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Il Museo Giovanni Antonio Sanna di Sassari


Il Museo Giovanni Antonio Sanna di Sassari viene inaugurato nel 1931 e nasce sulla base della collezione di archeologia del collezionista da cui prende il nome, costituita soprattutto da reperti derivanti dagli scavi effettuati nel nord Sardegna. La figlia di Sanna individuò il terreno su cui il museo fu costruito, sulla base dei canoni neoclassici.

Il suo ordinamento tiene conto sia della scansione cronologica dei reperti sia dell’aspetto tipografico.

Si individuano per esempio una serie di sale, tra cui la Sala preistorica, la Sala fenicio-punica e la Sala romana. Accanto a queste è significativa anche la sezione etnografica.
L’ordinamento del museo è in realtà da considerarsi un work in progress.          

Negli anni ’70, un intervento di riordinamento è stato seguito dal professore Ercole Contu e in tempi recenti (2015-2016) un altro intervento ha portato al riallestimento della sezione etnografica, in cui vi sono abiti tradizionali sardi afferenti soprattutto al nord Sardegna.

La collezione del museo, in realtà, comprendeva anche numerosi dipinti, oggi conservati nella sede del Mus’a (Museo Sassari Arte).
Il Mus’a è ospitato all’interno di un complesso gesuitico del Canopoleno e l’ordinamento prevede tre piani espositivi: il piano terra ospita i dipinti che vanno dal 200 al manierismo, il primo piano le nature morte e il secondo piano le opere che vanno dall’800 al 900.

Tratto da MUSEOLOGIA di Roberta Carta
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