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Il ritorno di Ermanno Raeli, 1920


Dopo questa breve sortita del 1897, la storia di Ermanno ritornò nell'oblio, fino alla soglia degli anni Venti, quando, sull'onda della ristampa delle opere esaurite, De Roberto, ormai diverso per età e per esperienze letterarie, decise che era l'occasione giusta per riproporre il suo Raeli dopo un trentennio. La revisione sarebbe stata contradditoria per forza di cose. Si trovava a rimaneggiare un manufatto vecchio di trent'anni, che giovane ed innovativo non lo era stato nemmeno all'epoca della prima uscita! Lo scrittore decise allora di rinnovarlo coi mezzi di cui disponeva, che nel 1920 non erano eccelsi né per vigore fantastico né per novità del linguaggio. Ecco i passi che compì:


- Revisione formale, mirata a dare una veste meno stentata ed affrettata di quella adottata nella prima edizione. Fu un passo agevole, affidato più all'esperienza ripetitiva del giornalista che alla sapiente audacia di uno scrittore deciso a rinnovarsi.
- Revisione di modifica del senso. Il passo che voleva essere decisivo. Si trattava di modificare il senso del romanzoi nel suo fondamento teorico, conferendogli uno schema sperimentale, contrapponendo al vecchio epilogo un epilogo nuovo, uguale e opposto. Due furono gli elementi strutturali adottati, consegnati ciascuno ad una appendice: il primo è costutuito da un abile rifacimento dell'ultimo capitolo, con l'inserimento di una testimonianza di un amico anonimo, che è però ben individuabile ed attendibilissimo, e che dà una versione diversa e inedita della vera fine di Ermanno Raeli; il secondo da una integrazione di un cospicuo numero di componimenti inseriti in una composizione organica titolata “Versi di Ermanno Raeli”. Esso è una sorta di vero e proprio canzoniere commentato nel quale ogni testo o gruppo di testi è riferito ad un episodio della vita sentimentale del presunto autore.

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