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Pubblicità moderna. Parigi anni 20


La pubblicità moderna nasce dopo l’invenzione della stampa: nei primi giornali le inserzioni si trovavano accanto ad articoli scritti da importanti intellettuali e letterati dell’epoca; le prime testimonianze letterarie sulla pubblicità vengono quindi da quest’area, a metà fra letteratura e pubblicità. Addison e Johnson guardano la pubblicità con ironico distacco: per il primo questa permette una democratizzazione della fama; per il secondo l’inserzionista deve ricordare che il suo annuncio figurerà accanto al nome di importanti personalità dell’epoca, e deve tenerne conto cercando di essere degno di tale associazione.
La pubblicità entra a far parte di un mix inedito, insieme a nuovi luoghi di vendita, un mercato alla moda, un sistema dei media più ampio e nuovi stili edonstici; condizioni che si realizzano a Parigi fino agli anni ’20 dell’Ottocento.
Honoré de Balzac in Illusioni perdute racconta la trasformazione di un poeta in un cinico giornalista; uno dei luoghi simbolo del romanzo è proprio un passage. Il poeta francese comprende che la letteratura si sta assoggettando alle leggi del mercato, e che ormai non è nulla senza la pubblicità, il contorno di recensioni e polemiche. In un altro romanzo, César Birotteau, Balzac narra la storia vera di un profumiere che fa fortuna inventando una lozione per capelli; le “seduzioni commerciali”, gli artifici utilizzati per spingere i consumatori all’acquisto, hanno raggiunto un tale grado di perfezione che le facciate delle botteghe sono diventate delle vere e proprie “poesie commerciali”.

Tratto da LETTERATURA E PUBBLICITÀ di Mario Turco
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