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Visione artificiale. Profondità monoculare e binoculare


Alla percezione del movimento è connessa quella della profondità: per perseguire questo obiettivo il nostro sistema percettivo fa ricorso a due indizi di profondità: quello monoculare e quello binoculare. Analogamente nella VA vi sono dei sistemi che sfruttano questi due tipi di visione. I nostri due occhi distanti l’uno dall’altro circa 6 cm, ci restituiscono quella che chiamiamo visione stereoscopica. Essa è in qualche modo dipendente da quella monoculare. Chiudendo in maniera alternata gli occhi e fissando il nostro pollice si noterà un effetto di parallasse: gli oggetti più vicini a noi risulteranno spostati rispetto a quelli più lontani. È proprio questa dislocazione tra le immagini che viene in particolare definita disparità che è responsabile della percezione della profondità spaziale. Quando infatti questa disparità non supera determinati valori si riesce ad ottenere una visione nitida e tale disparità diventa allora il meccanismo fondamentale per la percezione della profondità.
Nello VA questo meccanismo viene riprodotto utilizzando due videocamere che simulano i due occhi umani. Una volta nota la disparità, nonostante l’utilizzo di  algoritmi molto complicati, è possibile giungere alla restituzione della profondità.
È vero però che la visione in profondità non è dovuta solo alla disparità tra le immagini proiettate sulle due retine. Essa può essere restituita anche attraverso diversi indizi monoculari: la variazione di intensità luminosa, la prospettiva, le differenze di tessiture ed altre tecniche.

Tratto da INTELLIGENZA ARTIFICIALE di Carlo Cilia
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