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Deregulation nella televisione

Deregulation nella televisione


Croteau utilizza una formula per definire la deregulation (cambio di regolamentazione avvenuto nell’industria mediale a partire dagli anni ‘70): tecnologia + politica = deregulation
Le nuove tecnologie rendono possibile un’abbondanza di scelta, che la politica ha reso concreta, rendendo libero il mercato: la deregulation è la liberalizzazione delle attività economiche attraverso l’eliminazione di norme e vincoli politici e amministrativi. Questo cambiamento è più rapido negli USA, dove è già presente un sistema televisivo commerciale, mentre è più lento in Europa, dove la tv è nelle mani dello Stato. In particolare, negli USA sia i conservatori che i liberali promuovono una legislazione tesa ad aumentare ulteriormente la libertà di mercato, tanto da consentire la  fusione tra produzione e distribuzione e la nascita dei grandi conglomerati mediali (Disney - ABC), che quindi possono permettersi di interessarsi allo sviluppo e alla messa in onda di produzioni costose (Alias, Desperate Housewives, Lost).
In Italia la deregulation ha portato alla nascita delle cosiddette tv commerciali e la discussione fondamentale del giorni nostri è se la tv del web debba essere considerata o meno al pari delle tv analogiche e satellitari ed essere quindi soggetta alle stesse leggi. Il decreto Romani sostiene l’analogia tra le due tv, ma è chiaro che esiste una concreta differenza tra tv analogiche/satellitari e tv via web: mentre le prime operano una scelta prima della messa in onda, le seconde si basano sulla scelta di messa in onda attuata dallo spettatore.

Tratto da LA TELEVISIONE COME TESTO ESPANSO di Francesca Masciadri
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