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Riso

Il 60-70% della popolazione mondiale mangia riso. Viene usato per il consumo diretto come granella o indiretto (sakè, cappelli e stuoie di paglia). In Italia meridionale (Calabria e Sardegna) viene coltivato per sementi, inoltre vengono prodotte qui le migliori macchine, ma la maggior parte della produzione italiana si concentra nella pianura padana.
Non può essere coltivato i tutti gli areali perché ha bisogno di vegetare con una lama d’acqua, per cui il fondo deve essere impermeabile. La presenza dell’acqua è importante per la regolazione termica, in quanto soffre molto gli sbalzi termici.
Fa parte della famiglia delle Poaceae, la specie che viene coltivata è l’Oryza sativa di cui abbiamo più varietà botaniche:
Japonica: chicco più tondo, più bianco. È la più produttiva ed è quella preferita dai cinesi
Indica: chicco più allungato, più scuro è quello usato in Italia. È più ricco in proteine
Javanica: poco usata, ma è la più adatta ad essere mangiata con le bacchette.
La cariosside è vestita, quando è rivestita di glume e glumelle è chiamata risone (prodotto raccolto).
È una specie macroterma; optimum: 28-30°C; min: 10-12°C. Il periodo di coltivazione è quello primaverile-estivo. La semina viene fatta ad aprile-maggio e la raccolta viene fatta a settembre-ottobre.
Nella risaia il terreno viene spianato e arginato, l’acqua va da un campo all’altro e poi defluisce. Si fa a rotazione per 5-6 anni, poi si rompe la risaia e si fa un’altra concimazione mais o prato stabile (marcite, d’inverno l’acqua è a 10-15°C, viene usata per prati per evitare danni da freddo, adatta al trifoglio ladino). Il canale Cavour distribuisce l’acqua per lunghe distanze, serve a regimare le acque.

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