I Retrovirus
Il terzo virus che esaminiamo a trasmissione materno–fetale è il virus HTLV-1, virus della leucemia umana a cellule T.
Caratteristiche di una particella di retrovirus
Descriviamo ora, per caratteri generali, quella che è una particella di un retrovirus. Si tratta di particella dotate di envelope, un diametro di circa 100 nm, all'interno dell'envelope è presente un capside, che può essere come in questo caso icosaedrico; nel caso di altri retrovirus (lo vedremo come esempio nell'HIV) questo capside ha una forma conica. Altra cosa fondamentale il capside racchiude il genoma formato da RNA, e questo RNA è associato a delle proteine ad attività enzimatica; tra queste un ruolo fondamentale è rappresentato dalla trascrittasi inversa. Andando ad osservare una particella di retrovirus nei maggiori dettagli, vediamo che nella struttura più superficiale rappresentata dall'envelope, sono localizzate due glicoproteine: di queste due, quella che protrude verso l'esterno è indicata come proteina di superficie (SU), alla quale è assegnato il compito di riconoscere i recettori presenti sulla cellula ospite. La proteina SU è collegata con una proteina più interna, la proteina indicata in figura come TM che vuol dire transmembrana, è una proteina che attraversa il doppio film lipidico e vedremo svolgere un ruolo importante sia nel completare l'adsorbimento, ma soprattutto nel consentire la liberazione delle porzioni più interne della particella virale nel citoplasma della cellula ospite. Quindi envelope con due glicoproteine, una più superficiale SU legata ad una proteina di transmembrana. Subito al di sotto dell'envelope ci sono queste sferette verde pallido, sono le proteine di matrice. Ancora più all'interno un capside, in questo caso icosaedrico, che è formato dalla proteina CA; questo capside contiene il genoma. C'è una peculiarità unica dei retrovirus: nei virus che abbiamo fino ad oggi esaminato il genoma era presente in un'unica copia, i retrovirus hanno invece un genoma diploide, due identiche molecole di RNA a polarità positiva, che però non fungono da messaggero, ma sono invece stampo per il funzionamento della trascrittasi inversa. Ma la trascrittasi inversa non è l'unica attività enzimatica che troviamo nel core virale, ce ne sono altre due che vedremo svolgere un ruolo determinante nel ciclo replicativo: l'integrasi, che ha la funzione, una volta che il genoma è stato convertito in DNA bicatenario, di integrarlo nel DNA dell'ospite; la terza attività enzimatica è invece la proteasi, le proteine virali vengono sintetizzate in un primo momento in una forma non funzionale, sotto forma di polipeptidi, il compito della proteasi è di clivare questi polipeptidi per arrivare quindi alla sintesi di proteine virali che siano funzionanti. Abbiamo visto l'envelope con due glicoproteine; la proteina MA di matrice che racchiudono il capside formato dalla proteina CA; ancora più internamente la proteina nucleocapsidica NC che riveste i due genomi ad RNA che caratterizzano le particelle dei retrovirus. Oltre al nucleocapside il core virale contiene tre differenti attività enzimatiche: la trascrittasi inversa, la proteasi e l'integrasi.Continua a leggere:
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Dettagli appunto:
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Autore:
Simone Pisu
[Visita la sua tesi: "Caratterizzazione molecolare ed eterogenicità delle varianti emoglobiniche in Sardegna"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Biologia
- Corso: Biologia Cellulare e Molecolare
- Esame: Virologia molecolare
- Docente: Prof. Marongiu
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