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Questione della demitizzazione per Dumezil



Ma di tale processo di perdita del mito che nono troviamo in altre cult indoeuropee Dumezil non fornisce ragioni. E non considera la demitizzazione come un processo storico. Rifiuta ad esempio le considerazioni di Koch e Kerenyi, da qui l'impressione di psicologismo che suscita la teoria del campo ideologico, specialmente romano. Lo stesso Iuppiter avrebbe raggiunto il rango di divinità estrema conservando e ampliando qualcosa che gli competeva sin dall'inizio, la sovranità nazionale. Sembra insomma che i romani già possedessero la loro identità nazionale in base al codice genetico ereditato dai predecessori indoeuropei, così come da loro avrebbero ereditato l'ideologia trifunzionale in base alla quale avrebbero strutturato i racconti delle origini. Roma insomma avrebbe ricoperto il "mitico" con lo "storico". Privilegiando la ricerca di eredità indoeuropee a Roma, Dumezil svaluta gli apporti delle koinè greco-etrusco-italica. Ma per l'autore i romani avrebbero sempre avuto una consapevolezza del loro antico retaggio: seppur romulus ad esempio sia "trifunzionalizzato", pur esprimendo l'aspetto magico della prima funzione, esso ha caratteri anche legati alle altre 2. Del resto, secondo Dumezil, al di là dei riti di fondazione Roma non è veramente costituita se non dopo la fusione con i portatori di fecondità e ricchezza, ruolo dei Sabini.

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
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