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Le caratteristiche dei personaggi dei film di finzione

Le caratteristiche dei personaggi dei film di finzione


Propp proponeva di chiamare attanti i personaggi, che per lui non si definiscono in base al loro status sociale o alla loro psicologia, ma in base alla loro sfera d’azione, vale a dire in base al fascio di funzioni che essi ricoprono all’interno della storia. Rifacendosi a lui, Greimas propone di chiamare attante colui che ricopre solo una funzione, e attore colui che, attraverso tutta la storia, ne ricopre molte; in questo modo si approda ad un modello attanziale a sei termini: il Soggetto e l’Oggetto, il Destinatore e il Destinatario, l’Opponente e l’Adiuvante.
Nei film noir, il personaggio femminile è allo stesso tempo Oggetto, della ricerca, Adiuvante, aiutando l’eroe nel suo scopo, e Opponente, poiché è lei che ha tramato tutto e ha imbrogliato le piste; se gli attanti sono in numero finito e restano invarianti, i personaggi sono in numero praticamente infinito, poiché i loro attributi e il loro carattere possono variare senza che venga modificata la loro spera d’azione, e inversamente essi possono restare apparentemente identici quando la loro sfera si modifica. Ciò che ordinariamente viene chiamata la ricchezza psicologica di un personaggio non proviene se non dal fascio di funzioni che esso ricopre; questa modificazione non si opera in relazione con la realtà, ma in rapporto a un modello preesistente del personaggio in cui certi legami attanziali generalmente ammessi si trovano abbandonati a favore di combinazioni inedite.
Al livello del modello attanziale, il personaggio di finzione è dunque un operatore, poiché a lui tocca di assumere, per il tramite delle funzioni che ricopre, le trasformazioni necessarie all’avanzamento della storia; esso ne assicura anche l’unità. Se il modello attanziale può essere amplificato dai personaggi di finzione, vi è almeno un punto sul quale quest’ultimo si differenzia dal personaggio di romanzo o di teatro: il personaggio di romanzo non è che un nome proprio, vuoto, nel quale vengono a cristallizzarsi attributi, di tratti di carattere, dei sentimenti e delle azioni; il personaggio di teatro, situandosi tra quello di romanzo e quello di film, non è che un essere di carta della pièce scritta, ma si trova episodicamente incarnato da questo o da quell’attore: accade così che un personaggio di teatro conservi l’impronta di un attore, che lo modifica in un certo modo.
Nel cinema la situazione è differente, infatti la sceneggiatura non quasi esistenza per il pubblico e il personaggio non esiste se non nello schermo: il personaggio non esiste se non per una volta, in un film che non conosce variazione. Il personaggio di film di finzione, da un lato non esiste se non con i tratti di un attore e dall’altro se non per il tramite di una sola volta : quella della ripresa conservata nel montaggio definitivo del film distribuito; il personaggio del film di finzione non ha esistenza al di fuori dei tratti fisici dell’attore che lo interpreta, salvo il caso in cui un personaggio è nominato in un momento in cui non è ancora comparso nell’immagine.
Lo status del personaggio nel cinema dipende infine dallo star system, a sua volta proprio del funzionamento dell’istituzione cinematografica, che pur se presente in ogni cinema commerciale è stato portato alle estreme conseguenze nel cinema americano, e si definisce in modo duplice tramite il suo aspetto economico e il suo aspetto mitologico, l’uno implicante l’altro.
Il cinema è un industria, e ciò conduce alla duplice pratica di mettere sotto contratto in tal modo legati ad una casa di produzione e solo una, e di ridurre i rischi facendo affidamento su un’immagine fissa degli attori; da qui l’aspetto mitologico, che consiste nel forgiare per l’attore un’immagine, che si nutre al tempo stesso dei tratti fisici dell’attore, delle sue performances e della sua vita reale supposta di spicco innalzandolo a star: lo star system tende dunque a fare dell’attore già un personaggio. Fa dunque parte della coerenza del sistema che molte sceneggiature siano scritte per un attore, in suo funzione, e tagliando il personaggio su misura: l’immagine della star nutre sempre la caratterizzazione del personaggio, ma in cambio il personaggio nutre l’immagine della star.

Tratto da ESTETICA DEL FILM di Nicola Giuseppe Scelsi
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