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Temi e problemi del diritto dei servizi pubblici

A partire dalla seconda metà dell’800, la disciplina dei servizi pubblici ha subito una mutazione che ha riguardato sia le modalità di intervento dello Stato nella sfera economica del paese, sia le varie sfaccettature dell’attività di erogazione dei servizi di interesse della collettività. In particolare, all’inizio vi era uno “Stato Guardiano Notturno”, che si asteneva totalmente dall’intervenire nelle faccende economiche private e che, attraverso poteri unilaterali ed esecutivi, si metteva in una posizione di forza nei confronti dei cittadini: attraverso i  vari Ministeri, infatti, venivano espletate le cosiddette funzioni di ordine dello Stato, e l’attività svolta da questo era legata all’emanazioni di Provvedimenti nei confronti dei cittadini, i quali potevano rivolgersi al Giudice per far valere eventuali interessi oppositori.
Con il passaggio al ‘900 l’attività dello Stato non si limita più ad interventi di ordine, ma nel cosiddetto “Stato Erogatore di Servizi” (o Stato Pluriclasse) l’attenzione si sposta sull’erogazione di quei servizi che servono alla collettività per raggiungere un buon livello di convivenza civile e un buon livello di sviluppo economico. Nascono figure ibride, tra il diritto pubblico speciale (che caratterizzava lo Stato Guardiano Notturno) e il diritto privato, gli Enti Pubblici Economici, i quali rappresentano uno strumento d’azione più snello rispetto ai Ministeri, e si comincia a dare delle concessioni ai privati per intraprendere attività imprenditoriale in alcuni settori di interesse pubblico (es. energia, acqua, trasporti, etc..). In questa fase, lo Stato diventa erogatore/Fornitore materiale dei servizi pubblici.
Successivamente lo Stato diventa “Stato Regolatore”: la tendenza è quella di lasciare all’autonomia imprenditoriale privata l’attività di erogazione dei servizi pubblici, con una figura statale volta a determinare delle clausole d’entrata e di vera e propria regolazione del settore, accanto ad un’attività di vigilanza sul rispetto delle norme dettate. Le strutture che vengono preposte a questo tipo di attività sono le Autorità Indipendenti di Regolazione, le quali possono prevedere norme e caratteristiche di un settore e svolgere una vera e propria attività di aggiudicazione nei confronti dei soggetti privati che vi operano. La popolazione, oltre a vantare interessi oppositivi e pretenziosi nei confronti dell’operato della PA, comincia ad acquisire altri diritti, come ad esempio il diritto alla trasparenza sull’attività svolta in un determinato settore, alla partecipazione, alle Carte dei Servizi, Etc..
A questo punto, occorre stabilire il significato della nozione di Servizio Pubblico. A differenza dell’ordinamento francese, padre del concetto attuale di Servizio Pubblico, che aveva un’ampia visione del SP, nel nostro ordinamento troviamo 2 nozioni: la Soggettiva, che vede il SP come l’oggetto dell’attività svolta da un Ente Pubblico (l’attenzione è posta sul soggetto erogatore); la Oggettiva, tuttora in uso, che prescinde dalla natura giuridica del soggetto erogatore e che pone l’attenzione sul fine, ossia la “soddisfazione di un interesse collettivo” (può essere distinta a seconda che il servizio sia di carattere sociale oppure economico).
La nozione derivante dal diritto comunitario, invece, riguarda il Sevizio Universale, ossia una prestazione che deve essere garantita a tutti i cittadini a prezzi ragionevoli ed a condizioni accessibili.

Tratto da DIRITTO DEI SERVIZI PUBBLICI di Michele Fanelli
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