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INTRODUZIONE
La trasformazione digitale dell’economia e della società europea ha subìto una decisa
accelerazione a causa della crisi generata dalla pandemia COVID-19.
L’Unione Europea (UE) per rispondere a questa grave minaccia ha deciso di rendere
prioritari gli investimenti in due settori strettamente connessi e ritenuti particolarmente
importanti, si tratta della transizione ecologica e di quella digitale.
Da un lato le soluzioni digitali aiuteranno l’Europa a rendere più sostenibile l’economia
e la società, dall’altro la trasformazione green favorirà il futuro delle tecnologie digitali
attraverso un minore utilizzo di risorse e di emissioni di gas serra.
Tuttavia le nuove tecnologie digitali non portano con sé solo una promessa di prosperità
e di soluzioni che possono risolvere alcuni dei problemi che esistono nella nostra società,
ma anche dei rischi di spaccatura sociale e di aumento delle disuguaglianze, che devono
essere tenuti in debita considerazione.
Attualmente l’Europa si trova in posizione arretrata rispetto ai Paesi leader in diversi
settori cruciali per la trasformazione digitale, quali ad esempio, gli investimenti, la
crescita delle start-up oppure la ricerca e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle
tecnologie ad essa connesse.
Queste fasce di mercato sono attualmente dominate dagli Stati Uniti e dalla Cina.
Ciò è in parte dovuto alle ampie diseguaglianze presenti nelle diverse regioni europee e
alla frammentazione del quadro normativo.
L’UE ha cercato di porre rimedio a questo problema proponendo una serie di iniziative
che le possono permettere di competere a livello globale con le altre superpotenze
mondiali, in particolare con gli Stati Uniti e la Cina.
Le fondamenta della trasformazione digitale sono state gettate con la comunicazione della
Commissione del 6 maggio 2015, A Digital Single Market Strategy for Europe, che
illustrava la strategia riguardante il periodo 2015-2019.
Successivamente sono state prese una serie di iniziative fondamentali per la creazione del
Digital Single Market (DSM), in relazione alla protezione dei dati (General Data
Protection Regulation), alla sicurezza informatica (The Cybersecurity Act), e
all’intelligenza artificiale (White Paper On Artificial Intelligence).
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La strategia che l’Unione Europea sta mettendo in atto per costruire un Mercato Unico
Digitale pone degli obiettivi ambiziosi, tra cui l’eliminazione delle barriere nazionali che
ostacolano gli acquisti online di beni e di servizi.
Si tratta di un’ulteriore evoluzione del mercato interno e del diritto alla libera circolazione
di merci, persone, servizi e capitali.
Un altro punto importante è il miglioramento dell’accesso all’informazione,
l’incentivazione di consumi dematerializzati e l’introduzione di modelli commerciali e
amministrativi più efficienti.
Inoltre un migliore funzionamento del commercio elettronico porterà dei benefici quali
una più rapida evoluzione dei prodotti, dei prezzi più contenuti, una maggiore possibilità
di scelta e una migliore qualità dei beni e dei servizi offerti ai consumatori, rendendo
anche più agevole la comparazione delle offerte.
Infine si punta a facilitare l’adozione dell’e-government, cioè di un sistema di gestione
digitalizzato della pubblica amministrazione che permetta di gestire la documentazione e
i procedimenti mediante reti informatiche che sfruttano le tecnologie dell’informazione e
della comunicazione (TIC), permettendo di offrire ai cittadini e alle imprese dei servizi
più efficienti e meno costosi.
Nell’ambito della nostra indagine saranno esaminate le tappe più importanti che hanno
portato allo sviluppo della trasformazione digitale, mettendo in luce i risultati che sono
già stati conseguiti e i punti critici in cui l’UE non è riuscita a realizzare gli obiettivi che
si era prefissata.
Si passerà poi ad approfondire la strategia adottata dall’UE per il decennio 2020-2030,
analizzandone i possibili benefici e i rischi presenti nelle iniziative proposte, cercando di
fornire delle soluzioni ragionevoli per alcuni dei punti critici evidenziati.
Una particolare attenzione verrà riservata all’esame dell’impatto economico, sociale,
lavorativo e giuridico di alcuni degli aspetti più importanti del Mercato Unico Digitale.
Verranno successivamente analizzate due proposte di regolamento di estrema attualità,
che ricoprono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Mercato Unico Digitale, si tratta
del Digital Services Act (DSA) e del Digital Markets Act (DMA).
Nel primo capitolo si andrà a ricostruire il contesto in cui nasce e si sviluppa il DSM,
ripercorrendone i passaggi più importanti, fino ad arrivare alla comunicazione della
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Commissione che illustra l’attuale strategia per il futuro della trasformazione digitale, il
Digital Compass, presentata il 9 marzo 2021.
Tale iniziativa si occupa di stabilire gli obiettivi e le iniziative relativamente al decennio
2020-2030, prendendo come punto di partenza quattro pilastri.
Il primo pilastro prevede una popolazione che sia abile digitalmente e dei professionisti
che posseggano delle competenze digitali molto elevate.
L’UE si propone di favorire questo processo partendo dalla creazione di un nuovo sistema
di educazione digitale e attraverso delle politiche che promuovano i collegamenti tra gli
istituti che si occupano di ricerca e di sviluppo delle nuove tecnologie digitali,
permettendo di attrarre esperti del settore da tutto il mondo.
Il secondo pilastro si concentra sullo sviluppo delle infrastrutture digitali in modo da
garantire la sicurezza, la sostenibilità e delle performance elevate, in particolare
relativamente ai settori della connessione, della microelettronica e della capacità di
processare grandi quantità di dati.
Il terzo pilastro mira a una trasformazione digitale degli affari che sarà supportata dai
programmi Digital Europe e Cohesion, i quali promuoveranno lo sviluppo e l’utilizzo di
capacità digitali che includono la potenza di calcolo, degli standard aperti e delle strutture
per l’analisi e le sperimentazioni.
Il quarto e ultimo pilastro si pone come obiettivo la digitalizzazione dei servizi pubblici,
con l’intento di rendere accessibili i servizi pubblici online per tutte le persone,
assicurando dei servizi facili da usare, efficienti e personalizzati, ma che garantiscano allo
stesso tempo degli standard elevati in materia di sicurezza e di riservatezza.
Una specifica analisi sarà riservata alla sfida più recente per la creazione del Mercato
Unico Digitale, ovvero l’intelligenza artificiale (IA).
Si tratta di un settore che può portare molteplici benefici, quali delle migliori cure nel
settore della sanità, delle modalità di trasporto più sostenibili, dei processi produttivi più
efficienti e un’energia più green ed economica.
Bisogna tuttavia prestare un’elevata attenzione ai rischi legati alla possibile violazione
dei diritti fondamentali dell’UE, in particolare bisogna scongiurare il rischio che le scelte
compiute da sistemi completamente automatizzati risultino discriminatorie, e che siano
prese delle adeguate contromisure per i rischi relativi alla sicurezza informatica e alla
riservatezza dei dati.
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Nel secondo capitolo e nel terzo capitolo si andranno ad analizzare due proposte di
regolamento presentate dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, entrambe il 15 dicembre
2020, il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA).
Gli obiettivi principali comuni del DSA e del DMA sono la creazione di uno spazio
digitale più sicuro, in cui sia garantita la protezione dei diritti fondamentali di tutti gli
utenti che usufruiscono dei servizi digitali e la garanzia di una parità di trattamento che
risulta necessaria per promuovere l’innovazione, la crescita e la competitività all’interno
del Mercato Unico Digitale.
Più nello specifico il DSA mira a disciplinare in modo bilanciato le responsabilità delle
piattaforme online, tenendo conto del ruolo sempre più importante che stanno assumendo
all’interno del mercato digitale e a favorire l’espansione delle piattaforme più piccole,
delle piccole e medie imprese (PMI) e delle start-up.
La Commissione si propone di raggiungere tale obiettivo attraverso delle nuove regole
orizzontali, con le quali intende modernizzare la direttiva e-commerce, lasciandone
tuttavia ampiamente inalterato il regime delle responsabilità e concentrandosi sulle
disposizioni relative alle modalità di rimozione dei contenuti illegali da parte delle
piattaforme.
Verrà analizzato anche il ruolo assunto dal DSA nella lotta alla disinformazione, in
risposta all’attuale vuoto normativo che permette alle piattaforme online, soprattutto
quelle di grandi dimensioni, di avere un potere discrezionale pressoché illimitato riguardo
ai contenuti che possono ospitare.
Il DMA invece si prefigge di disciplinare i comportamenti tenuti dalle piattaforme online
di grandi dimensioni che svolgono un ruolo di gatekeeper, ovvero di controllori
dell’accesso nell’economia digitale.
Si andranno ad approfondire i criteri quantitativi e qualitativi in base a cui i gatekeeper
vengono individuati, i comportamenti auto-preferenziali e discriminatori che vengono
vietati, la problematica relativa alla condivisione dei dati che sono in possesso dei
gatekeeper e le modalità con cui l’asimmetria informativa presente tra le piattaforme e i
regolatori può essere contrastata.
Un’attenzione particolare sarà riservata al problema riguardante il possibile contrasto tra
la Corte EDU e la Corte di Giustizia circa l’interpretazione della portata del principio
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dell’equo processo, in riferimento al controllo giurisdizionale operato sulle azioni della
Commissione.
Per entrambe le proposte di regolamento saranno esaminate la normativa attualmente
vigente, le basi legali e il loro contenuto, mettendo in luce le possibili conseguenze in
termini di benefici e di rischi in campo economico, sociale e giuridico.
Si cercherà di fornire delle soluzioni relative ad alcuni aspetti problematici delle due
proposte normative che potrebbero essere migliorati, prima della loro adozione definitiva.
Ad esempio, tra questi aspetti problematici, nel DSA rientrano il mantenimento della
distinzione tra il ruolo passivo o attivo assunto dal prestatore del servizio quale parametro
decisivo per attribuirne la responsabilità, il fatto che non è stato preso in debita
considerazione il ruolo sempre più importante assunto dall’intelligenza artificiale, e che i
non si fa chiarezza su cosa sia effettivamente richiesto alle piattaforme online per mitigare
i rischi legati alla disinformazione.
In relazione al DMA invece si possono annoverare tra le problematiche un approccio
ambizioso ma carente sotto il profilo della concretezza, in quanto non fornisce abbastanza
certezze legali ai gatekeeper, e una mancata combinazione dei criteri qualitativi e
quantitativi adottati per individuare i gatekeeper, con la conseguenza che alcune delle
compagnie che potenzialmente vengono incluse non sembrano ricoprire nella pratica una
posizione da gatekeeper.
In questo lavoro ci proporremo dunque di indagare le caratteristiche principali della
strategia digitale attuata dall’UE, soffermandoci in particolar modo sul Digital Services
Act e sul Digital Markets Act, al fine di verificarne i punti di forza e le criticità,
interrogandoci sugli interventi che possono apportare dei miglioramenti alle proposte
attuali.
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CAPITOLO 1
IL MERCATO UNICO DIGITALE
SOMMARIO:
1. Il contesto in cui nasce e si sviluppa il Mercato Unico Digitale. - 2. L’attuale strategia
digitale, il Digital Compass. - 2.1. Una popolazione abile digitalmente e dei professionisti che
possiedono delle competenze digitali molto elevate. - 2.2. La creazione di infrastrutture digitali
che siano sicure, sostenibili e performanti. - 2.3. Una trasformazione digitale degli affari. -
2.4. La digitalizzazione dei servizi pubblici. - 2.5. I diritti e i principi contenuti nel Digital
Compass. - 3. L’impatto del Mercato Unico Digitale nell’economia e nel mondo del lavoro. -
3.1. Il ruolo delle tecnologie emergenti nell’economia e nella società europea. - 3.2. La
posizione dell’UE rispetto alle principali economie globali. - 3.3. Gli investimenti e le
iniziative necessarie per garantire il completamento del Mercato Unico Digitale. -
4. L’intelligenza artificiale, l’ultima sfida del Mercato Unico Digitale. - 4.1. La relazione tra
gli algoritmi e i diritti umani.
1. Il contesto in cui nasce e si sviluppa il Mercato Unico Digitale
In un solo anno la pandemia COVID-19 ha radicalmente cambiato il ruolo e la percezione
del settore digitale nella nostra società ed economia, facendo emergere la necessità di
accelerarne lo sviluppo.
Le tecnologie digitali sono ora necessarie per il lavoro, lo studio, l’intrattenimento, la
socializzazione, gli acquisti e l’accesso a ogni tipo di servizi, che spaziano dalla salute
alla cultura.
La pandemia ha tuttavia fatto venire alla luce anche la vulnerabilità del nostro spazio
digitale, la sua dipendenza dalle tecnologie non europee e l’impatto che la
disinformazione ha sulla nostra società democratica.
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Cfr. D. Frau-Meigs, Societal costs of “fake news” in the Digital Single Market, Study for the Committee
on the Internal Market and Consumer Protection, in Policy Department for Economic, Scientific and Quality
of Life Policies, Parlamento Europeo, Lussemburgo, 2018.