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I momenti di un’indagine statistica

La statistica è una disciplina di ausilio ad altre discipline. Solitamente sia ha l’identificazione di un problema individuato da altre discipline, che bisogna cercare di risolvere.
A partire dal problema da risolvere bisogna determinare le variabili essenziali necessarie per risolvere il problema. Questo deve essere effettuato prima di raccogliere i dati. Se deve formulare un questionario che può essere effettuato attraverso una relazione di tipo censuario o campionario. L’indagine censuaria fa riferimento a tutti i soggetti, ma ha costi molto elevati, mentre l’indagine campionaria fa riferimento a un campione di soggetti rappresentativo della popolazione di studio. In ogni indagine statistica bisogna essere in grado di avere informazioni anche sull’errore.
Bisogna scegliere un campione di soggetti, un sottoinsieme che costituisce la popolazione oggetto di studio. Ci sono due problemi da risolvere: definire la numerosità (quanti soggetti intervistare) e il metodo di selezione delle unità statistiche (come formare il campione).
Bisogna prestare che i questionari variano a seconda che ci sia la presenza di un intervistatore che può “indirizzare” verso la risposta.
A questo punto si può procedere con la rilevazione dei dati, la raccolta, il riepilogo e l’elaborazione dei dati.
Ci sono tre tipi di analisi:
- UNIVARIATA : grafici
- BIVARIATA : i caratteri possono essere qualitativi o quantitativi. Se si vogliono studiare variabili qualitative si fa riferimento a variabili di connessione, mentre se almeno una variabile è quantitativa, si fa riferimento a variabili di regressione.
- MULTIVARIATA.
Una volta effettuate le analisi statistiche si procede con l’interpretazione dei dati.
Il questionario ha un codice identificativo, che serve solo per avere una scheda con riferimento ad un soggetto, senza sapere qual è il soggetto che ha dato quelle risposte. Si compone di una serie di quesiti ai quali il soggetto darà una riposta. Ad ogni quesito si può associare un carattere qualitativo (es. colore della macchina) o quantitativo (es. età, numero di componenti della famiglia). Le informazioni possono essere raccolte in alcuni prospetti, mutabili per i caratteri qualitativi, e in serie o seriazioni per i caratteri quantitativi. Abbiamo una seriazione statistica quando siamo in presenza di classi.
Un volta che sono state raccolte le informazioni e si hanno un certo numero di schede con quesiti e risposte, osservare le schede è poco informativo, quindi si procede a costruire la matrice di dati, ossia un prospetto dove sulle righe si mettono i soggetti, le unità statistiche e sulle colonne le variabili. Con una struttura di questo tipo siamo in grado di avere delle informazioni relative ad un soggetto a seconda della riga o colonna che andiamo a leggere.
A questo punto bisogna scegliere tra analisi statistica univariata, che fa riferimento a una sola variabile o multivariata, che si basa sulla considerazioni di più variabili.
Se fossimo ad esempio interessati alla media del ROI. avendo 5 valori non è possibile fare la media aritmetica semplice perché il ROI è il rapporto tra il risultato economico e l’ammontare degli investimenti, quindi ai fini del calcolo della media del ROI, bisogna fare una media aritmetica ponderata per tenere conto anche degli investimenti.
M(X) = 1/n Σi=nk xi ni
La varianza è una misura di variabilità di dispersione, è il quadrato dello scarto quadratico medio, e da una distanza dalla media. Per fare un confronto in termini di variabilità non è sufficiente avere informazioni sulle varianze, perché la varianza dipende sia dall’unità di misura che dalla grandezza del fenomeno. Quindi è meglio fare riferimento tra il coefficiente di variazione (cv) che è dato dal rapporto tra lo scarto quadratico medio e la media, che prescinde da queste grandezze.
L’analisi multivariata da risultati più attendibili di quella uni variata.

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