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Il rapporto centro-periferia di Genova

Le descrizioni dei luoghi in cui si svolgono i fatti sono sempre puntuali, il narratore ci accompagna dal porto, ai vicoli, alle alture descrivendo esattamente i percorsi dei protagonisti e i luoghi fisici e umani che essi attraversano: «La via di Camilla per Piazza Stella caracollava ora spedita sotto le volte scure di Sottoripa […]. Non avevano mai voluto mettersi d’accordo tra di loro i mastri muratori che avevano innalzato un secolo via l’altro la palizzata di Sottoripa, la rincorsa di torri e castelli e palazzi pigiati l’uno a fianco all’altro per un chilometro e più e che anticamente si faceva sciacquare le lastre dei porticati dalla risacca di scirocco che penetrava nella vecchia darsena».

Come già detto, i fatti si svolgono principalmente al porto, o nell’antistante centro storico di Genova e nei quartieri direttamente limitrofi, sulle colline (da cui comunque si vede il porto), quelli dove i «camalli avevano preso il costume già da decenni di affittare per le loro amanti, per le loro seconde e terze famiglie». Al porto lavorano Paride e Alberico (padre di Sascia), muoiono Camilla e Giacomo, da qui gli inglesi bombardano la città, qui opera la banda partigiana di Paride (e proprio in uno dei bordelli dell’angiporto vi sarà la soffiata che lo consegnerà ai Tedeschi…).  Infine, dal porto parte Giacomo per il suo viaggio in Polinesia, qui tornerà nel suo ultimo approdo.

Quella di Maggiani è  anche la Genova tutta in salita in gita ai forti, a cui si arriva con la funicolare: «E a ogni capolinea delle funicolari, da Magenta a Righi, a Lagaccio e a Rivarolo, Paride la portava in gita […]. Cenavano accendendo un lumino ad acetilene, e quando erano sulla collina, all’aperto, Paride lo velava con il suo fazzoletto perché nella semioscurità risaltassero meglio le luci della città e le luci dei bastimenti del mare». E’ particolare (ed è un elemento ricorrente dei tre romanzi), come, al contrario di quanto si potrebbe immaginare, è in collina che gli abitanti di questa città vanno a trascorrere momenti di pace e relax: il mare è invece fonte di operosità  e lavoro, qualcosa che resta sullo sfondo senza essere mai legato a momenti di svago.

Tratto da GENOVA NELLA LETTERATURA di Isabella Baricchi
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