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La Governance tra l'Unione Europea e gli Stati membri


Prospettando una tematica, che potesse interessare con pari intensità e coinvolgimento i giuristi italiani e francesi partecipanti al convegno, è stato tipizzato, quale argomento chiave di discussione, l’intenso e costruttivo rapporto di integrazione e coordinamento, in chiave ascendente (processo d’elaborazione del diritto comunitario) e discendente (processo d’esecuzione del diritto comunitario), tra l’Unione Europea, gli Stati membri ed i relativi enti territoriali, più propriamente detto “GOVERNANCE”.

Secondo la maggioranza della dottrina, questo termine giuridico, ormai d’uso comune, esprimerebbe l’evoluzione delle frontiere della democrazia, incentrata su nuove prospettive di partecipazione, che potrebbero consentire, a livelli intermedi di Governo locale e soprattutto in capo alle Regioni, forme d’intervento maggiormente flessibili, ma anche più incisive, disciplinate dai relativi codici di consultazione procedurali.
Secondo una marginale linea di pensiero, invece, questa parola celerebbe un’inquietante trasformazione della democrazia, orientata principalmente alla legittimazione dei risultati politico-istituzionali ottenuti, in base al livello di prestazioni raggiunto dagli Stati. 

Quale elemento comune alle due diverse interpretazioni, in ogni caso, è chiaro che l’Europa sta vivendo una fase di permanente transizione, in cui tutti i sistemi costituzionali sono chiamati a misurarsi con il nuovo, nel tentativo di adeguarsi ad una realtà in continuo mutamento; di conseguenza, considerata la sconvolgente novità istituzionale ed indipendentemente da come la si affronti, i giuristi non hanno ancora localizzato un indirizzo programmatico adeguato, assistendo, anzi, al crollo delle certezze sistemiche del diritto costituzionale classico.
Senza dubbio, la problematica cardine concerne il ruolo assunto dagli enti substatali, sia a livello europeo, sia a livello nazionale e, nell’eventualità in cui sia loro costituzionalmente garantita la potestà legislativa, l’attenzione è anche incentrata sulla sistemazione gerarchica della legge statale e regionale nel sistema delle fonti. È logico sostenere, quindi, che il potenziamento dei livelli di Governo intermedi è contemporaneamente conseguenza dell’integrazione europea, ma anche causa scatenante, osservando che, quale immediata conseguenza delle riforme di sistema in atto, queste nuove realtà decentrate devono, in ogni caso, interagire in modo costruttivo con gli Stati nazionali.
Naturalmente, le soluzioni sono state più immediate ed incisive per quei Paesi membri che avevano già in precedenza un forte sistema regionale decentrato: innanzi tutto e non a caso, la Germania Federale, ma poi il Belgio, la Spagna quasi simultaneamente con l’Italia e, infine, l’attualissimo adeguamento della Francia e di altri Paesi dell’Unione Europea.

Tratto da LA GOVERNANCE TRA UNIONE EUROPEA E ITALIA di Luisa Agliassa
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