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Ambiguità topo logica della città del cinema


Il sogno del cinema e il sognare il cinema sono oramai fronti di derivazione di uno stesso mondo possibile (Hollywood nelle arterie cittadine e nelle reti culturali della competenza soggettiva); tuttavia palesano una natura inconciliabile: sono l’uno il tetro crepuscolo dell’altro. Il sogno ad occhi aperti di una realtà mitico-cinematografica muore lì dove un sogno riparatore si allestisce con il materiale della cultura filmica introiettata, e viceversa: essi si smentiscono l’un l’altro e predicano valori divergentemente.
Rita si trova coinvolta in un incidente su Mulholland Dr., nel luogo dell’aspettualizzazione terminativa della città; un luogo dove circuitano assieme film (le macchine dei giovani vengono da una realtà filmica, sia essa quella di una Gioventù bruciata o del “film nel film” The Sylvia North Story) e traiettorie di vita (Rita/Camilla e poi Betty/Diane). I destini dei personaggi si scontrano con i destini attoriali; scendendo da Mulholland Dr. si è stelle cadute che devono ritrovare una propria identità (Camilla) provando nuove parti (Rita), mentre se si sale dalla stessa strada, verso le ville che dominano la collina, allora si assiste alla rivelazione della finzione sociale, dove tutti recitano apertamente, senza più l’alibi di un personaggio da interpretare. Ma qual è il vero centro della città del cinema, la Downtown dell’impero economico, il quartiere dei residence à la page e degli studios (West Hollywood) o la collina do-minante delle star, delle lettere cubitali di Hollywood?

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