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ARCHITETTURA


ARCHITETTURA (analisi etimologica) → dalla parola greca Architektonia, data dall’unione di due parole:

Arché indica sia una priorità cronologica (principio, origine) sia una priorità logica (comando, dominio), che significa anche eccellenza
Tektonìa indica la capacità di costruire (tektonia=costruzione, teckton=artista, artefice)

L’architettura quindi può indicare due cose:
→ Architettura = Costruzione di cose eccellenti che coincidono con il comando su qualcosa
→ Architettura= Costruzione di cose prime che coincidono con il principio di qualcosa.

Questo significa sia che l’architetto è chi ha la capacità di costruire un comando, cioè una cosa che esercita un potere sulle altre e sia che l’architetto è chi ha la capacità di costruire un principio, cioè una cosa che fonda le altre cose.
Nel primo caso l’architetto può essere considerato come qualcuno che è capace di esercitare un potere eccellente ad esempio il potere tecnico che è eccellente in quanto è una possibilità di comando o dominio che gli esseri umani hanno sulla natura che non è data dalla loro azione e quindi è necessario trovare una relazione positiva ovvero che risponde ai bisogni degli esseri umani.
Nel secondo caso invece possiamo pensare a un architetto come a qualcuno che sia capace di rispondere ad una necessità prima come ad esempio alla necessità di separare lo spazio umano controllabile e sicuro dallo spazio naturale che non è altrettanto controllabile e sicuro.

Il primo gesto che compie l’uomo è quello di trovare riparo dal chaos, ovvero dalla natura pericolosa.
L’architetto è colui che fa ordine ovvero compie il gesto primario di separare lo spazio cosmico (a misura umana) dallo spazio caotico. L’architettura sta alla base di tutte le cose in quanto il gesto primario di separare rappresenta il principio di cominciamento della società.

Le due direzioni etimologiche sembrano convergere nel senso che l’archè della tektonìa è il comando dell’essere umano di conservare il principio, cioè la possibilità di conservare la necessità della sua esistenza nella natura, per cui la parola architettura indica che abbiamo la necessità di conservare le nostre esistenze attraverso la separazione prima (originaria) di uno spazio controllato da uno spazio non controllato ma anche che abbiamo la possibilità di usare il potere eccellente della tecnica che è una condizione essenziale di separazione del primo dal secondo ovvero dell’essere umano dall’altro da sé.

Tratto da ESTETICA DELL'ARCHITETTURA di Francesca Zoia
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