3
merce stessa. Il primo capitolo quindi è stato dedicato all’analisi
merceologica del petrolio ed a tutte le varie fasi che vanno dal sondare
i giacimenti fino ai processi di lavorazione che permettono alle
raffinerie di ottenere dal greggio tutti i derivati.
In ogni estrazione il petrolio presenta sempre differenti
caratteristiche fisico-chimiche, perciò conoscerne a fondo tutte le
proprietà permette agli operatori di muoversi con abilità nell’ambito
della determinazioni dei prezzi. Occorre avere delle buone basi
merceologiche anche per risolvere le difficili problematiche della
logistica, altrimenti si potrebbe andare incontro a rischi di aggravi di
costo che pregiudicano il profitto.
Nel secondo capitolo si è analizzato il mercato petrolifero con le
sue molteplici variabili. La domanda e l’offerta sono influenzate
innanzitutto dalle risorse, dalle riserve, dalla produzione e dai
consumi. Tutte queste componenti sono state esaminate ricorrendo ad
alcuni dati statistici ed a previsioni. Nella parte finale si sono
analizzati quei fattori specifici che influiscono sull’andamento del
mercato del petrolio, ad esempio le decisioni OPEC e le altre scelte
macroeconomiche fatte dai singoli Stati. Poiché dopo l’11 settembre si
è avuto uno sconvolgimento dei parametri di mercato, si è
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differenziato la situazione precedente e quella successiva a tale fatto.
Occorre precisare che la situazione di mercato varia di giorno in
giorno; quindi quest’analisi rappresenta solamente uno studio relativo
alla situazione attuale del problema.
Dopo aver spiegato come si forma il prezzo del petrolio sul
mercato, nel terzo capito è presentata l’attività della GodiverAustria e
le varie problematiche che deve fronteggiare quotidianamente a causa
dei burrascosi mercati petroliferi.
Per avere una base comune di prezzo, la GodiverAustria ed i
suoi partners fanno esplicito riferimento nei loro contratti alle
quotazioni dell’azienda Platt’s di Londra. Essa ogni giorno pubblica
un bollettino diffuso con i moderni mezzi di comunicazione, dove
vengono riportati i prezzi del petrolio e dei suoi derivati valutati nei
differenti mercati mondiali.
La GodiverAustria agisce per lo più sui mercati “over the
counter”, cioè tra operatori che non ricorrono ad un mercato
regolamentare, ma di propria iniziativa contattano i partners. In questo
tipo di mercato sono generati dei contratti denominati forward, in cui
il prezzo non viene determinato al momento della stipula del contratto
(in questo caso sarebbe prezzo fisso), ma è quantificato al momento
5
della consegna in base a differenti metodi. Nel periodo più o meno
lungo, che va dalla stipula del contratto fino all’esecuzione dello
stesso, le situazioni di mercato possono mutare e di conseguenza si
potrebbe avere un prezzo fluttuante.
Il contratto forward, insieme alle numerose variabili in ballo,
rende il mercato del petrolio più volatile rispetto ai mercati finanziari.
Per quantificare il rischio di volatilità contrattuale si utilizzano alcuni
modelli statistici (per esempio il modello VAR cioè valutazione del
rischio). Ciò è la base per le scelte degli amministratori sulle decisioni
di hedging. La tecnica consiste nel coprire il rischio di volatilità dei
contratti forward, grazie ad un soggetto che subentra nel contratto
accollandosi la fluttuazione che può essere positiva o negativa. Gli
strumenti utilizzati sono i prodotti dei mercati finanziari, infatti
l’operazione di hedging per il terzo che subentra al contratto forward
equivale ad un’operazione di borsa. Esperti chiamati brokers
favoriscono l’incontro tra domanda ed offerta e aiutano le parti nella
scelta dei migliori strumenti finanziari.
Eliminare il rischio delle fluttuazioni comporta un costo e non
permette agli operatori di compiere speculazioni in caso di guadagno
sulla fluttuazione stessa.
6
Tutto ciò scoraggia l’utilizzo dell’hedging; comunque il crollo
del prezzo del petrolio in seguito ai fatti dell’11 settembre ha cambiato
l’opinione di molti operatori, che si sono ritrovati sull’orlo del
fallimento.
Un ringraziamento va a quanti mi hanno aiutato nello stilare
questa tesi, dandomi consigli e suggerimenti e quanti hanno creduto in
me sino a questo punto della mia vita.
7
1. LA MERCE PETROLIO
1.1 Considerazioni generali
Il petrolio grezzo è un miscuglio complesso di idrocarburi
liquidi, solidi, gassosi, accompagnati da percentuali limitate di
sostanze organiche ossigenate, azotate e solforate di diversa natura.
Lo contraddistingue un odore sgradevole ed il suo colore può
variare dal giallo o verde chiaro fino al bruno nero. Se ne conosce
l’esistenza fin dall’antichità, ma solo più tardi se ne è potuto
apprezzarne pienamente l’uso
1
.
1
Villavecchia Eigenmann, Nuovo dizionario di merceologia e chimica applicata, Milano ristampa
1983, Ulrico Hoepli Editore.
8
1.2 Origine e giacimenti
L’origine del petrolio non è certa. Per capirne l’orogenesi sono
state impiegate diverse teorie. Le principali sono quella organica e
quella inorganica. La teoria inorganica sostenuta da Bethelot,
Mendeleev, Sabatier ed altri spiega la formazione d’idrocarburi per
reazione ad alta temperatura tra l’acqua e carburi metallici o leghe
ferro-carbonio e ferro-carbonio-manganese. Questa impostazione è
stata superata negli anni ottanta con la scoperta di detriti organici e di
particolari composti chimici nei petroli e di idrocarburi in sedimenti
organici recenti.
Secondo la teoria dell’origine organica, sostenuta ormai da
quasi tutti gli studiosi, il petrolio si è formato in determinati periodi
geologici a seguito della decomposizione di organismi vegetali o
animali, che si sono accumulati su bacini od in presenza di acqua
salata e con particolari condizioni ambientali. Tutto ciò è stato provato
con rigore scientifico, attraverso l’osservazione dell’attività ottica di
porfirine derivate da clorofilla e l’esistenza di composti organici
solforati, di composti ossigenati acidi e di composti azotati. Ulteriori
conferme sono state fornite dalle teorie della fisica nucleare.
9
Il problema è spiegare come si siano potuti formare enormi
giacimenti. Le cause potrebbero essere le seguenti:
- l’esuberanza di vita animale e vegetale, soprattutto
microfauna e microflora in periodi caldi ed umidi,
- l’ingente riproduzione che comporta la loro nascita e
morte in periodo di tempo abbastanza ampio.
Sia nel processo anaerobico sia in quello aerobico i batteri
svolgono una funzione fondamentale. Questi, prima che sia avvenuto
il sotterramento, svolgono un’azione che porta alla formazione del
“sapropel” (residui grassi di organismi cellulari alternati a strati
prevalentemente argillosi). Successivamente l’azione anaerobica
permette la trasformazione di grassi in idrocarburi e chetoni. Al livello
chimico, per studiare la trasformazione, occorre analizzare l’elemento
carbonio. In natura c’è il cosiddetto “ciclo del carbonio”.
La piccolissima parte di carbonio (circa lo 0,01-0,1%), che dà
vita alla seconda parte del ciclo del carbonio, è quella che riguarda
direttamente la formazione del petrolio. Per sfuggire all'ossidazione il
carbonio organico quindi non deve entrare in contatto con la geosfera
e in particolare deve essere protetto dall'ossigeno. Per questo si
preserva solamente nei sedimenti deposti in ambiente acquatico dove
10
il tenore di ossigeno è
basso ed è per questo
che il petrolio si
ritrova in sostanza
solo nelle rocce
sedimentarie.
Il principale
produttore di carbonio
organico è il
fitoplancton
(diatomee, dinoflagellati, nonnoplancton), mentre il contributo degli
organismi più grandi, come i pesci e gli animali terrestri, è in
definitiva trascurabile. Una quantità rilevante è fornita anche dai
vegetali che sono più resistenti all'alterazione e quindi hanno più
tempo a disposizione per trovare un ambiente di deposizione
favorevole al loro preservamento; ma in genere questi creano dei
depositi di carbone
2
.
Capita spesso di trovare il petrolio in zone diverse da quelle
d’origine.
2
http://geologia.com/area_raga/petrolio/petrolio0.html: sito specializzato in geologia.
11
Ciò avviene soprattutto a causa della pressione di forze
orogeniche. A seguito di questa migrazione il petrolio si mescola con
le sostanze con cui viene a contatto e può quindi perdere sostanze
(soprattutto quelle più volatili); si avranno allora dei depositi di gas.
Questo è il motivo per cui si ricavano tramite l’estrazione molteplici
qualità di petrolio.
Con il termine giacimento si indica quella roccia magazzino che
contiene il petrolio. Quando si trova nello stesso luogo dove si è
formata si definisce giacimento primario; quando invece si trova in un
altro luogo, per effetto della migrazione, si definisce giacimento
secondario o allogeno.
La roccia del giacimento deve essere impermeabile e di natura
differente (ad esempio rocce sedimentarie, rocce arenarie, sabbie e
secondariamente calcari porosi e fessurati, calcari argillosi, calcari
oolitici, calcari corallini, dolomiee, ancora più raramente in tufi
vulcanici, rocce eruttive e scisti cristallini). La si chiama anche roccia
madre, ossia una roccia che contiene concentrazioni di carbonio
organico tali da poter produrre successivamente del petrolio in
quantità apprezzabili (almeno lo 0,5% per le rocce detritiche, e lo
0,3% per quelle carbonatiche).