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Conoscenza storica in Vico



La storia, allora, analogamente alla geometria e all’aritmetica (e non alla fisica viziata dal difetto della mente), avendo l’uomo quale suo artefice, può essere conosciuto con verità; mentre all’opposto Cartesio sosteneva che la ricerca storica fosse inutile e mai certa perché dell’evidenza che caratterizza il retto conoscere dell’uomo. Ma Vico chiarisce che ovviamente affermare che il mondo delle nazioni sia un prodotto dell’uomo, non vuol dire ammettere la sua “convenzionalità” (come voleva Hobbes a proposito dei principi morali). Il mondo delle nazioni è costruito insieme dall’uomo che ne è il fabbro e da Dio che ne è l’architetto. L’agire storico dell’uomo, secondo uno studioso di Vico, è assimilabile a quello di un attore che sul palcoscenico traduce attraverso la propria sensibilità e gusto personale il testo prodotto dal drammaturgo. In questo senso allora, se si vuole che la storia segua un metodo scientifico, lo storico non deve limitarsi a registrare in maniera accurata i fatti, ma deve anche cercare di spiegare le cause per le quali tali fatti sono accaduti nella storia e quindi scoprire le leggi provvidenziali nel rispetto delle quali gli uomini hanno agito.
Inoltre come per la scienza naturale vi è una componente osservativa e una teorica allo stesso modo la “scienza nuova” di Vico si articola in filologia e filosofia.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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