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Limitazioni alla tolleranza religiosa in Locke



Due però sono le limitazioni alla tolleranza: l’una riguarda i cattolici che devono guardarsi dall’imporre il loro asservimento al papa; l’altra riguarda gli atei che negando Dio negano la stessa ragionevolezza universale umana. Nonostante ciò la loro libertà non deve essere violata ma certamente disciplinata per evitare lo sfacelo della società.
È per questo motivo che nella Seconda lettera sulla tolleranza Locke è un fervido sostenitore della separazione tra Stato e Chiesa e dell’esigenza di limitare il potere sia sacerdotale che politico.
Egli infine scrisse Ragionevolezza del cristianesimo dove ammette che l’esistenza di diverse professioni, non mette in dubbio cmq la figura di Cristo, figlio di Dio e il messaggio di amore che egli ha portato, ma è frutto di differenze di poco conto. E ribadisce l’esigenza della separazione tra stato e Chiesa, poiché la “persecuzione” rischia di cambiare in base al sistema politico. Infine sostiene che il contenuto della Rivelazione è razionalistico e antidogmatico: solo a partire da questa consapevolezza si può ovviare alle lotte di religione: accogliendo il messaggio cristiano come un messaggio razionale non si cade in dogmatismi che irrigidiscono il culto e la convivenza pacifica.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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