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La finanza aziendale nel sistema finanziario continentale


Conseguenze operative sul modus operandi della finanza aziendale nel sistema finanziario continentale:
1) E’ probabilmente riduttivo fondare l’analisi della convenienza economico-finanziaria degli investimenti esclusivamente sulla massimizzazione dei flussi di cassa, trascurando la valutazione el loro impatto sul grado di efficienza organizzativa e di flessibilità finanziaria
2) La scelta del rapporto di indebitamento non necessariamente è ispirata al solo modello del trade-off, secondo cui la politica finanziaria aziendale dovrebbe mirare alla massimizzazione del beneficio fiscale del debito
3) Non sempre è possibile adottare una politica dei dividendi volta a restituire prontamente agli azionisti le risorse finanziarie generatesi internamente e accumulate nel corso del tempo. La gestione aziendale è composta sostanzialmente da 4 aree:
a. Gestione caratteristica, la quale comprende l’insieme delle operazioni di gestione che identificano la gestione tipica dell’impresa
b. Gestione finanziaria, inerente all’insieme delle operazioni relative all’acquisizione, al rimborso e alla remunerazione degli strumenti di finanziamento funzionali a coprire il fabbisogno finanziario aziendale.
c. Gestione patrimoniale, volta a produrre redditi addizionali rispetto a quelli della gestione caratteristica, mediante l’investimento di disponibilità originate dal risparmio periodico interno all’azienda. Una corretta gestione patrimoniale deve essere:
i. Capace di generare flussi di reddito e di cassa distinti da quelli generati dalla gestione caratteristica
ii. Equilibrata nel tempo
iii. Non connessa neppure indirettamente alla gestione caratteristica.
d. Gestione dei tributi, relativa ai flussi in uscita e in entrata dovuti ai tributi originati dalle tre precedenti aree gestionali.

Ruolo della funzione finanziaria nel sistema europeo-continentale.
Raccogliere capitali alle migliori condizioni possibili
Vendere titoli di cui è chiamata a massimizzare il valore.
La letteratura aziendale e la prassi professionale hanno tradizionalmente considerato la funzione finanziaria come un semplice acquirente di capitali il cui obiettivo è concentrare le migliori condizioni di costo. Il mercato dei capitali è caratterizzato da una “materia prima”, il denaro, e un prezzo della materia prima (il tasso di interesse nel caso di capitale di debito e il rendimento azionario complessivo nel caso di capitale azionario).
Pur permanendo valida questa concezione, la visione innovativa della finanza si concentra su una lettura complementare e più ampia della funzione finanziaria che:
1) Non è più acquirente ma venditore di titoli finanziari, confezionando prodotti che corrispondano ai bisogni della sua clientela.
2) Non ha per scopo la riduzione del costo del capitale ma la massimizzazione del prezzo di vendita dei titoli venduti, evitando così comportamenti miopi.

Principi operativi della finanza aziendale - utili alla concreta realizzazione della massimizzazione del valore:
1) Principio della convenienza economico-finanziaria degli investimenti (politiche di investimento) secondo cui le risorse aziendali dovrebbero essere impiegate soltanto in investimenti che promettono un rendimento superiore al costo delle risorse finanziarie.
a. Tasso minimo di rendimento: soglia minima di accettazione degli investimenti, a sua volta funzione della rischiosità del progetto e della composizione delle fonti di finanziamento
b. Rendimento atteso: in base ai flussi di cassa incrementali del progetto di investimento.
2) Principio della composizione delle fonti di finanziamento, (politiche di finanziamento) secondo cui le risorse finanziarie dovrebbero essere combinate in modo tale da garantire la sopravvivenza dell’azienda e la creazione di valore per l’impresa.
a. Scelta del rapporto di indebitamento: proporzione ottimale tra mezzi propri e mezzi di terzi.
b. Design degli strumenti finanziari: in linea con le specificità dell’azienda.
3) Principio della distribuzione dei flussi di cassa in eccesso (politica dei dividendi) – da restituire agli azionisti- , ovvero dei flussi di cassa che residuano dopo aver: remunerato i creditori finanziari, realizzato gli investimenti in grado di creare valore, accantonato le risorse necessarie all’azienda per affrontare cambiamenti improvvisi e inattesi di scenario economico.
flusso di cassa generato dagli investimenti è superiore ai flussi di cassa da destinare alla remunerazione degli investimenti.
Forme più opportune di distribuzione dei flussi:  sottoforma di dividendi ordinari (con regolarità) oppure attraverso operazioni una tantum e dividendi straordinari.
Un’azienda crea valore per se stessa e dunque per i propri azionisti se opera nel rispetto di questi 3 principi.

Tratto da FINANZA D'AZIENDA di Alessia Chiovaro
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