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Capitolo IV. La cultura greca della turcocrazia (1453-1700)



L’esodo dei dotti greci verso l’Italia era cominciato già prima della caduta di Costantinopoli. Nel 1430, occupata Tessalonica, sua città natale, da Murat II, aveva cercato rifugio nel nostro paese il grammatico Teodoro di Gaza. I concili di Ferrara (1438) e di Firenze (1439) per l’unione delle Chiese, richiamarono prelati e dotti bizantini in Italia, primo fra tutti il Bessarione, che divenne cardinale della chiesa romana e fondò il primo nucleo della Biblioteca di San Marco a Venezia. Bisogna ricordare il patriarca Cirillo Lùkaris che dal 1602 aveva impiantato una tipografia nel patriarcato e patrocinato la traduzione del Vangelo in greco corrente.
La cultura greca si agita soprattutto intorno a Venezia. La città ospita la tipografia di Aldo Manuzio, ed è la prima a stampare in greco per i greci. A Venezia si costituisce, nel 1498, la prima comunità greca. Giovani greci delle isole Ionie e di Creta vengono a Padova per compiervi gli studi. Venezia accolse e custodì la Biblioteca, di ottocento codici greci, che il cardinale Bessarione le affidò nel 1468. Nel 1515 venne istituito il Seminario Greco. Destinato alla formazione del clero cattolico, questo collegio fu anche un vivo centro di cultura greca. Vi fece i suoi studi un giovane di Corfù, Nicola Sofianòs, che compose e pubblicò per primo (1540), carte geografiche della Grecia, nelle quali, oltre agli antichi, erano indicati anche i nomi volgari. Egli redasse una grammatica del greco moderno, e pose mano che alla compilazione di un lessico. Un Vocabolario italiano e greco, con elementi di grammatica del greco volgare, vide la luce nel 1662, ad opera del Padre Girolamo Germano S. J.
Mentre Costantinopoli si irrigidiva sulla questione della lingua, sin a far coincidere purismo, patriottismo e ortodossia, a Venezia le idee erano assai più larghe.
Il Collegio Greco creato da papa Gregorio XIII con bolla del 13 gennaio 1577, in seguito alla vittoria di Lepanto. Affidato prima a padri gesuiti, esso è attualmente amministrato da monaci dell’ordine benedettino e svolge la propria missione per la comprensione e l’unione delle due Chiese nell’antica sede di via del Babuino. Fra i molti alunni del Collegio va ricordato il nome di Leone Allacci da Chio, che al folklore dell’isola natale dedicò l’opuscolo “De quorundam graecorum superstitionibus”.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA NEO-GRECA di Gabriella Galbiati
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