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I Trattati sul governo di Locke



La storia e la fortuna dell’opera

I Trattati sul governo di Locke nacquero dalla disputa che all’interno del parlamento inglese erano scoppiati tra tories e whigs: i primi erano a favore della monarchia e dell’assolutizazione del potere del monarca; i secondi, tra i quali Locke erano invece a favore della divisione dei poteri, della centralità del parlamento e del pluralismo religioso. L’opera ebbe una risonanza immediata, dopo la sua prima edizione anonima, in tutto il territorio nazionale. Ritoccata e un po’ ridotta essa fu ben presto considerata l’abc della scienza politica. In particolare il Secondo trattato diventò il manifesto del primo liberalismo inglese.

Lo stile di Locke e dei trattati

Locke si dichiarò un semplice “ripulitore” di tutti quei detriti che in campo politico ostacolavano la vera conoscenza: da qui ne scaturì uno stile sobrio e accessibile a tutti, sostenuto dall’esperienza ordinaria. Avversario di ogni forma di razionalismo assoluto sistematico e dogmatico, desideroso di una conoscenza possibile solo nell’esperienza e nel dialogo, Locke ha costruito un sapere pratico, utile all’uomo nella vita sociale e politica.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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