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Tipi di politiche demografiche

Queste, dal punto di vista della forma e dell’ambito di applicazione, possono essere:
dirette: si applicano, come indica lo stesso nome, allo scopo di produrre un’alterazione nei fenomeni demografici rispetto ad una data situazione in determinati luoghi e periodi. Sono mirate direttamente alla natalità, alla mortalità o ai movimenti migratori, con l’obiettivo di aumentare o ridurre, intensificare o rallentare, perpetuare o interrompere modelli e comportamenti già esistenti;
indirette: hanno la stessa finalità ed i loro effetti sono i medesimi, anche se non si applicano in campo demografico nel significato più stretto, ma in altri ambiti relazionati come per esempio in quelli dei servizi sociali, della residenzialità, dell’assistenza sanitaria, dell’educazione o della fiscalizzazione.
Si potrebbe dire che dal punto di vista temporale le politiche demografiche dirette raggiungono i loro effetti nel breve periodo, mentre quelle indirette in tempi più lunghi. 
Dal punto di vista della loro finalità, possono darsi motivazioni assai varie: 
nei riguardi della mortalità, con l’eccezione dell’aborto, dell’eutanasia e della pena di morte, le politiche demografiche hanno normalmente provocato un effettivo abbassamento del fenomeno, che di fatto è quanto è stato conseguito nel mondo intero negli ultimi secoli;
nei riguardi delle migrazioni, a seconda delle varie situazioni, le politiche demografiche possono incentivare, dissuadere, attrarre o sviare, come nel caso dei flussi immigratori, o stimolare, ridimensionare, proibire o proteggere, come nei casi della emigrazione o degli esuli e dei rifugiati politici;
nei riguardi della natalità non sono stati ottenuti elevati livelli di consenso generale, tanto che le politiche demografiche sono solite essere attivate attraverso due varianti, spesso radicalmente opposte. Si tratta di politiche cosiddette pronataliste o antinataliste. La seconda metà del secolo scorso ha visto la diffusione di questo secondo tipo di politica che ha contribuito a far scendere drasticamente i livelli di fecondità. 
Dal punto di vista del loro modo di applicazione, le politiche demografiche possono essere:
non intrusive, scevre cioè da ingerenze o pressioni formali da parte dei governi e delle autorità pubbliche interessate; 
intrusive, applicate cioè tramite ingerenze o pressioni da parte dei governi e delle autorità pubbliche interessate. 
Le politiche intrusive sono state e continuano ad essere quelle più ricorrenti nei paesi del Terzo Mondo, dove in assenza di reali democrazie e di una appropriata cultura da parte della popolazione, i governi hanno spesso avuto meno riguardi così come meno opposizioni al momento di imporre leggi demografiche.

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Filippo Amelotti
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