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I tre modelli di offerta aggregata


Presenteremo ora i tre modelli più noti della curva di offerta aggregata di breve periodo.
In tutti questi modelli alcune imperfezioni del mercato (cioè qualche genere di attrito) provocano una deviazione della produzione di un economia da riferimento individuato dalla teoria classica.
Di conseguenza la curva di offerta aggregata di breve periodo ha pendenza positiva, invece di essere verticale, e spostamenti della curva di domanda aggregata provocano temporanei scostamenti del reddito dal suo livello naturale. Questi scostamenti temporanei rappresentano le fasi di espansione o di recessione del ciclo economico.
Ciascuno dei tre modelli segue un percorso teorico differente ma in tutti i casi il risultato è il medesimo: una curva offerta aggregata di breve periodo descritta dalla seguente equazione:
Y = Y + α ( P - Pe )            α > 0;
Y = produzione;
Y = livello naturale della produzione;
P = livello dei prezzi;
Pe = livello atteso dei prezzi.

Secondo questa equazione la produzione si discosta dal suo livello naturale quando il livello dei prezzi si discosta dal livello atteso dei prezzi.
Il parametro  α indica la sensibilità del prodotto aggregato alle variazioni inattese del livello dei prezzi; 1/ α è la pendenza della curva di offerta aggregata.

Il modello dei salari vischiosi
Per spiegare la ragione per cui la curva di offerta aggregata di breve periodo ha pendenza positiva, molti economisti enfatizzano il ruolo della lentezza nell’aggiustamento dei salari reali.
In molti settori i salari nominali sono determinati da contratti a lungo termine; per questa ragione i salari non si possono adeguare rapidamente al mutare della congiuntura economica.
Il modello dei salari vischiosi illustra le implicazioni della rigidità dei salari nominali sull’offerta aggregata; in estrema sintesi il modello prende in considerazione il rapporto tra aumenti del livello dei prezzi e quantità della produzione:
Se i salari nominali sono rigidi, un aumento del livello dei prezzi abbatte il salario reale rendendo il lavoro meno costoso;
Salari reali più bassi inducono le imprese a utilizzare più lavoro;
Il lavoro addizionale impiegato fa aumentare la produzione.
Questa relazione diretta tra il livello dei prezzi e la quantità di produzione implica che la curva di offerta aggregata ha pendenza positiva per tutto il tempo in cui i salari non possono adeguarsi.
I lavoratori e le imprese definiscono un salario nominale W sulla base di un salario reale obiettivo ω ( che potrebbe essere quello per cui la domanda e offerta di lavoro sono in equilibrio) e delle rispettive aspettative sul livello dei prezzi Pe. Il salario nominale che definiscono:
         W                 =                  ω                  ×                  Pe
salario nominale                            salario reale obiettivo                        livello atteso dei prezzi

Una volta determinato il salario nominale, diventando noto il livello dei prezzi P, si determina automaticamente il salario reale per i lavoratori occupati che risulta pari a:
         W/P             =                  ω                   ×                        ( Pe/P )
      salario reale                                salario reale obiettivo                         livello atteso dei prezzi/ livello effettivo dei prezzi

Questa equazioni dimostra che il salario reale differisce dal salario reale obiettivo se il livello atteso dei prezzi differisce dal livello effettivo dei prezzi.
L’ipotesi finale del modello dei salari  vischiosi è che l’occupazione sia determinata dalla quantità di lavoro domandata dalle imprese: in altre parole, la contrattazione tra lavoratori e imprese non determina in anticipo il livello di occupazione; i lavoratori invece si dichiarano disposti a fornire tutto il lavoro domandato per il livello di salario predeterminato.
Descriviamo le decisioni di assunzione delle imprese con la funzione di domanda di lavoro.
L = Ld ( W/P )     secondo la quale quanto minore è il salario reale tanto maggiore è la quantità di lavoro utilizzata dalla imprese.

La produzione è determinata dalla funzione di produzione: Y = F (L) secondo la quale:
all’aumentare della quantità di lavoro utilizzata aumenta la quantità di produzione.
Dato che i salari nominali sono vischiosi, una variazione inattesa del livello dei prezzi allontana il salario reale dal salario reale obiettivo, questa influenza la quantità di lavoro domandata e il livello della produzione.
La curva di offerta aggregata può essere scritta come:    Y = Y + α ( P - Pe )
La produzione si discosta dal suo livello naturale, se il livello dei prezzi si discosta dal livello atteso dei prezzi.

Il modello dell’informazione imperfetta
La seconda spiegazione della pendenza positiva della curva di offerta aggregata di breve periodo è detta modello dell’informazione imperfetta. Diversamente dal modello dei salari vischiosi questo modello ipotizza che i prezzi siano liberi di aggiustarsi per bilanciare domanda e offerta.
In questo modello le curve di offerta aggregata di lungo e di breve periodo differiscono a causa di temporanee percezioni errate dei prezzi.
Il modello dell’informazione imperfetta ipotizza che ogni produttore produca un solo bene o servizio e che ogni consumatore consumi molti beni.
Dato che il numero dei beni è molto grande i produttori non possono osservare tutti i prezzi simultaneamente; essi controllano molto attentamente i prezzi di ciò che producono e molto meno attentamente i prezzi di tutti i beni che consumano.
A causa di questa imperfetta informazione a volte confondono le variazioni del livello generale dei prezzi con variazioni dei prezzi relativi e questa confusione influenza le decisioni sulla quantità di beni e servizi da offrire, generando una relazione di breve periodo tra livello dei prezzi e produzione.
Il modello dell’informazione imperfetta afferma che, quando i prezzi effettivi eccedono i prezzi attesi, i produttori aumentano la loro produzione. il modello implica che la curva di offerta aggregata abbia la forma seguente:     Y = Y + α ( P - Pe )
Il prodotto si discosta dal suo livello naturale quando i prezzi si discostano dal loro livello atteso.

Tratto da MACROECONOMIA di Alessia Chiovaro
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