servizi finanziari e bancari, quali il chiosco multimediale, il telefono cellulare e la
televisione interattiva. Si vuole inoltre analizzare le tecniche di sicurezza disponibili sul
mercato che sono volte a proteggere l’utente da rischi accidentali o intenzionali. Dopo
uno sguardo alle moderne tecniche crittografiche, la discussione riguarderà lo studio
della situazione della sicurezza relativa alla banca telefonica ed elettronica.
Il quarto capitolo fornirà, infine, una panoramica sullo stato attuale della banca
virtuale, con riferimento ai principali casi di successo esteri, primo fra tutti quello della
Security First Network Bank, alle nuove banche italiane che offrono servizi sulla rete ed
alle caratteristiche che le accomuna, in termini di canali di erogazione e disponibilità di
servizi offerti.
Nel corso dell’ultimo capitolo, andremo ad inserire il caso della nota Banca Mediolanum,
caso rappresentativo del modello multicanale, ovvero di banca che opera senza la
tradizionale struttura in agenzie e sportelli, bensì sfruttando i nuovi canali di interazione che
abbiamo analizzato nei precedenti capitoli. Tale inserimento è reso possibile grazie alla
disponibilità offerta dall’azienda e al contributo che la stessa ci ha fornito nell’elaborazione
dell’intero lavoro.
Capitolo Uno
Dalla banca tradizionale alla banca virtuale
1.1. La definizione di banca virtuale.
Da qualche tempo ormai la realtà finanziaria è caratterizzata da un processo di snellimento
delle procedure e di semplificazione delle relazioni con la clientela; tale processo ha portato a
parlare, in modo sempre più insistente, di banca virtuale quale nuovo modello organizzativo. Di
esso occorre innanzi tutto dare una definizione, ma bisogna anche capirne l’evoluzione storica.
Sul concetto di banca virtuale si riscontrano differenti interpretazioni e ad una definizione
univoca e comunemente accolta non si è ancora prevenuti. Nella maggior parte della letteratura
lo si definisce come l'insieme delle modalità distributive che utilizza strumenti telematici
(telefono, PC, rete Internet) in sostituzione ai consueti canali fisici.
Per poter più agevolmente giungere ad una definizione può essere utile partire da
un’interpretazione del termine “virtuale”. Consultando un qualsiasi dizionario della
lingua italiana, si può leggere che virtuale significa potenziale, ipotetico, in
contrapposizione a reale. La realtà virtuale si avvale dell’utilizzo dell’informatica per
creare luoghi e situazioni che vengono da noi percepiti come reali ma che in realtà non si
manifestano come tali, perché intangibili. Essa può essere definita come la costruzione al
computer di un ambiente liberamente percorribile e navigabile.
1
Dalla realtà virtuale alla
banca virtuale il passo è immediato. La vera banca virtuale, spesso denominata anche
“pura”, non presenta né sportelli aperti al pubblico ove svolgere la propria attività, né
pertanto contatti fisici con la clientela.
La Banca Virtuale non è un semplice canale, ma una struttura a se stante, “un
nuovo modello organizzativo nel quale l’insieme dei canali distributivi di natura
telematica, dei prodotti/servizi e delle competenze di marketing consente, senza contatto
diretto con il personale bancario, di erogare servizi alla clientela in modo potenzialmente
1
Cfr. Francesco Antinucci, “La realtà virtuale come strumento di conoscenza”, Convegno Telecom, 10/1995,in
Mediamente, rivista telematica al sito http://www.mediamente.rai.it
personalizzato.”
2
Si assiste quindi ad una dematerializzazione delle strutture d’offerta
tradizionalmente usate dalle banche, vale a dire gli sportelli e le agenzie. La banca
virtuale è una realtà intrinsecamente vera (la banca è una società avente per oggetto la
raccolta del risparmio e l'esercizio del credito e come tale sottoposta all'autorizzazione
della Banca D'Italia per il suo esercizio), ma virtuali sono le modalità di contatto con il
cliente
3
.
Un aspetto su cui si discute insistentemente nell'ambito della stessa definizione
riguarda il grado di virtualità da considerare. E' possibile, infatti, distinguere due livelli
di virtualità. Ad un primo livello si potrebbe definire virtuale quella banca erogatrice dei
propri servizi alla clientela senza l'ausilio di sportelli tradizionali e quindi senza un
contatto umano diretto. Tale virtualità è legata in questo caso al fatto che venga a
mancare la presenza fisica riscontrabile invece nella banca tradizionale. In tal senso la
banca virtuale consisterebbe in un luogo fisico dove si producono servizi bancari che
verranno successivamente erogati all'esterno tramite l'utilizzo di una combinazione
variabile di canali remoti.
A questo primo livello se ne può allora aggiungere un secondo, basato su un
maggior grado di virtualità e che consente di arrivare ad un concetto di banca veramente
innovativo. La banca virtuale è una banca che fisicamente non esiste: non possiede
sportelli tradizionali diffusi sul territorio, ma non ha nemmeno una sede fisica
tradizionalmente intesa. Si deve parlare pertanto in questo caso di virtual banking, in
quanto ciò che esiste ed è reale è un servizio banking. La banca virtuale può essere
definita come quel luogo virtuale dove diversi soggetti creano e propongono prodotti e
servizi bancari distribuiti in un secondo momento mediante canali remoti, su richiesta
del cliente.
Entrambe le definizioni possono essere accettate, in quanto il prodotto delle
diverse attività e il modo di rapportarsi al cliente sono gli stessi, anche se operativamente
2
Emanuele Dainesi, “Netbanking”, 2000, edizione Egea, Milano
3
Definizione fornita da A. Biffi – U. Filotto, “Soluzione banca virtuale”, SDA Bocconi – SMAU, Milano 1997.
effettuati in modo diverso.
La banca virtuale trae origine dall’utilizzo massiccio della tecnologia; le nuove
strutture e nuovi supporti elettronici si sostituiscono a quelli tradizionali, in toto o in
alcune parti. In questo processo di traslazione si dematerializzano le strutture distributive
attuali.
4
In riferimento alla tecnologia questo significa:
• offrire prodotti e servizi in modo delocalizzato rispetto allo sportello tradizionale
presidiato dal personale interno, con sportelli automatizzati delocalizzati; con
l’accesso alle operazioni bancarie tramite terzi (es. centri commerciali); con un
accesso diretto del cliente dalla propria sede (home e corporate banking);
• eliminazione della carta moneta e sostituzione con l’informazione (acquisto con carta
di credito via Internet);
• gestione delle informazioni su reti di scambio aperte (net - working fra mercati e
settori economici diversi);
• revisione dei sistemi di sicurezza logica/fisica delle informazioni e del loro transito
sulle reti in funzione delle nuove configurazioni assunte dalle architetture fisiche dei
sistemi informativi bancari.
Tre sono gli aspetti rintracciabili nel concetto di banca virtuale:
• il ruolo assolutamente fondamentale ricoperto dall'Information Technology, che
permette di sopperire ad alcune delle attività svolte dalla tradizionale organizzazione
della banca ed a modificare le modalità di erogazione e di fruizione del servizio
bancario, assumendo un ruolo non più puramente strumentale, ma divenendo il
fattore abilitante del nuovo modo di concepire la banca
• in quest'ottica ciò che assume rilevanza non è tanto il contenuto dei prodotti trattati,
quanto il contesto in cui avvengono le transazioni e le infrastrutture utilizzate
4
Cfr. A. Biffi e U. Filotto (1997), pag.17, op. cit.
• l’importanza dei sistemi distributivi remoti che, affinché una banca si possa ritenere
virtuale, non possono presentarsi come accessori alla normale operatività, ma
centrali nel modo di proporsi al mercato.
In effetti, la banca virtuale non consiste, com’è stato nei decenni scorsi per le
altre innovazioni tecnologiche che hanno interessato il settore bancario, in una soluzione
già sostanzialmente definita. E’ associata alla banca virtuale una gamma abbastanza
articolata di soluzioni, il cui tratto comune è rappresentato dal fatto di delineare una
scissione fra funzione bancaria e struttura bancaria. Ciò avviene tramite l'interposizione
fra i tempi/luoghi della fruizione dei servizi bancari da parte del pubblico e i
tempi/luoghi delle fasi d’organizzazione, produzione e vendita dei medesimi di uno
spazio che può essere coperto in modi diversi (con il telefono, il PC, la Tv, ecc.). Tale
intervallo rappresenta il punto d’avvio e la condizione della realizzazione di ulteriori
innovazioni sia sul versante della fruizione sia su quello dell’organizzazione, produzione
e vendita, perché consente di smaterializzare il contatto fra i due versanti eliminando
quelle componenti dell'attività bancaria costituenti il principale ostacolo ad una sua
piena terziarizzazione.
1.2. Il passaggio dalla banca tradizionale alla banca virtuale.
Le relazioni tra banca e informatica riflettono una storia ormai quarantennale
5
,
lungo un percorso che ha visto accrescersi il ruolo delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, dai processi interni alle relazioni con la clientela. Per comprendere
meglio cosa sia una banca virtuale, occorre ripercorrere l'evoluzione che gli istituti di
credito hanno subito nel tempo, sintetizzabile in tre fondamentali tappe:
5
Tale processo è stato accompagnato dall’azione di stimolo e coordinamento della Banca d’Italia, anche attraverso
l’attività svolta, con la collaborazione dell’ABI, nell’ambito della Convenzione Interbancaria per i Problemi
dell’Automazione (CIPA)
1. BANCA TRADIZIONALE
Il modello di riferimento della banca tradizionale è basato sull'offerta di servizi di
alto livello attraverso la copertura capillare del territorio mediante una rete di filiali. Il
tessuto produttivo è caratterizzato da un elevato grado d'integrazione verticale e di
automazione dei processi. Ogni sportello si presenta come un punto di servizio
indifferenziato, in grado di offrire un’ampia gamma di prodotti. In questo modello di
banca, l’attenzione è rivolta alla capacità di standardizzare, normalizzare e
industrializzare i processi (quasi tutti gestiti internamente). Tale capacità si accompagna
ad una strategia di “presidio” del territorio, non sempre sensibile alle segmentazioni dei
mercati di riferimento. La tecnologia viene qui utilizzata per ottenere vantaggi in termini
di efficienza, attraverso sportelli presidiati, centrali o periferici, procedure automatizzate
e i primi strumenti elettronici:
6
negli anni ’70 furono introdotti i cash dispenser,
successivamente gli sportelli automatici (ATM), inizialmente collocati all’interno delle
filiali poi sparsi sul territorio. Questi ultimi, se collegati a livello nazionale, costituivano
un sistema di transazioni in grado di superare i confini geografici delle singole banche.
Successivamente vennero creati i Pos (Point of sale), i quali trasferivano il compito delle
transazioni dal personale della banca (produttori), ai clienti (utilizzatori). Questi sistemi,
pur comportando notevoli costi di installazione, presentavano grandi vantaggi dal punto
di vista delle economie di scala.
2. BANCA ELETTRONICA
La tappa successiva è rappresentata dalla banca elettronica, che modifica i
processi e le modalità di esecuzione mediante la tecnologia, riproducendo modelli
bancari tradizionali e ricercando efficienza ed efficacia attraverso elementi innovativi
quali i primi sportelli non presidiati (chioschi bancari), pionieristiche forme di remote e
home banking. Durante gli anni ’80, infatti, nuovi canali di distribuzione iniziano a
diffondersi: si comincia a parlare di “remote banking”, termine con cui si fa riferimento
6
Anna Omarini, Banche e banchieri, n.1, 1996, pag. 72 e ss.
alle modalità di collegamento telematico tra banca e cliente, che permettono a
quest’ultimo di effettuare Il processo produttivo richiede nuove competenze, che però
non si presentano come alternative a quelle tipicamente bancarie, non permettendo
quindi alla banca elettronica di poter prescindere dalla banca tradizionale. Tratti
distintivi del concetto di banca elettronica sono da ricercare non tanto in ciò che con essa
può essere realizzato (erogazione di servizi per mezzo di canali complementari
telematici), ma piuttosto nel modo con cui essa procede alla fornitura degli stessi
(maggiori opportunità offerte alla clientela per mezzo dei nuovi canali).
3. BANCA VIRTUALE
La fase successiva, quella della banca virtuale, è caratterizzata dall’erogazione di
prodotti e servizi attraverso sportelli non presidiati e mediante strumenti tecnologici
informatici e telematici; essa rappresenta l’insieme di prodotti, canali distributivi,
modalità produttive e tecnologie di marketing che consentono, senza contatto fisico
diretto con personale bancario, di erogare servizi alla clientela e di gestire per specifici
segmenti l’intera relazione tra cliente e banca, controllando anche la “customer
satisfaction”. L'obiettivo che tale modello si prefigge è permettere di fornire soluzioni ad
hoc per ogni specifica esigenza, in tempo reale e in modo soddisfacente e completo,
instaurando relazioni di lungo periodo con la clientela. Ne conseguirebbe un’offerta di
prodotti e servizi mediante sportelli automatizzati delocalizzati di proprietà della banca,
l’accessibilità alle operazioni bancarie tramite terzi o direttamente dalla sede del cliente,
l’eliminazione della carta moneta e la sua sostituzione con l’informazione. La catena
produttiva, non più integrata verticalmente all’interno, si serve di elementi appaltati
all’esterno. Se nella banca tradizionale contano le economie di scala, nella banca virtuale
fondamentali sono le economies of speed i vantaggi dello sfruttare adeguatamente il
tempo, anche perché elevata è la velocità con cui le tecnologie se non gli stessi schemi
organizzativi evolvono.
Ricapitolando, la banca tradizionale è sempre stata un modello organizzativo
autosufficiente e fine a se stesso, ove il processo di lavorazione ed il prodotto erano unici
e scarsamente modificabili, quindi poco vulnerabili. Inoltre competenze e risorse
qualificate provenivano solo dal modello banca e ciò significava che il mercato era
chiuso ed elitario e difficilmente altre entità potevano sostituirsi al modello produttivo
esistente, lasciando alle banche un largo margine di azione e di predominio sul mercato.
La banca elettronica scaturisce dal crescere esponenziale delle tecnologie spesso
ricava alcune delle sue connotazioni al di fuori del sistema bancario, integrandole con il
sistema banca per cercare di ottimizzare e snellire i processi di produzione e lavorazione
del prodotto bancario, diminuendone i costi e razionalizzandone le modalità di fornitura
alla clientela; questa fase dunque modifica la banca tradizionale ma non la sostituisce.
La banca virtuale entra in questo panorama con differenti prospettive: utilizza la
tecnologia non solo in modo completo, ma in modo completamente nuovo e originale,
con connotati di efficienza e di produttività particolari e competitivi. La banca virtuale
perciò non emula la struttura della banca tradizionale, bensì si presenta in grado di
offrire servizi nuovi ed alieni anche al tradizionale servizio bancario, ponendosi come
concorrente della stessa banca tradizionale.
Non si deve pertanto essere portati a considerare la banca virtuale come la
semplice riedizione on - line del complesso tradizionale: in un senso molto ampio, la
banca virtuale rappresenta l'evoluzione e la rivoluzione offrendo un portafoglio di servizi
basati sulla rete e comprendente i rapporti finanziari e di commercio elettronico con le
famiglie, i servizi alle imprese, i necessari supporti professionali a livello di
manutenzione e innovazione tecnologica, i servizi di cura e contatto con il cliente.
L’obiettivo primario di un modello ideale di banca virtuale consiste nel fornire un
servizio superiore utilizzando una pluralità di canali remoti, volti a offrire ciascuno il
miglior rapporto di costo - qualità in relazione alle specifiche esigenze espresse dalla
clientela. Per questa serie di motivi la banca virtuale (caratterizzata dalla presenza di
soggetti che producono una parte di servizi che saranno successivamente distribuiti in un
unico luogo virtuale e con uno stesso marchio) si struttura sulla base delle attese e
dell'unico, vero giudice finale: il cliente.
Nella banca tradizionale è il cliente che si reca presso la banca. Nella banca
virtuale è la banca che si propone al cliente. Il cliente della banca virtuale ha un potere di
mercato, ovvero una capacità di scelta e una tale mobilità assolutamente sconosciuti in
passato. per conseguire una buona fidelizzazione occorre proporgli un'offerta
accattivante: occorre oltrepassare i suoi bisogni immediati scavando a fondo, in modo da
poter offrire soluzioni integrate ad esigenze più complesse a livello di stile di vita, in
termini di tempo libero, formazione, acquisti. In tal senso la banca virtuale dovrebbe
associare la propria gamma di servizi e prodotti di altri operatori non bancari. nella
logica dei portali, controparti industriali e aziende di servizi potrebbero diventare i
potenziali partner della banca virtuale, come pure i suoi potenziali concorrenti.
Ugualmente, l'obiettivo di fidelizzare il cliente e stabilire con lui un rapporto di
comunità virtuale potrebbe richiedere alla banca virtuale, ove necessario, di garantire
l'accesso anche ai prodotti offerti dalla concorrenza.
1.3. Le motivazioni della banca virtuale.
Il quadro nel quale le banche si trovano ad operare è profondamente mutato.
L'attività di intermediazione costituisce un elemento loro peculiare sino a che esse hanno
maggiore disponibilità e migliore capacità di elaborazione dell'informazione; da alcuni
anni tuttavia questa situazione è profondamente mutata, consentendo l'entrata nel mondo
finanziario di operatori che ad esso non appartengono.
Tre sono le caratteristiche che facevano della banca un intermediario dal quale non
si potesse prescindere nelle questioni finanziarie: la conoscenza delle opportunità di
impiego, la capacità di valutare il profilo di rischio del prenditore di fondi, la capacità di
realizzare portafogli ottimali di attività e passività finanziarie in relazione alle esigenze
del cliente. Nello scenario attuale, nessuna di queste appartiene più esclusivamente alle
banche.
La maggiore disponibilità di informazioni nel primo caso, la presenza di società
di rating nel secondo e il ruolo assunto dagli investitori istituzionali nel terzo (solo a
titolo esemplificativo), hanno fatto venire meno l'esclusività di tali competenze per la
banca; ne consegue che il valore che il cliente acquisiva e che era disposto a pagare alla
banca si assottiglia progressivamente.
La fase della produzione di servizi di pagamento, finanziamento e investimento
può essere svolta da soggetti che integrano elementi prodotti dalle stesse banche, da
soggetti terzi, come agenzie di rating, e dai mercati, ottenendo un prodotto più completo
ed efficiente di quello bancario; ne consegue che la banca rischia di rivestire un ruolo
essenzialmente di distributrice di valore per il cliente.
Queste considerazioni hanno portato i dirigenti bancari a riflettere sulla strada
intrapresa dalla struttura bancaria e su un importante risultato: ciò che il cliente acquista
dalla banca è l'accesso ai servizi più che la produzione degli stessi. Si è cercato in tal
modo di fronteggiare questi nuovi competitors non facenti parte del sistema puntando sui
tecnologici e alternativi canali di distribuzione, oltre che sull'appoggio del proprio
patrimonio di competenze, conoscenze e strutture.
Occorre poi ricordare che alla base del nuovo modo di concepire i canali di
delivery sono riscontrabili altri fattori, quali:
• la costante riduzione dei margini di redditività dell'attività bancaria tradizionale
• gli elevati costi di gestione delle agenzie tradizionali, all'interno dei quali
s’inseriscono gli oneri del personale addetto ad una filiale, gli oneri relativi ai locali,
alle infrastrutture, alla sicurezza, ai macchinari e a quant'altro occorre per la gestione
di uno sportello (vedi fig.1.1)
Figura 1.1. Percentuali di spese della banca tradizionale e della banca virtuale.
Fonte: M. L. Felici (1998)
• la necessità di assicurare congruità tra i singoli prodotti finanziari e la struttura dei
canali di vendita attraverso i quali i prodotti stessi vengono veicolati, cercando di
superare uno dei maggiori punti deboli riconosciuto alle reti bancarie tradizionali, la
loro despecializzazione
• l'evoluzione delle attese dei clienti, sempre più attenti all'intero insieme dell'attività
bancaria, cui vengono domandati prodotti e servizi veloci, personalizzati, affidabili e
di facile accesso.
Su un piano più generale, va considerato che l’evoluzione dei canali di contatto
con la clientela si accompagna ad una profonda riconsiderazione degli altri profili
organizzativi, funzionali e operativi delle banche e dello stesso assetto dei mercati,
aspetti che verranno più accuratamente analizzati nei seguenti capitoli.
Essi possono essere così sintetizzati:
7
• la tendenza ad abbandonare il tradizionale modello di integrazione all’interno della
banca dell’intera filiera produttiva e a presentare crescente ricorso all’appalto esterno
di intere fasi di lavorazione, non necessariamente limitate alla variabile informatico -
tecnologica, con la finalità di realizzare crescenti economie di costo. Rilievo assume
7
Cfr. Fondazione Rosselli, Quinto Rapporto sul Sistema Finanziario Italiano, “Internet banking: tecnologia, economia
e diritto”, Edibank 2000, pag. 299
in tale ambito la separazione, fra soggetti diversi, della fase di produzione dei servizi
da quella di commercializzazione degli stessi;
8
• l’adozione di strategie di mercato centrate sulla distribuzione multicanale, sulla
segmentazione della clientela secondo gli effettivi o potenziali modelli di acquisto -
quali emergono dalle informazioni ricavabili dai nuovi canali telematici – e sullo
sviluppo di servizi e prodotti modellati sulle caratteristiche ed esigenze della fascia
di clientela prescelta;
• l’integrazione, attraverso formule organizzative che vanno dalla costituzione di
gruppi di aziende all’attivazione di portali finanziari, di un’ampia gamma di servizi
finanziari (factoring, merchant banking, credito al consumo, commercial banking,
vendita di prodotti assicurativi, servizi di pagamento, trading on - line, ecc.);
• la possibilità di rivolgersi a mercati più ampi, potenzialmente globali, superando i
vincoli connessi con l’articolazione e l’estensione della rete territoriale, che potrebbe
addirittura essere assente (come per le banche nate e sviluppatesi esclusivamente
nella dimensione virtuale);
• la diffusione nei servizi di pagamento delle transazioni eseguite con mezzi innovativi
in sostituzione della moneta legale e degli strumenti più tradizionali; l’avvio di
schemi di moneta elettronica.
1.4. Possibili vantaggi ed ostacoli legati alla diffusione della Banca Virtuale.
Stabilire al momento quali siano gli obiettivi primari di questo nuovo modello di
banca non è facile, non perché tali obiettivi siano difficilmente raggiungibili, ma perché
il fenomeno è ancora in uno stadio di evoluzione perciò risulta piuttosto arduo effettuare
una valutazione globale corretta.
I vantaggi ottenibili dallo sviluppo della banca virtuale possono essere così
sintetizzati:
8
Sull’argomento cfr. Banca d’Italia, “Indagine sull’outsourcing”, in Bollettino di Vigilanza, ottobre 1999.
• il contenimento dei costi operativi perché le diverse operazioni sui prodotti
vengono indirizzate direttamente al domicilio del cliente (un esempio, si calcola
che il costo di una transazione bancaria su Internet sia inferiore di un ottavo
confrontato a quella svolta in agenzia
9
). La tabella seguente, ricavata da uno
studio Booz Allen & Hamilton, dimostra come l’evoluzione della tecnologia
riduca i costi delle transazioni bancarie.
Canale Costo per transazione
Sportello 1.07$
Telefono 0.54$
ATM 0.27$
PC Banking 0.015$
Internet Banking 0.010$
• una maggiore efficienza della filiale, e quindi un maggiore utilizzo delle risorse
disponibili, perché l’innovazione nel processo modifica e integra le modalità di
erogazione dei servizi: basti pensare che non è più necessario impiegare un solo
operatore a disposizione del cliente per un certo periodo, cioè quello richiesto
dall’operazione bancaria
• contenimento dei costi di installazione degli sportelli ed economicità nella loro
manutenzione
• la possibilità di acquisto e di fidelizzazione di nuovi clienti, appartenenti a fasce
diverse per età, reddito, stato sociale
• nessun utente di banca è costretto a rispettare gli orari di sportello: non muta
soltanto l’offerta di prodotti o servizi, ma il relativo sistema di erogazione,
mediante telefono, fax, personal computer, tv interattiva. Ciò conduce ad
un'automatizzazione nella gestione delle transazioni con la relativa eliminazione
8
Dati provenienti da L. Bajetta, “La banca virtuale: i riflessi della caduta del muro”, in Bancaria n. 9, 1996
dei back - office
• i prodotti risultano dematerializzati: si pensi come esempio al Bancomat, che
permette ad un qualsiasi correntista di effettuare prelevamenti o versamenti sul
suo conto corrente utilizzando anche infrastrutture non appartenenti alla sua
banca
• maggiore facilità, velocità, comodità e riservatezza nello svolgimento delle
operazioni.
L'esposizione delle esperienze condotte da alcune istituzioni creditizie ha
evidenziato come i fattori critici di successo siano da un lato legati ad un utilizzo mirato
delle opportunità che le tecnologie disponibili sono in grado di offrire, dall'altro a una
selezione accurata e a un valorizzazione delle risorse umane.
Se da un lato lo "stato dell'arte" della banca virtuale appare soddisfacente e le
prospettive disegnano scenari ancor più stimolanti, non bisogna tralasciare ostacoli e
minacce che s’interpongono sulla sua strada. Le difficoltà implementative della banca
virtuale sono molteplici, ciascuna di esse esprime criticità e vincoli di differente
intensità, in dipendenza sia della natura intrinseca del problema in oggetto sia della
tipologia di istituzione che intende sviluppare la nuova banca.
Rispetto a quest’ultimo punto si prospettano due sostanziali soluzioni alternative:
10
1. la soluzione virtuale viene perseguita mediante la costituzione di una banca stand
alone da parte di un operatore totalmente nuovo al settore finanziario, privo di
strutture ed infrastrutture distributive tradizionali, libero pertanto dal peso di
investimenti passati e di risorse umane sulle quali intraprendere azioni di
smantellamento e riconversione. Tale operatore sarà libero di scegliere quale
architettura fisica e logistica attribuire alla nuova struttura sfruttando al meglio le
opportunità offerte dalla tecnologia e dall'organizzazione.
10
Cfr. A. Biffi e U. Filotto (1997), op. cit.