I 
INDICE 
 
RESPONSABILITÀ EX CRIMINE DEGLI ENTI E DELITTI COLPOSI IN 
VIOLAZIONE DELLE NORME SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL 
LAVORO.  
PROFILI CRITICI E PROSPETTIVE 
 
 
INTRODUZIONE ....................................................................................................................... 1 
 
PARTE PRIMA 
 
CAPITOLO I 
 
IL CONTRASTATO SUPERAMENTO DI UN PRINCIPIO 
«ARCHEOLOGICO» QUANTO «COSTOSO»  
NELLA SECOLARE TENSIONE TRA DOGMATICA E POLITICA 
CRIMINALE 
 
1. Le origini di un “mito giuridico” .......................................................................................... 12 
1. 1. L’elevazione a dogma del principio di irresponsabilità della societas nel dibattito 
tra ‘Fiktionsthoerie’ e ‘Realitätstheorie’ .................................................................................. 14 
2. Primi passi verso la «sepoltura» del societas delinquere non potest in epoca contemporanea 
2. 1. Breve excursus comparatistico. Corporate crime liability nel sistema di common 
law: l’esperienza inglese ........................................................................................................... 17 
2. 2. Il «costo» del principio societas delinquere non potest nel nostro Paese e le 
esigenze alla base del suo superamento. Le resistenze ontologiche e costituzionali ................ 23 
2. 3. (segue): Le esigenze politico-criminali e sistematiche del superamento del brocardo
 ................................................................................................................................................... 26 
2. 4. (segue): Le spinte da parte del diritto internazionale e comunitario ..................... 28 
2. 5. Dai tentativi di inserimento della responsabilità delle persone giuridiche nel codice 
penale all’approvazione del decreto 231/2001 ......................................................................... 30
II 
3. La “vexata quaestio” – tutta italiana – della natura della responsabilità degli enti .............. 33 
4. Le conseguenze sulla teoria del reato e la struttura dell’illecito dell’ente. Il paradigma 
“ibrido” italiano ........................................................................................................................ 40 
5. Osservazioni conclusive. Il paradosso della societas, che delinquere non potest ma che saepe 
delinquit nella lotta “dogmatica versus politica criminale”: prospettive de iure condendo ..... 44 
 
 
CAPITOLO II 
 
IL D. LGS. 231/2001: ASPETTI SOSTANZIALI E PROCESSUALI DEL 
“MICROCODICE” DELLA RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI. 
 
SEZIONE I 
INTRODUZIONE E PROFILI SOSTANZIALI 
 
1. Introduzione e struttura del decreto .................................................................................... 49 
2. I soggetti destinatari della disciplina. Enti e personalità giuridica ..................................... 51 
2. 1. I soggetti non destinatari del decreto. Enti a soggettività pubblica ................. 53 
2. 2. (segue): Le (possibili) applicazioni estensive del decreto legislativo 231/2001 
operate dalla giurisprudenza di legittimità. La questione dell’impresa unipersonale e dei 
gruppi di società .................................................................................................................. 57 
3. Aspetti sostanziali del Decreto. Il principio di legalità e i suoi corollari ............................ 60 
3. 1. (segue): Successione di leggi e responsabilità per reati commessi all’estero . 62 
3. 2. L’autonomia della responsabilità dell’ente ..................................................... 63
III 
SEZIONE II 
CRITERI DI IMPUTAZIONE E CENTRALITÀ DEI MODELLI DI 
ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DEL RISCHIO-REATO 
 
1. Il criterio oggettivo ai sensi dell’art. 5 del Decreto .............................................................. 67 
1. 1. Le differenti concezioni di interesse e vantaggio all’interno del dibattito in dottrina
 ................................................................................................................................................... 69 
2. La colpevolezza dell’ente: criteri d’imputazione soggettiva ex artt. 6 e 7 ............................ 74 
3. La centralità dei compliance programs. La duplice funzione del modello organizzativo nel 
Decreto ...................................................................................................................................... 78 
3. 1. La costruzione del modello: struttura e contenuti ................................................. 81 
3. 2. La recentissima introduzione del whistleblowing quale requisito di idoneità del 
modello ..................................................................................................................................... 88 
4. La fase di attuazione del modello. Funzioni e composizione dell’Organismo di Vigilanza.
 ................................................................................................................................................... 92 
5. Il sindacato giudiziale sull’idoneità del modello tra incertezze e prospettive di riforma ..... 99 
 
 
SEZIONE III 
L’IMPIANTO SANZIONATORIO DEL DECRETO 
 
1. L’apparato sanzionatorio del sistema 231 ........................................................................... 105 
2. La sanzione pecuniaria ........................................................................................................ 107 
2. 1. I casi di riduzione della sanzione pecuniaria ex art. 12 del Decreto ................... 110 
3. Le sanzioni interdittive ....................................................................................................... 111 
3. 1. Tipologie e criteri di scelta delle sanzioni interdittive ........................................ 112 
3. 2. Il commissariamento giudiziale .......................................................................... 114 
4. Le altre sanzioni. La pubblicazione della sentenza di condanna e la confisca ................... 116
IV 
SEZIONE IV 
I REATI PRESUPPOSTO E IL PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO 
DELL’ILLECITO 
 
1. Alla ricerca di una «razionalità inesistente»: il discusso catalogo dei reati presupposto ... 119 
1. 1. Le numerose (e, talvolta, problematiche) integrazioni al Decreto ...................... 121 
1. 2. La disciplina del tentativo ................................................................................... 125 
2.  Lineamenti del “processo 231”. La partecipazione al procedimento e l’esercizio del diritto 
di difesa dell’ente .................................................................................................................... 126 
2. 1. Il procedimento di accertamento dell’illecito e le sue peculiarità ....................... 132 
 
 
PARTE SECONDA 
 
CAPITOLO I 
 
LA TUTELA DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NEL NOSTRO PAESE E 
LA SUA INTRODUZIONE ALL’INTERNO DEL CORPUS DELLA 
RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI  
 
 
SEZIONE I  
CENNI STORICI SULLA SICUREZZA SUL LAVORO IN ITALIA: DALLE ORIGINI 
ALL’ATTUALE ART. 25-SEPTIES 
 
1. Premessa. Dalle origini della tutela della sicurezza sul lavoro in Italia alla stratificazione di 
fonti normative ........................................................................................................................ 141 
1. 1. Dalla legge n. 80 del 1898 alla tutela del lavoro nella Carta costituzionale ....... 143 
1. 2. Dalla legislazione dagli anni ’50 al risultato delle lotte sindacali: lo Statuto dei 
lavoratori ................................................................................................................................. 145 
1. 3. Il ruolo della Comunità Europea nella legislazione italiana a partire dagli anni ’80. 
Il decreto legislativo 626 del 1994 .......................................................................................... 148
V 
2. Il riordino operato dalla legge 123 del 2007 e l’inserimento della sicurezza sul lavoro 
all’interno della responsabilità ex 231: l’art. 25-septies ......................................................... 151 
2. 1. (segue): Il testo attuale dell’art. 25-septies in seguito alla sua riformulazione ad 
opera del d. lgs. 81/2008 ......................................................................................................... 155 
 
 
 
SEZIONE II 
CONFRONTO E COORDINAMENTO DELLA DISCIPLINA SULLA 
RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI CON IL TESTO UNICO IN MATERIA DI 
SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO. 
 
1. Gli enti destinatari ............................................................................................................... 163 
2. Inquadramento dei soggetti che rivestono una posizione di garanzia fra le persone fisiche 
autrici dei reati presupposto .................................................................................................... 165 
2. 1. L’istituto della delega di funzioni. Rapporti tra l’art. 16 T.U.S.L. e la responsabilità 
dell’ente ................................................................................................................................... 172 
3. Le attività previste ai fini della costruzione del Modello a fini antinfortunistici di cui all’art. 
30 d.lgs. 81/2008. Considerazioni preliminari ........................................................................ 175 
3. 1. Definizione di “rischio” in materia di salute e sicurezza e attività di risk assessment
 ................................................................................................................................................. 178 
3. 1. 1. Rapporti tra mappatura del rischio-reato ex art. 30 e l’attività di valutazione dei 
rischi ex artt. 15, 28 e 29 T.U.S.L ........................................................................................... 180 
3. 2. Gestione del rischio in materia di salute e sicurezza ........................................... 186 
3. 3. Attività di informazione, formazione e addestramento ....................................... 188 
3. 4. L’articolazione di funzioni .................................................................................. 192 
4. Sistema di controllo e aggiornamento del modello ............................................................. 193 
4. 1. (segue): L’Organismo di Vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro .. 196 
4. 2. Codice etico in materia di sicurezza sul lavoro e sistema disciplinare ............... 199 
4. 3. Sistema di registrazione degli adempimenti di legge .......................................... 202 
5. La presunzione di conformità di cui al comma quinto, art. 30 T.U.S.L. e i sistemi di gestione 
per la salute e sicurezza sul lavoro. Linee guida UNI-INAIL e il British Standard OHSAS 
18001:2007 ............................................................................................................................. 203
VI 
5. 1. Profili di criticità della presunzione di conformità. Sistema di gestione versus 
modello di organizzazione ...................................................................................................... 208 
6. Il ruolo della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro .... 213 
7. Le procedure semplificate per le piccole e medie imprese. Adozione del modello e attività 
finanziabili .............................................................................................................................. 216 
8. Osservazioni conclusive. Componenti di specialità del modello ex art. 30 T.U.S.L. rispetto 
ai requisiti generali del modello ex 231 .................................................................................. 220 
8. 1. Il modello a fini antinfortunistici: onere o obbligo? La sicurezza come investimento
 ................................................................................................................................................. 222 
 
 
CAPITOLO II 
 
PROFILI CRITICI SULLA CONCILIABILITÀ DELLE FATTISPECIE EX 
ART. 25-SEPTIES CON I CRITERI DI IMPUTAZIONE DELLA 
RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DA REATO 
 
 
1. Il problema della compatibilità dei criteri di imputazione dell’interesse e vantaggio con i 
delitti colposi ex art. 25-septies: considerazioni preliminari .................................................. 227 
2. La prima ricostruzione prospettata dalla giurisprudenza: la tesi della riferibilità dell’interesse 
o vantaggio alla condotta e le soluzioni alternative proposte in dottrina ................................ 232 
2. 1. La tesi dell’interesse “mediato” .......................................................................... 238 
2. 2. La tesi della condotta colposa realizzata da soggetti qualificati ......................... 239 
2. 3. La tesi che distingue tra colpa “cosciente” e colpa “incosciente” ...................... 240 
2. 4. L’interpretazione logico-sistematica e il legame causale tra difetto di 
organizzazione ed evento di morte o lesioni ........................................................................... 242 
2. 5. La tesi della responsabilità a titolo concorsuale della società ............................. 244 
3. Le ulteriori ricostruzioni giurisprudenziali tra discordanze argomentative e valorizzazione 
del carattere economico dell’interesse/vantaggio ................................................................... 247 
3. 1. Il caso ThyssenKrupp e l’orientamento delle Sezioni Unite ............................... 254 
3. 2. La giurisprudenza successiva e i più recenti sviluppi esegetici .......................... 260
VII 
4. Un ultimo problema: la compatibilità dei delitti colposi con l’elusione fraudolenta ex art. 6, 
comma primo, lett. c) del decreto 231 .................................................................................... 263 
 
 
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE ................................................................................ 267 
 
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................ 275 
INDICE DELLE SENTENZE .......................................................................................... 304 
SITOGRAFIA ................................................................................................................... 308 
 
Ringraziamenti ................................................................................................................ 311