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Libertà, potere e religione nel "De cive"



Sentimento predominante nell’intero testo è la paura dell’anarchia e per questo motivo egli si batte per la giustificazione dl potere monarchico. In realtà non si tratta di un’apologia, ma di una riconsiderazione filosofica del problema dello stato che porta a concludere la necessità di un monarca all’interno di esso.
Il De cive è suddiviso in tre grandi sezioni che Hobbes ha intitolato La libertà (dove analizza lo stato di natura e i suoi rapporti con la legge divina) Il potere (dove analizza l’origine dello stato e le forme razionali che esso può assumere) La religione (dove analizza i rapporti tra potere religioso e civile, dimostrando come quello debba riassorbirsi in questo).
Il fine del De cive è quello di fondare una scienza dello stato dotata del rigore logico e argomentativi della geometria. Hobbes vuole trattare la materia etico – politica sottoponendola ad un rigoroso esame razionale; e ciò è possibile secondo Hobbes perché la materia etico politica dipende interamente dalla volontà umana, così come la formazione delle figure geometriche, che possiede un impianto assiomatico che il ricercatore sceglie e stabilisce in base a ciò che ritiene più “giusto”.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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