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Aristole


Aristole, filosofo successivo a Platone di cui riprende la partizione tra le arti che producono qualcosa di vero e le arti che imitano qualcosa di vero.
Egli ritiene che l’arte sia l’esito di un processo razionale sin dalla sua genesi infatti afferma che “l’’architettura è un’arte ragionata secondo verità alla produzione, la mancanza d’arte, al contrario, è una disposizione, accompagnata da ragionamento falso, alla produzione”

Egli sostiene che l’arte sia una disposizione ragionata ed è importante in quanto sottintende un’idea di arte che domina l’antichità e arriva fino alla modernità e si riferisce al fatto che l’arte sia la capacità di fare qualcosa attraverso regole precise e ragionate, non irrazionali e nemmeno istintive per cui l’artista deve saper fare un oggetto secondo regole date da un’operazione che ha l’ambizione di identificare, prima, e trasferire nell’oggetto, poi, le leggi della natura che è perfetta.

Fare arte dunque significa identificare le leggi che regolano la composizione perfetta della natura e tradurre queste leggi in numeri, cioè un linguaggio comprensibile agli esseri umani, che verranno poi trasferiti negli oggetti artistici, si tratta di regole che non hanno nulla a che fare con un’idea di arte istintiva e improvvisata.


Tratto da ESTETICA DELL'ARCHITETTURA di Francesca Zoia
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