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L’adulto normale


Il concetto di normalità è un concetto, nello stesso tempo, di difficile e facile trattazione.
È difficile, se con esso si intende una condizione umana tendente a definire un modello auspicato che tale rimane indipendentemente dalla collocazione geografica, temporale e culturale della riflessione. È meno problematicamente affrontabile se la normalità viene intesa come l’insieme delle caratteristiche psicofisiche e dei comportamenti ritenuti opportuni e appropriati a un individuo in relazione a variabili quali l’età, sesso, condizioni economico-sociali ecc., all’interno di un contesto temporalmente e culturalmente delimitato.
Questa premessa implica la possibilità di definire, in un medio contesto di un paese industrialmente avanzato dell’Europa occidentale, una certa condizione di normalità adulta. È una condizione adulta normale che comprende: accesso a beni e servizi, collocazione lavorativa, relazioni familiari e sociali soddisfacenti, salute, livello medio di prestazioni psico-fisiche, istruzione, capacità critica, autonomia nelle scelte, autosufficienza al cospetto dei compiti della vita quotidiana ecc.
In generale, nei confronti dei soggetti collocati all’esterno o ai margini dell’area della normalità, si sviluppa un insieme di azioni intenzionali promosse da chi è considerato garante dell’interesse collettivo. Azioni che possono essere riconducibili a tre flussi di tendenza: possono tendere a ricondurre il soggetto all’interno dell’area della normalità, oppure ampliare l’area della normalità tramite azioni tese a garantire cittadinanza a caratteristiche o comportamenti considerati esterni.

Tratto da EDUCAZIONE DEGLI ADULTI di Anna Bosetti
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