutti i partiti si cerchino voti in ogni
ambiente. Il ricorso al potere camorrista � diffuso. Basta far finta
di non sapere.
Le riunioni a casa del capo elettore �potente� semiclandestine,
sono frequenti in campagna elettorale. Voti e ancora voti.
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Da non trascurare le vicende del Comune di Casandrino. Nel
periodo di guerra dei clan, Puca e Verde, nel 1986, Pasquale
Puca addirittura convoca i politici nella sua abitazione per dare
consigli e suggerimenti circa la composizione della nuova
giunta comunale. Nell�inchiesta viene coinvolto anche l�ex
sindaco democristiano Alfredo Di Lorenzo. Le segnalazioni sui
4
Fiandaca-Musco, pt.I
5
http://centroimpastato.it/publ
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contatti discutibili tenuti dai politici si moltiplicano in campagna
elettorale. Alfredo Martucci, penalista di indubbia fama e valore,
dopo una militanza nella Dc si candida al Parlamento nelle liste
liberali. E� il 1992. In molte zone specialmente nella zona di
Caserta, i voti liberali si moltiplicano e Martucci viene eletto. I
pidiessini ex comunisti accusano: �ha ottenuto i voti dei
camorristi suoi clienti� e il Martucci replica: �se mi ha votato
qualche cliente � per debito di riconoscenza e stima; non
elargisco favori n� prebende, faccio solo la professione di
avvocato, non ho sollecitato voti di camorristi e d�altronde non
mi risulta che sia stata tolta la possibilit� di votare agli imputati
di procedimenti di camorra�.
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Ma gli esempi continuano. L�Msi candida alle elezioni
circoscrizionali Salvatore Lezzi. Considerato vicino ai clan dei
Quartieri spagnoli. Gli episodi sono numerosi e il ricorso al
potere camorrista sotto elezioni � frequente. Alcun reato penale
si consuma. Un componente del Csm, Alessandro Criscuolo,
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http://www.dial.it/progettocampania/fondcols/colella2.htm
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magistrato, scrive: �chi decide di esporre il proprio nome e la
propria persona per concorrere ad un pubblico incarico elettivo,
da quello di consigliere del pi� piccolo Comune a quello di
parlamentare nazionale od europeo, dovrebbe essere davvero
al di sopra di ogni sospetto. Perci� le situazioni di contiguit�,
pur se rilevanti sul piano penale dovrebbero essere tenute in
adeguato conto dai dirigenti dei partiti politici�.
E� questo un problema che assume dimensioni sempre pi�
rilevanti e che vede il potere legale connivente con il potere
illegale soprattutto in campagna elettorale.
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7
Potere Camorrista,Gigi di Fiore, Alfredo Guida editore
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OMICIDIO FALCONE. VERSO IL DUEMILA
Sabato 23 maggio 1992, sull�autostrada per Palermo all�altezza
di Capaci, viaggia l�auto del giudice Giovanni Falcone seguita
da due auto di scorta. E� il magistrato che ha coordinato tutte le
pi� grandi inchieste sulla mafia, che ha gestito tutti i pi� grandi
pentiti, e che ha avviato rapporti internazionali con gli
investigatori internazionali.
All�improvviso scoppia un�enorme carica di tritolo; l�autostrada si
squarcia, le auto saltano in aria, ed � la morte per Falcone, la
moglie e gli agenti di scorta.
Dopo appena due mesi, l�attenzione si sposta sul tragico
omicidio di Paolo Borsellino e i suoi cinque agenti di scorta.
Borsellino con Falcone e Ayala, erano componenti del pool
antimafia di Palermo.
Questi omicidi di tanto impatto emotivo hanno riflesso sul
potere camorrista: le reazioni e le leggi dello Stato contro la
mafia, vengono estese con i loro effetti, anche alla camorra. Il
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governo � cambiato. Il decreto dell�8 giugno 1992 viene
modificato con norme pi� severe.
Parte una massiccia operazione di trasferimento dei detenuti
per reati di mafia, nel supercarcere di Pianosa. Si sveltiscono le
procedure per far partire la procura nazionale antimafia al cui
vertice, come possibili candidati, si erano fatti i nomi dei due
magistrati ammazzati: Falcone e Borsellino.
Il decreto diventa legge il 5 agosto 1992. Si scopre finalmente
l�importanza del �dio voto� sul potere camorrista. E� la principale
merce di scambio alle soglie del duemila tra politici e malavita.
Ora sia pur con qualche anno di ritardo si comprende che in
tempo di suffragio universale, il condizionamento del voto con
intimidazione e violenza, � in crescita. Ed ecco le innovazioni
del codice penale. L�art.416bis viene ampliato. Tra i
comportamenti camorristico-mafiosi rientrano: impedire od
ostacolare l�esercizio del voto, procurare voti a s� o ad altri in
occasione di consultazioni elettorali. Ma non solo. Un nuovo
articolo il 416ter introduce il concetto di scambio elettorale
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politico-mafioso. La nuova norma dice: �la pena stabilita dal
1�comma dell�art.416bis si applica a chi ottiene la promessa di
voti prevista dal 3�comma del medesimo articolo in cambio di
erogazione di denaro�. E� questa una norma che punisce anche
i politici che si avvantaggiano dei voti offerti dai mafiosi.
Insomma, se non vengono introdotte sanzioni penali mai verr�
considerata attivit� da reprimere il ricorso a voti di gruppi legati
ad organizzazioni camorristiche. Come al solito un problema
etico-politico deve avere rilevanza penale se vuole ottenere
qualche speranza di soluzione.