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Il piano dei conti

Il conto è uno strumento di rilevazione delle operazioni aziendali. Consiste nella raccolta di variazioni generate dalle normali operazioni dell’attività in capo ad un determinato oggetto (cassa, banca, crediti, …) allo scopo di determinarne la grandezza al termine di un periodo. Il conto è un prospetto diviso in due sezioni destinate a contenere le variazioni:
- Sezione DARE;
- Sezione AVERE.

Questo conto viene detto mastrino. Esaminando queste schede contabili si può conoscere il saldo di un conto ciò la consistenza ad una certa data dell’oggetto in esame.
I conti si distinguono in:
a) Conti economici distinti in:
- Conti di reddito intestati a componenti positivi e negativi di reddito (costi e ricavi);
- Conti di capitale intestati alle parti ideali del patrimonio netto ossia capitale sociale, riserve e utile.
b) Conti finanziari intestati ad oggetti che rilevano l’aspetto monetario generato da componenti positivi e negativi di reddito e dalle variazioni del patrimonio. Il piano dei conti è formato da un elenco di conti utilizzabili dall’impresa per la tenuta della contabilità. In Italia tale piano è libero e può essere elaborato a discrezione dell’impresa. Esistono però due regole che devono essere rispettate cioè:
- A ciascun conto deve corrispondere un codice che lo identifica in modo inequivocabile;
- Il piano deve essere formato da più livelli con conti analitici intesti ad un unico oggetto, e conti sintetici costituiti da raggruppamenti dei conti analitici.
La contabilità deve essere tenuta in moneta di conto, per l’Italia l’Euro. Nel caso di operazioni svolte con altre valute (dollaro, sterlina, …) è necessario convertire l’ammontare della fattura utilizzando il cambio in vigore alla data dell’operazione.

Tratto da INTRODUZIONE ALLA CONTABILITÀ di Eleonora Anastasia Ladini
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