5
INTRODUZIONE
In questo lavoro tratto il tema che più di ogni altro pervade e dà senso alla
nostra esistenza: l’amore.
La tesi si compone di tre parti. Nella prima parte ho analizzato i risultati di un
questionario somministrato a cento individui tra uomini e donne. Il
questionario che ho preso in esame è quello che è stato ideato dall’antropologa
Helen Fisher (2005, p. 241)
Tutti gli esseri umani hanno provato e provano l’estasi e la disperazione
dell’amore romantico, ne è venuto fuori che per l’uomo amare è un istinto
fondamentale, alla stregua del bisogno di acqua o cibo se non di più, vale a dire
una necessità fisiologica. In questa parte del lavoro, viene presentata anche una
tesi provocatoria: l’amore, l’esperienza dell’innamorarsi, radicalmente
soggettiva ma universale nell’esaltazione, negli sbalzi d’umore, nell’insonnia,
nell’ossessività, sarebbe una forma di malattia, ma non una qualunque, sarebbe
una malattia mentale necessaria e per la quale non vogliamo nessuna cura.
L’amore cambia profondamente le persone, influenza il modo in cui pensano e
in cui si comportano.
Da sempre le persone innamorate mostrano un insieme di sintomi ricorrenti
(Fisher, 2005). Alcuni di questi sintomi possono essere rintracciati nel pensiero
fisso sulla persona amata, malinconia, estasi, oscillazioni d’umore. Tutti
sintomi che rientrano nella diagnosi di ossessione, depressione e mania.
Per moltissimi aspetti l’innamoramento sembra simulare una malattia mentale,
è per molti di noi l’esperienza più vicina alla malattia mentale che ci capita di
provare nella nostra vita.
Una follia, l’amore, come vedremo nella seconda parte che la selezione
naturale ha modellato perché al pari di altre emozioni fondamentali necessaria
alla sopravvivenza del singolo e della specie.
Quando l’amore causa sofferenza e dolore tutto il tempo finisce per diventare
qualcosa che con l’amore c’entra ormai ben poco.
Nella terza parte della tesi tratterò il fenomeno della love addiction ossia della
dipendenza verso la persona amata.
6
Quella affettiva è una delle dipendenze meno tangibili ma non per questo meno
terribili, non si dipende da una sostanza ma da un cuore, da una presenza.
Il dipendente affettivo è incapace di essere felice senza l’altro. La sua felicità,
tutta la sua vita, dipende da un altro essere umano. Esiste solo attraverso di lui,
è un essere che finisce per vivere per procura perdendo completamente la sua
autonomia.
In questa parte vedremo anche come facendo “amicizia” con la propria
solitudine e iniziando con coraggio a porsi delle domande il dipendente
affettivo inizia il suo percorso di guarigione.
Un percorso che vorrà dire innanzitutto rinuncia ai sensi di colpa, alla
vergogna, alla paura (principalmente a quella dell’abbandono) e affermare i
propri bisogni.
Per navigare verso la completa guarigione il dipendente affettivo dovrà trovare
dentro di sé la forza di abbandonare la sicurezza di ciò che è familiare, cioè la
tranquillità degli schemi del passato. Dovrà sfidarsi e adattarsi ai nuovi
cambiamenti e per farlo sarà necessario un elemento fondamentale:
l’autostima.
L’amore è un sentimento che può essere meraviglioso se vissuto in maniera
sana. Una relazione sana possiede una caratteristica fondamentale: è una
relazione reciproca e simmetrica. Una relazione che non ci chiede di rinunciare
a noi stessi e a ciò che siamo. E’ una relazione tra individui liberi, che lascia i
propri spazi e non è una prigione, una relazione che può essere realizzata solo
assumendosi in prima persona la responsabilità della propria vita e non
delegandola a qualcun altro.
L’amore sarebbe qualcosa che è coinvolto nei processi di integrazione
dell’identità personale (Bruni, 2010), una caratteristica della natura umana
come la razionalità ma diversamente da questa, che ci offre gli strumenti per
soddisfare ciò che desideriamo ma allo stesso tempo può frenarci causandoci
una frattura interiore, la capacità di amare direziona ogni frammento
dell’identità di un individuo verso un fine preciso.
7
I CAPITOLO
L’AMORE
1.1 Innamorarsi
Per capire cos’è l’amore, cos’è questo sentimento così bipolare, potentissimo,
incontrollabile e ricco di sfaccettature, ho somministrato un questionario a
cento individui, tra uomini e donne, sulla base di quello utilizzato
dall’antropologa Helen Fisher nel suo libro: Perché Amiamo.
1
Dal questionario sono emerse chiaramente le caratteristiche universali del
pensiero amoroso.
2
“Significato speciale”: L’amore porta all’idealizzazione, a farci vedere
l’oggetto del nostro amore più bello, più intelligente, di quanto non lo veda
nessun altro. Ogni innamorato contempla con ammirazione la propria amata,
per quanto lei possa essere deforme o brutta.
Stendhal scelse la parola “cristallizzazione” per indicare qualcosa di simile
all’idealizzazione. Sarebbe un processo psicologico in grado di trasformare un
qualunque essere umano in un oggetto di straordinaria bellezza. La
cristallizzazione avrebbe tre caratteristiche: l’immagine perfetta della persona
amata, l’estasi di essere amato da una creatura perfetta e il timore del rifiuto. È
sempre accompagnata da uno stato d’ansia quindi.
L’amore influenza la percezione, l’innamorato non è più in grado di vedere
ogni cosa per quello che è, la sua realtà è distorta. Questo fenomeno è connesso
alla voglia di fondersi l’uno con l’altro, passione per l’unione che è il cuore
dell’amore romantico.
L’attenzione focalizzata: l’innamorato concentra tutta l’attenzione sull’oggetto
del proprio amore.
Uomini e donne innamorati si concentrano anche su canzoni, lettere, e ogni
altro avvenimento associato all’oggetto del proprio amore. Le canzoni che
fanno da sottofondo a importanti momenti condivisi insieme diventano le
“nostre” canzoni, gli innamorati hanno posti speciali, rituali che vanno ripetuti
1
Il questionario completo si trova nell’Appendice, p.68
2
Cfr. il grafico presente in Appendice, p.72
8
in giorni speciali. Accumulano oggetti di per sé senza valore come ad esempio
il tappo di una bottiglia, o un fermaglio. La sola idea di buttare via questi
simboli amorosi, questi simboli che legano i due amanti è vista come un
sacrilegio, come un tradimento, come se questi simboli della relazione
diventassero un’estensione fisica della persona amata, come se con loro
potessero entrare in contatto con lei anche quando non c’è.
Pensiero invadente: Sintomo basilare dell’amore romantico, nonché uno dei
primi a comparire, l’innamorato non è in grado di togliersi dalla mente
l’oggetto del proprio amore.
Fuoco Emotivo: Sensazione di euforia, “farfalle allo stomaco”, al punto da
arrivare a dimenticarsi persino di mangiare e di dormire.
Intensa Energia: Si è pervasi da un’eccezionale sferzata di energia e di forza
propositiva.
Sbalzi d’umore: Si passa rapidamente da picchi di estati ad abissi di
disperazione. L’amore romantico può portare a stati di immensa euforia in
presenza di un amore ricambiato ma anche a profonda disperazione se il
proprio sentimento viene rifiutato.
Unione sentimentale: Questa fusione è una necessità imprescindibile che
l’amato ha, senza di questa si sente vuoto, incompleto, come se gli mancasse
una parte di sé.
Se ne era accorto già Platone quando nella sua opera il Simposio affermava che
alle origini ogni essere umano era un ermafrodito, con quattro mani e quattro
gambe, due facce su un’unica testa, quattro orecchie e genitali maschili e
femminili. Questi esseri possedevano forza e vigore straordinari e perciò
tentarono la scalata del cielo. Zeus allora per punirli pensò di tagliarli in due e
così renderli più deboli. Incominciò quindi a spaccare questi esseri rotondi
dividendoli a metà. Ognuno di noi è quindi una metà di quell'essere originario
ed è sempre in cerca della propria metà: solo quando la trova e si riunisce ad
essa, si placa la sua ansia e realizza la sua completezza e la sua felicità.
Ciascuno di noi cercherebbe quindi l’altra metà che gli è propria (l’anima
gemella).
9
Con le parole di Platone:
E quando ad alcuno di questi, sia l'amatore di fanciulli o altro, avvenga di
incontrare la propria metà, allora restano entrambi così impetuosamente
soggiogati dall'amicizia e dall'intimo amore che non soffrono di restare
staccati l'uno dall'altro per così dire nemmeno per poco tempo. Sono questi
che insieme trascorrono l'intera esistenza, che non saprebbero dire cosa si
aspettino l'uno dall'altro, perché a nessuno parrebbe che tutto ciò sia solo
comunza di piacere amoroso come se questa fosse la ragione per cui amano
stare insieme con così intensa passione; ma è chiaro che l'anima loro aspira a
tutt'altro, senza che lo sappia esprimere; essa però vagamente indovina ciò che
vuole e per oscuri segni lo palesa. E se ad essi, mentre insieme giacciono,
apparisse Efesto con i suoi strumenti e chiedesse:"Cos'è che volete o uomini,
voi, l'uno dall'altro?". E rimanendo quelli dubbiosi, di nuovo chiedesse: "Forse
che desiderate soprattutto essere sempre quanto più possibile una cosa sola
l'uno con l'altro, affinché notte e giorno mai dobbiate lasciarvi? Se questo
desiderate voglio fondervi e plasmarvi in un essere solo, affinché, di due
divenuti uno, possiate vivere entrambi così uniti come un essere solo, e
quando vi colga la morte, anche laggiù nell'Ade siate uno, invece di due, in
un'unica morte. Orsù vedete se è questo che volete e se vi farebbe lieti
ottenerlo.... A queste parole, sappiamo bene che nessuno contraddirebbe, ne
mostrerebbe di desiderare altra cosa, ma semplicemente avrebbe l'impressione
di aver udito proprio quello che da sempre desiderava, di congiungersi cioè e
di fondersi con l'amato per formare, di due, un essere solo
3
.
Cambio di priorità: Si arriva a cambiare le proprie abitudini, persino i valori in
cui si crede pur di vedere corrisposto il sentimento. Si ribalta la propria vita in
funzione della persona amata, come una piramide al cui vertice c’è il proprio
amore.
Dipendenza emotiva: Che porta poi a una terribile “ansia da separazione”.
Empatia: Si sperimenta un’empatia talmente forte che molti amanti sono
pronti a sacrificare la loro vita per il loro amore.
L’amore unisce tenerezza e desiderio, negli esseri umani la pulsione sessuale in
quanto tale non è associata alla tenerezza, solo l’amore li lega.
Gli amanti bramano perché il partner dica loro “Ti amo”, che li ricolmi di
regali e attenzioni, che li ricambi. E questo desiderio di unione sentimentale è
molto più forte di quello di avere un legame sessuale.
Un bisogno talmente profondo che al culmine dell’innamoramento il confine
tra l’Io e il soggetto amato sembra dissolversi.
L’amore è un sentimento vissuto con una tale intensità da sembrare
inconcepibile il fatto che non possa ottenere risposta. La frase “Ti amo” porta
3
Platone (385 a.C.), Simposio, Laterza, 2005
10
con sé implicitamente una richiesta, la risposta: “Ti amo anche io”, senza
risulta e rende chi le pronuncia incompleto.
1.2 Tassonomia dell’amore
Già nell’antichità erano stati studiati ed esaminati i vari generi d’amore, e
nell’antica Grecia nel Simposio con Platone dove vi è una distinzione tra amore
comune e amore divino. Il primo è un amore volgare alimentato
esclusivamente dal desiderio sessuale, mentre il secondo è più nobile e maturo,
un legame affettivo profondo.
La prima classificazione moderna risale allo scrittore C. S. Lewis, nella sua
opera, pubblicata nel 1960, in The Four Loves (I quatto amori) distingueva
quattro forme di amore: Agape (altruismo), Affection (Affetto), Philias
(Amicizia) ed Eros (Amore romantico). Malgrado l’importanza della sua opera
il suo sistema non fece progredire lo studio dell’amore molto oltre Platone.
Ad assumersi il compito di analizzare l’amore tra innamorati fu un sociologo,
John Lee, egli iniziò ad esaminare le diverse descrizioni dell’amore apparse in
epoca classica nelle varie opere di narrativa e saggistica. Lee fu in grado di
distinguere sei forme di amore. Eros (amore romantico); Storge (amore
amicale), Ludus (amore giocoso); Agape (amore disinteressato), Pragma
(amore pratico) e Mania (amore maniaco).
Una distinzione classica quando si parla di amore è quella che viene fatta tra la
passione e la compassione. Quest’ultima sarebbe il sentimento di intimità e
affetto che si prova verso qualcuno senza però che vi sia passione. Le persone
sperimentano questo tipo di amore nelle relazioni in cui non vi è la componente
sessuale, tipo nell’amicizia.
Un approccio importante è stato dato dallo psicologo Yale Robert Sternberg, a
differenza di Lee egli propone una teoria dell’amore. Oltre a classificare i vari
tipi di amore Sternberg spiega anche perché e come nascono. La sua teoria
prende il nome di “teoria triangolare” e suppone che l’amore di norma sia
composto da tre elementi psicologici: intimità, passione e impegno.
Combinando questi tre elementi è possibile ottenere sette tipi di amore. Il vero
amore si avrebbe quando sono presenti tutti e tre gli elementi. Quando sono
11
presenti solo una o due componenti si generano altre forme di amore. Una
relazione basata esclusivamente sull’intimità ad esempio può essere definita
“simpatia”, una in cui all’intimità si aggiunge l’impegno “amore affettivo”, a
cui si aggiunge la passione invece “amore romantico”. Una basata
esclusivamente sulla passione è detta “infatuazione”, se alla passione si
aggiunge l’impegno siamo in presenza dell’“amore fatuo”, se invece c’è solo
l’impegno si ha l’“amore sterile”.
Secondo il genetista Edoardo Boncinelli
4
si parla spesso di “amore” ma è un
termine che viene usato indifferentemente per indicarne ogni forma, romantica,
filiale, materna, per il prossimo, raramente l’amore romantico viene
menzionato esplicitamente, anche se è solo una questione puramente linguistica
perché poi chi parla sa benissimo che cosa sta provando. Lui per amore
romantico intende quel legame di estrema intensità che lega un uomo e una
donna che si amano, che si desiderano e si possiedono, non necessariamente
con lo stesso grado di necessità. Secondo lui è vero che l’amore è sostenuto
dalla spinta sessuale finalizzata alla riproduzione ma è anche vero che l’amore
tra gli esseri umani è anche qualcosa di più profondo della sola scelta sessuale.
Tutti gli animali avrebbrero una sessualità finalizzata a riprodursi ma nessuno
intenderebbe l’amore così come lo intendiamo noi. Secondo lui l’amore
sarebbe nato nella nostra specie perché trascorriamo un lunghissimo periodo
come cuccioli legati ai nostri genitori. Per noi, animali superiori, le emozioni
servirebbero per vivere, avrebbero una funzione biologica ed evolutiva. Noi
chiamiamo emozioni il complesso sentimento il complesso di emozioni
collegate allo stesso tema. Noi viviamo per i sentimenti, per gli affetti, le
passioni, le emozioni, a dispetto di queste la ragione conta molto meno nella
nostra vita.
Anche il filosofo David Hume nella sua opera il Trattato della natura umana,
nella sezione intitolata “la passione amorosa, ovvero l’amore fra i sessi” ha
tentato di definire l’amore. Secondo lui l’amore sarebbe composto da tre
elementi separati: riconoscimento della bellezza, desiderio sessuale e amicizia.
L’amore potrebbe svilupparsi a partire da uno qualsiasi di questi singoli
elementi. Tuttavia capita di frequente che l’amore nasca dall’attrazione fisica e
l’esperienza quotidiana sembra dare ragione a Hume in questo senso poiché la
4
Boncinelli E., Mi ritorno in mente, Longanesi, 2010.