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Pubblica Amministrazione tra politici e cittadini


Nei rapporti tra le amministrazioni e i cittadini, capita spesso che questi ultimi si ritengono sudditi anziché interlocutori paritari. Le principali cause di questo problema riguardano i difetti delle leggi e il persistere di un’idea di amministrazione non democratica ma autoritaria. I cittadini controllano l’amministrazione indirettamente, attraverso le leggi e gli atti normativi. È necessario realizzare un rapporto diretto fra cittadini e amministrazioni che si realizza soprattutto attraverso la trasparenza e la motivazione del provvedimento da parte dell’amministrazione.

L’amministrazione risponde a due padroni: i politici e i cittadini e ciò si può riscontrare su alcuni articoli della Costituzione:
L’art. 95 stabilisce che l’amministrazione deve attenersi alle regole di governo;
L’art. 113 rende giustiziabili (si può chiedere giustizia, contestabili) gli atti amministrativi;
L’art. 98 stabilisce che i dipendenti pubblici sono al servizio esclusivo della nazione.

I politici devono bilanciare la necessità di un controllo politico dell’amministrazione con quella di preservare la sua imparzialità; i cittadini devono essere informati sull’organizzazione ed il funzionamento dell’amministrazione e devono poter partecipare ai procedimenti sia per collaborare sia per difendere i propri interessi.

Doveri della pubblica amministrazione verso i cittadini:
  • Trasparenza, motivazione, ascolto;
  • Accesso agli atti: in caso di incongruenze, il cittadino può fare ricorso al TAR (tribunale amministrativo regionale);
  • Conoscenza del responsabile;
  • Diritto di buon andamento.
Con le ultime leggi (Riforma Madia della pubblica amministrazione), c’è maggiore trasparenza.

Tratto da APPUNTI DIRITTO AMMINISTRATIVO di Davide Monteverde
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